Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Tu vuo’ fa’ l’italiano

di Redazione

Non capita spesso, eppure non è impossibile, che un giovane statunitense s’innamori dell’Italia – dove è venuto a trascorrere un periodo di studio – al punto da volervi ambientare il suo esordio cinematografico in qualità di interprete e sceneggiatore(traendo in parte ispirazione dalle proprie esperienze).

di “A.M.”

È successo a un ex-universitario dal cognome impegnativo: Bobby Kennedy III, come è facile intuire nipote del celebre e omonimo senatore assassinato nel 1968, fratello del presidente JFK. Il risultato in pellicola (la tecnologia digitale è stata evitata di proposito) si chiama ironicamente AmeriQua, a testimonianza di un accidentato gemellaggio culturale, ed è in circolazione nelle sale da giovedì 16 maggio.

Dopo avere stretto una solida amicizia con l’estroverso pugliese Lele Gabellone, iscritto a sua volta alla facoltà di giurisprudenza di Bologna (dove non a caso si svolge la trama), ed essersi mantenuto con qualche lavoretto, questo intraprendente rampollo della più importante famiglia politica americana ha trovato in Marco Gualtieri, l’imprenditore che ha fondato TicketOne (dimostrando a più riprese di non essere certo privo d’iniziativa), il produttore ideale, pronto a mettersi in gioco in prima persona (anche se il suo proposito iniziale era di aiutare Bobby, che lo avvicinò nel 2009 a Washington in occasione dell’insediamento di Obama, a trovare i mezzi per concretizzare il suo sogno). Disposto a tirarsi indietro come attore qualora non fosse stato giudicato all’altezza (ma così non è andata), il debuttante Kennedy è comunque riuscito a imporre fin dal principio come co-protagonista l’incontenibile Lele. Quindi, la regia dell’allegra e surreale vicenda (che vede lo sfaccendato Charlie partire per il Belpaese con i fondi definitivamente concessigli dai genitori, stufi della sua indolenza, e fare una full immersion negli stereotipi del nostro Paese, qui utilizzati però come irridente metafora) è stata affidata ad altri due novizi del lungometraggio, Marco Bellone e Giovanni Consonni, che hanno sfruttato i propri  trascorsi nel documentario, nel videoclip e in pubblicità.

Ma i maggiori motivi di curiosità del film, che può già contare su un cast che comprende professionisti come Alessandra Mastronardi, Enrico Silvestrin, Giuseppe Sanfelice, Eva Amurri (figlia di Susan Sarandon) ed Ernesto Mahieux, sta nelle partecipazioni di due grossi calibri quali Giancarlo Giannini e Alec Baldwin e nelle musiche di Lucio Dalla (nei racconti di Gualtieri rivelatosi una volta di più artista di sconfinata generosità): insieme a quella per il Pinocchio di Enzo D’Alò, si tratta della sua ultima composizione per il grande schermo.

Preparazione e realizzazione non sono state semplici, e gli autori hanno potuto toccare con mano le difficoltà che avversano il cinema nostrano. Anzitutto quella di ottenere l’attenzione di potenziali finanziatori. Quindi, all’avventura che vive il personaggio principale nella finzione si aggiungono le traversie vissute dietro le quinte dagli ostinati neo-cineasti. Ora che il loro lavoro è finalmente completo, al pubblico l’ardua sentenza.

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