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Giardino: luogo di meditazione

di Redazione

 

Scoprire i valori etici in un connubio tra presente e passato, attraverso uno stretto legame tra la pianta e il luogo in cui viene coltivata. E’ su questi principi che si fonda il progetto ” 1+T, presentato  alla GAM  da un collettivo di artisti in collaborazione con Arsmediterranea

 

Di Ambra Drago

Studio ++ è un collettivo artistico fondato nel 2006 da tre giovani artisti palermitani, laureati in Architettura che, dopo numerose esperienze nazionali e internazionali, approda a Palermo con il progetto ‘1+t GAM’.  Un progetto ambito che mira ad approfondire la conoscenza del giardino, come componente importante di un paesaggio. Abbiamo cercato di conoscerne meglio gli obiettivi e le finalità, incontrando Fabio Ciaravella, uno dei componenti del collettivo.

Da dove nasce l’idea del progetto e  del suo titolo?

Il progetto nasce grazie a ricerche e approfondimenti effettuati per il  Miami Art District. Da qui abbiamo avuto l’idea di effettuare una riflessione sul giardino, come porzione di paesaggio, in grado di diffondere valori etici e sociali nella contemporaneità. Anche la scelta del nome ha un suo significato particolare. Il numero 1 rappresenta il processo che andremo ad innescare quando verrà piantato il Myosotis all’interno del chiostro. Tutto questo, ovviamente,  durerà nel tempo. Questo tipo di pianta è in grado di ricrescere facilmente e ha come significato la lettera t.

Come mai è stata scelta questo tipo di pianta? Perché proprio il ‘Myosotis’?

Questa pianta, meglio conosciuta con  il nome ‘Non ti scordar di me’, richiama la memoria e poi ha due peculiarità:  in primo luogo, la resistenza nel tempo, ecco perché si sposa bene con il concetto di memoria; in secondo luogo, la sua dinamicità.

In realtà sarà piantata in uno solo dei riquadri del chiostro del Complesso monumentale di Sant’Anna, ma poi riuscirà con le sue potenzialità a espandersi nei restanti quadrati. Questo movimento simbolico testimonia che la memoria deve avere un rapporto dinamico rispetto alla storia e al passato. In questo divenire, avrà un ruolo fondamentale l’osservatore, in grado di ammirare la bellezza e contribuendo  anche alla sua diffusione.

Come mai avete scelto il Chiostro del Complesso monumentale di Sant’Anna?

Il chiostro è un luogo di meditazione e questo posto in particolare è d’origine francescana

, ed è risaputo come quest’ordine fosse molto legato alla botanica. Pensiamo che il giardino,  che è la sintesi del paesaggio ed è intrinseco di valori etici e sociali,  a Palermo  possa essere rappresentato da questo luogo in grado di portare avanti proprio il significato originario del ‘giardino francescano’.

Dietro questo progetto ci saranno stati molti studi?

Si abbiamo effettuato molte ricerche, soprattutto per quanto attiene la specie botanica da piantare e il luogo. Questo legame  pianta e luogo l’abbiamo scoperto attraverso un’opera  il ‘De viridarium principium’ dello storico francescano Andrea De Pace. Il chiostro rappresenterebbe   il luogo dove il principe dovrebbe  coltivare le proprie virtù per amministrare correttamente il suo regno. E’ proprio tra le 31 virtù declinate dall’autore, vi sarebbe la memoria, per noi racchiusa nella scelta della Myosotis.”

Il progetto prevede anche la realizzazione di un video d’arte attraverso le videocamere installate nel chiostro?

Si, il video sarà parte integrante del progetto,  e verrà proiettato nella sale del primo piano del complesso monumentale. Infatti, attraverso le videocamere, il paesaggio del chiostro verrà monitorato momento per momento, arricchito anche  da giochi geometrici riguardanti proprio  il montaggio – video . Questo lavoro si  confronterà con il modo di intendere il paesaggio nelle opere di Francesco Lo Jacono, grande paesaggista dell’ 800, ma anche con i temi della   bellezza e della politica espressi in molte statue e pitture  presenti nelle sale della Galleria d’Arte Moderna.

Quante persone hanno collaborato per rendere fattibile un progetto di questo genere?

Oltre ai miei colleghi architetti Vincenzo Fiore e Umberto Daina, di fondamentale importanza è stato il sostegno di Arsnmediterranea con Aldo Chiappone, e della curatrice Agata Polizzi. Mentre dal punto di vista tecnico , all’interno del gruppo di lavoro che ha contribuito alla realizzazione dell’installazione, abbiamo avuto la partecipazione della botanica Giulia Camerata e della biologa Alessandra Landino.

Quanto durerà questo progetto?

L’intero progetto durerà un anno e speriamo che siano numerosi i visitatori, che possano cogliere l’importanza della memoria in un luogo storico come questo per renderlo vivo e capace di esprimere i valori che si sono persi in questa società contemporanea e divulgarli all’esterno.

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