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Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti

La Pupaccena: la regina del “cannistru”

In Sicilia, tra l'1 e il 2 novembre, i morti lasciano il mondo celeste e ritornano sulla terra per portare ogni sorta di dolcetto ai bambini. Ma il dolciume più atteso è la Pupaccena, di cui vi diamo la ricetta tramandata dalle nostre nonne

di Clara Di Palermo

Sapete cos’è la Pupaccena e cosa la lega alla festa dei morti in Sicilia? Qual è la tradizione più profonda della commemorazione dei defunti in Sicilia? Quella tradizione, nata da una vecchia credenza, che la distingue da tante altre regioni d’Italia e da tante altre parti del mondo? È la singolare visione per cui i cari defunti portano, o mandano per mano di mamme o zie, dolciumi e leccornie varie.
Secondo la tradizione isolana, infatti, i regali e i dolci sono portati in dono dalle anime dei parenti morti. È questo, perlomeno, quello che gli adulti fanno credere ai bambini, inculcando nell’immaginario collettivo infantile questa convinzione. Un concetto, comunque, che crea un filo diretto tra i bambini e i loro cari scomparsi, che consente di perpetrare una usanza che fa vivere un aspetto quasi gioioso della mancanza di un parente caro, un legame che è non dolore ma ricordo e affetto trasmessi da un dono. Perchè si è soliti dire ai bambini “questo te lo manda il nonno”, piuttosto che la zia, o altro caro defunto. I bambini, dunque, aspettano questo momento come festa e non come lutto.

Vengono i morti a portare i dolci

In Sicilia, ci si distingue anche nell’espressione, rispetto al calendario. Infatti, non si dice verrà l’uno novembre o il 2 Novembre, oppure verrà la festa di Tutti i Santi e la commemorazione dei defunti, ma si dice verranno i morti
Così in Sicilia, i morti, per un giorno, abbandonano il mondo celeste e scendono o salgono (dipende da dove provengono) direttamente sulla terra carichi di dolcetti tipici come i biscotti chiamati crozzi ‘i mottu, (ossa di morto), o i pupatelli ripieni di mandorle tostate, i taralli (ciambelle rivestite di glassa zuccherata), la frutta martorana, anche questa a base di mandorle. Tutti i dolciumi vengono riposti nel tradizionale cannistru, una cesta in vimini, per dare vita alla tipica composizione che si allestisce per questa ricorrenza. Il cesto viene riempito di frutta secca, dei dolciumi cui accennavamo e della pupa ri zuccaru, cioè la bimba di zucchero, chiamata anche Pupaccena.  

La Pupaccena

Ed è proprio lei, la Pupaccena, la ‘reginetta’ della singolare tradizione culinaria siciliana. La statuetta di zucchero dipinta con coloranti alimentari, che ritrae figure della tradizione siciliana.
Questa ricorrenza, in Sicilia, è tanto legata al cibo. Diversi noti storiografi siciliani raccontano che i morti, prima di portare i loro doni, mangiano nella tavola della propria casa la notte tra l’uno e il due Novembre. Tant’è che i bambini, il giorno dopo, trovano i dolci portati loro in dono, disposti sulla tavola dove i cari estinti avevano cenato la sera prima.
Al centro della tavola, gioiosamente variopinta, spicca la Puppacena.
Di questa singolare preparazione dolciaria vogliamo darvi la ricetta. La Pupaccena oggi viene sempre più raramente fatta in casa, secondo la ricetta tramandata dalle nostre nonne. Si preferisce acquistarla nelle pasticcerie che, in questo periodo, allestiscono vetrine incredibilmente colorate. Perchè anche questi colori accesi, applicati volutamente in maniera leggermente sbavata, sono parte della tradizione della nostra Isola.

Ingredienti

Per realizzare questa bomba calorica di dimensioni medie occorrono:
1 Kg di zucchero bianco semolato
360 ml di acqua
0,10 gr di cremor tartaro
Per la decorazione:
Zucchero a velo q.b.
Albume q.b.
Succo di limone q.b.

Procedimento

Versiamo in un ampio tegame, preferibilmente, antiaderente, lo zucchero, l’acqua e il cremor tartaro. Questo ultimo è facilmente reperibile al supermercato e serve a evitare la cristallizzazione dello zucchero (solitamente viene utilizzato come lievitante in parecchie preparazioni dolci, anche perchè è senza glutine e adatto ai celiaci).
Mescoliamo il tutto con un cucchiaio di legno per qualche minuto fino a ottenere una sostanza liscia. Cuociamo a fuoco medio senza girare. Durante la cottura si formeranno delle bollicine sulle pareti del tegame che verranno eliminate con lo stesso cucchiaio di legno con dentro qualche goccia di acqua, evitando in questo modo di annerire lo zucchero.

È il momento delle formine…

Appena raggiunta una certa temperatura, spegniamo il fuoco e immergiamo il tegame in acqua fredda, girando velocemente sempre con il cucchiaio di legno, facendo, così, abbassare repentinamente la temperatura. Dopo pochi secondi, continuiamo a mescolare molto velocemente, ma fuori dall’acqua fino a quando lo zucchero non si schiarirà. A questo punto, versiamolo velocissimamente nelle formine in silicone asciutte fino a creare uno strato non troppo spesso, lasciamo raffreddare e dipingiamo con i colori alimentari naturali.

Decorazione

Per la decorazione della ghiaccia reale mescoliamo zucchero a velo con qualche goccia di limone e l’albume d’uovo fino ad ottenere un composto fluido.

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