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Rapporto tra cultura e stato sociale

Il rapporto tra cultura e stato sociale mette in rilievo, secondo l'Istat, un abisso culturale tra l’adolescente che vive al nord e l’adolescente che vive al sud dello Stivale

di Redazione

Rapporto tra cultura e stato sociale. Come purtroppo ci si poteva immaginare, le differenze sociali e territoriali continuano a esistere e prefigurano il permanere di condizioni sociali in cui i bambini con minori opportunità di altri sono del tutto esclusi da alcune pratiche sociali e culturali.

Lasciando da parte la complessa relazione tra società e cultura, di cui molteplici manuali di antropologia continuano a occuparsi per la delicata natura della problematica, ci occupiamo in questa sede di formazione culturale, intendendo l’insieme di conoscenze e saperi che un individuo possiede e che costituisce il suo bagaglio personale.

Il sapere individuale

Sposando tale definizione, non si può che mettere in risalto l’aspetto del sapere individuale, che viene appreso dal soggetto e che formerà la propria personalità: il processo di educazione e di interiorizzazione delle conoscenze a cui si fa riferimento richiama necessariamente la trasmissione e il rapporto con la società.

Le istituzioni nel rapporto tra cultura e stato sociale nella formazione di un individuo

Il bagaglio conoscitivo acquisito dal soggetto è, dunque, il risultato di influenze di vario tipo cui l’individuo è esposto. Sarà senza dubbio la famiglia in cui cresce, listituzione scolastica che frequenta e il rapporto con il corpo docente, gli amici con i quali condivide pratiche di gruppo. Non come ultimo sarà osservato il rapporto dei mezzi di comunicazione di massa.

Indagine rapporto tra cultura e stato sociale

Secondo l’Istat, in cui si analizza il rapporto tra cultura e stato sociale, ci sarebbe un abisso tra un adolescente che vive nel nord e uno che vive nel sud dello Stivale. Differenza, legata esclusivamente alle condizioni economiche delle due aree geografiche in cui gli adolescenti vivono. Insomma, i soldi fanno la differenza.

Il 74 per cento delle famiglie con minori del nord ovest possiede un pc contro il 53 per cento delle Isole. A livello nazionale, l’84 per cento delle famiglie di imprenditori e liberi professionisti, contro il 54 per cento delle famiglie operaie.
Più del 54 per cento dei bambini del nord frequenta corsi di formazione extra scolastica, al sud sono poco più del 30 per cento.
Al nord, due terzi dei minori legge frequentemente libri, contro un terzo dei propri coetanei che abita nelle isole territoriali.

La povertà educativa è legata a doppio filo al disagio economico, e anche i numeri sottolineano come il rapporto tra le possibilità di studio e reddito sia molto stretto. I minori che vivono in condizioni di povertà assoluta e
che non hanno le risorse minime necessarie per condurre una vita dignitosa, sempre secondo l’Istat, sono più del 13%.

La pandemia ha peggiorato la situazione

La pandemia da Covid 19, poi, ha peggiorato la situazione e ha evidenziato un divario nelle possibilità d’istruzione tra i giovani e le giovani in Italia. Scuole chiuse, accesso alle lezioni solo tramite DAD e isolamento. La crisi sanitaria ha provocato un’ulteriore disparità sociale.

Più di un ragazzo su quattro, dal lockdown della primavera 2020, ha dichiarato che almeno un compagno o una compagna di classe ha smesso completamente di frequentare le lezioni. Per il 7% degli intervistati, gli alunni e le alunne che hanno lasciato i banchi di scuola vuoti sono stati addirittura tre o più.

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