Più di 2 mila persone tra volontari, addetti alla protezione civile, ministri straordinari della Comunione. Oltre 800 mila fedeli. Una folla umanaprenderà parte all’evento religioso più importante per la Sicilia negli ultimi anni: la beatificazione di padre Pino Puglisi
Di Patrizia Romano
Un prete di trincea? Un eroe dei nostri tempi? Un cittadino con un grande senso di giustizia che non sopportava le cose storte? Un martire dell’isolamento sociale? La vittima di un sistema fondato sull’omertà? O semplicemente un grande rompiscatole, che rompeva in nome di Cristo?
Chi era Padre Pino Puglisi o 3P, come lo chiamavano i ragazzi della sua parrocchia di Brancaccio? Non certo il santo dei miracoli o dei prodigi. Una personalità apparentemente comune, comunque, eclettica, articolata in mille sfaccettature caratteriali e ricca di importanti peculiarità. Una personalità grande che lo ha reso vittima di un sistema perverso e complesso, dove la sua voce è rimasta isolata per, poi, venire squarciata dalla fragranza assordante dei colpi di pistola che lo hanno stecchito e, in nome di Dio, zittito per sempre.
Il prossimo 25 maggio, il suo amore e il suo coraggio raggiungeranno il culmine nella celebrazione di beatificazione. Un evento preceduto da un lungo processo di beatificazione, dove non si registrano fatti trascendentali da annoverare tra le sue azioni che hanno spinto al processo di beatificazione, ma azioni semplici di amore e umiltà.
Vita di Padre Pino Puglisi
Padre Puglisi nasce il 25 settembre del ’37 a Brancaccio, uno dei quartieri socialmente più disagiati di Palermo. La sua famiglia, il padre calzolaio e la madre sarta, è una famiglia di origini molto umili. E’ proprio qui, tra gli edifici poveri della borgata palermitana che nasce il sacerdote.
Conduce un’esistenza grama, che su di lui e sulla sua fede per Cristo, che comincia ad amare molto presto, non grava per nulla. Anzi… la rafforzano. Nel corso degli anni, il Signore bussa tante volte alla sua porta. Cristo, però, è molto pazienze con il giovane Pino, e lo aspetta, senza forzarlo, accogliendolo soltanto quando il suo discepolo sarà pronto.
Entra in seminario a 16 anni. Nel 1960, diventa sacerdote. Comincia a vivere il sacerdozio in posti diversi, ma il suo cuore rimane a Brancaccio dove, dopo varie esperienze, vi ritorna. Anche se si tratterà, poi, di un ritorno infelice e nefasto dove incontra la morte.
Qui, comunque, durante il suo sacerdozio vive nel perpetuo amore di Dio, donando a lui e agli altri tutto ciò che può. E’ il sacerdote di tutti. Diventa molto presto il punto di riferimento per la gente del quartiere. Impara a conoscere tutti gli abitanti; uno per uno e con tutti apre un dialogo a tu per tu. Ma proprio con tutti, pure con quelli che cerca di redimere dai peccati, attraverso le invocazioni dal pulpito.
Aspetto organizzativo
Senza miracoli, dunque, 3 P arriva al fatidico giorno che, molto presto, lo vedranno ‘Beato’.
Un evento straordinario che vedrà la partecipazione di circa 1.200 volontari, tra scout, 400 circa; 120 addetti alla protezione civile; più di 300 ministri straordinari della Comunione e altrettanti accompagnatori; nonché un centinaio di addetti alle sagrestie e alle autorità. Un esercito di fedeli e non, ma tutti quanti pronti a fornire il proprio apporto alla celebrazione di Beatificazione di padre Pino Puglisi, in programma sabato prossimo 25 maggio, al Foro Italico alle 10.30.
Ma le cifre diventano veramente strabilianti, quando spostiamo l’attenzione sulle migliaia di fedeli veri e propri. Secondo le previsioni, dovrebbero partecipare almeno 80.000 fedeli: 100 Vescovi; 700 tra sacerdoti e diaconi provenienti da ogni parte d’Italia; oltre 200 tra personalità del mondo istituzionale. I partecipanti saranno forniti del libretto per partecipare alla liturgia, una rivista, una immagine del Beato con la sua biografia e una bottiglietta di acqua.
Intanto sono partiti i lavori per l’allestimento del palco dove sarà sistemato l’altare per la celebrazione di Beatificazione. Nei giorni scorsi il vescovo Ausiliare mons. Carmelo Cuttitta, accompagnato dal direttore dall’Ufficio pastorale don Salvo Priola e dal consulente tecnico ingegnere Maurizio Russo, ha effettuato un sopralluogo al Foro Italico per gli accorgimenti logistici legati all’evento che sarà ripreso in diretta e trasmesso su Rai 1. Previsti altri collegamenti con alcune emittenti locali televisive e radiofoniche.
Il palco sarà disposto con le spalle rivolte al mare e guarderà la Porta dei greci per consentire una migliore visibilità a tutti i fedeli. Il prato sarà diviso in settori della capienza di 4.000 persone ciascuno. Al Foro italico potranno accedere tutti senza bisogno di pass, mentre i posti a sedere saranno riservati ai presbiteri e diaconi, ai disabili e alle autorità per un totale di circa 1.600 posti. Saranno disposte 4 aree di emergenza e operatori medici distribuiti tra la folla, pronti a fornire assistenza.
“Si tratta di un evento significativo per la nostra Arcidiocesi e per l’intera Sicilia – dichiara il vescovo ausiliare mons. Carmelo Cuttitta, capo della macchina organizzativa – l’augurio è che tale evento possa essere vissuto in pienezza e chi viene da fuori possa trovare ospitalità e conforto da parte di tutti noi come in passato in occasione di altri eventi simili”.
La celebrazione sarà preceduta da due momenti comunitari: il 23 maggio sarà dedicato a un’adorazione Eucaristica in tutte le parrocchie e comunità religiose dell’Arcidiocesi, mentre il 24 si svolgerà una Veglia di preghiera che si svolgerà il 24 maggio alle ore 21, in via Fichidindia a Brancaccio, proprio sul terreno dove sorgerà la nuova chiesa intitolata al martire palermitano. Terreno concesso alla Curia arcivescovile dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia.
Durante la veglia verrà dedicato un inno al parroco ucciso dalla mafia, composto da don Giuseppe Bruno e dal fratello Daniele. Alla fine del momento di preghiera ci sarà una serata di animazione per i più giovani alla quale parteciperanno alcuni artisti locali.