Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Valeria Balistreri e il suo esordio come poetessa

Dal counseling educativo alla poesia. L'esordio di Valeria Balistreri come poetessa è frutto di un percorso lungo e complesso, denso di esperienza umanleria

di Patrizia Romano

di Patrizia Romano

Valeria Balistreri. Lavora nel mondo dei piccoli e degli adolescenti dai tempi del Liceo. Un’esperienza che negli anni ha consentito a Valeria Balistreri, poetessa esordiente, di sviluppare una competenza nell’ambito educativo molto specifico, nonché una straordinaria capacità di creare una relazione privilegiata con le fasce più piccole e con i genitori. 

Formazione di Valeria Balistreri

Arriva, quindi, al counseling, attraverso un percorso complesso e articolato.
Una laurea in Giurisprudenza è alla base della sua formazione culturale. Dalla fine degli anni ’90, entra a far parte di centri ludici e di accoglienza per minori tra i 2 e i 5 anni, dove si occupa a 360 gradi della formazione e della crescita dei più piccoli. In questo contesto nasce l’esigenza di approfondire queste competenze, avviando il percorso di formazione al Counseling Sistemico-Relazionale; una lente di ingrandimento per osservare il mondo.

Occupazione attuale

Attualmente, si occupa di counseling educativo, di coppia, scolastico, di counseling a sostegno della funzione genitoriale, attraverso la partecipazione o l’ideazione di alcuni spazi individuali o di gruppo rivolti a genitori.

L’esordio come poetessa

Oggi, con #inaltreparole, una raccolta di versi che racconta di esperienze, di  incontri,  di amore  e di amicizia tra gente comune che vive in questa società odierna, arriva il debutto come poetessa.

Come nasce la vena poetica

L’Inchiesta Sicilia – E’ spontaneo chiedersi, come matura lo spirito poetico con un trascorso formativo di tutt’altro genere alle spalle?
Valeria Balisteri – La poesia fa parte del mio modo, in qualche modo congenito, di guardare le cose, nato con me. La ricerca delle assonanze, dei significati profondi, della possibilità di sentire ciò che l’altro sente…sono tutte cose che mi appartengono da sempre ma che si sono affinate (o ingigantite! …dipende dai punti di vista) negli anni e grazie ai miei percorsi formativi e di vita

Linguaggio

L’Inchiesta Sicilia – Lei è abituata ad un linguaggio che si avvicina sia ai bambini sia ai loro genitori. Che parole usa nelle sue poesie?
Valeria Balisteri – Anche in questo caso posso osservare un percorso. Io provengo dal mondo dell’infanzia: perché è da bambina che ho scoperto la poesia, perchè l’ho riscoperta attraverso i miei figli e poi nella mia professione a stretto contatto con le bambine e i bambini. 
Così, posso dire, che il mio punto di partenza sono le parole e i suoni delle filastrocche. Da lì è ripreso il mio percorso di scrittura. 
A breve verrà pubblicato un saggio sul “parlare con i bambini” dove, insieme ad un collega, affronteremo il tema proponendo ascolto e spunti per riflessioni aperte e condivise. Tra questi spunti ci sono 7 “rime di fiaba”, delle fiabe classiche e una originale, che affrontano tematiche anche scomode con un linguaggio…bambino. 
Il linguaggio poetico è uno straordinario mediatore tra il concreto, l’immaginario e i sentimenti profondi di ogni essere umano. Io cerco…parole nuove.

L’Inchiesta Sicilia – La silloge è divisa in tre parti. Le prime due narrano situazioni tratte dal quotidiano. Nella terza, vi è una ricerca di suoni antichi.
Ci spiega meglio?

Valeria Balisteri – Come dicevo sono alla ricerca di parole “nuove”. Nuovo per me non è solo ciò che non è mai stato “scartato” e usato, ma soprattutto, in ambito poetico, ciò che pur avendo attraversato il linguaggio comune ha in sé un ventaglio di possibili nuove letture perché ha già in sè una radice, un etimo, una trasformazione, un incontro con altre parole e poi un suono, e molte vibrazioni e colori. Il vernacolo ha queste caratteristiche in modo ancora più spiccato. E’ incomprensibile e qualche volta misterioso. Per questi motivi credo che sia in sé un linguaggio poetico. “Parole per strada” è un omaggio a questa natura del dialetto siciliano e alle emozioni intense che suscita.

La silloge

L’Inchiesta Sicilia – Una delle poesie che colpisce di più è quella dedicata alla madre. Che rapporto aveva con la sua?
Valeria Balisteri – Ho perso mia madre prematuramente. Ma porto con me ogni suo sguardo e il suo straordinario modo di stare al mondo. Mi ha lasciato in dote la voglia che mi abita dentro di conoscere, incontrare, sapere e raccontare. Continuo qualcosa che lei ha potuto solo in parte assaporare.

La società panormita a cui si ispira

L’Inchiesta Sicilia – Lei vive a Palermo e la sua esperienza si consuma ogni giorno a Palermo. Come considera la società panormita dei nostri tempi?
Valeria Balisteri – Considero Palermo una città in continua crescita in termini di stimoli culturali ma anche una città bloccata sotto altri aspetti. E’ colorata rumorosa e disordinata. Nella confusione che si porta dietro perde spesso pezzi importanti di sé o dimentica persone e cose. Non sempre è facile abitarla.

La poesia a cui è più legata

L’Inchiesta Sicilia – Qual è la poesia che più le è rimasta nel cuore?
Valeria Balisteri – Non una. Tante tra quelle pubblicate e altre che fanno parte di altri progetti sui quali sto lavorando. Di questa prima silloge amo molto “Madri del mondo”, “Del 2 novembre”. “Approdi”…ma insomma…gliene potrei citare tante…sono parti di me…e io so volermi bene anche quando non mi riconosco del tutto ‘adeguata’.

Influenza del lavoro

L’Inchiesta Sicilia –Quanto influisce il suo lavoro sulla composizione poetica?
Valeria Balisteri – Non so se avrei potuto scrivere poesia senza il lavoro che faccio e gli incontri che questo lavoro quotidianamente mi consente di fare. Le mie poesie nascono da parole incontrate e da sguardi colti per caso e ho il privilegio di fare un lavoro che mi offre la possibilità di ascoltare molto e osservare con attenzione. Il mondo è abitato da molta fatica, dolore, diseguaglianze ma anche da molta poesia…poterla ascoltare ci rende più ‘umani’.

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Una risposta

  1. Trovo le parole di Valeria di un’eleganza e di una onestà disarmante…spero che trovi sempre “altre parole” e che generosamente le condivida con chi può riconoscersi in quelle che ha bloccate dentro ma che non sa trovare da solo. La poesia è un dono e Valeria sa donare e donarsi… anche in questa splendida intervista. Grazie

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