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Coronavirus, ecco spiegate tutte le misure economiche

Coronavirus e le misure economiche spiegate. Facciamo il punto sui finanziamenti in Italia e in Europa

Le avevamo anticipate nell’articolo della scorsa settimana la serie di misure economiche in arrivo per affrontare la pandemia in corso… misure poi adottate con il decreto legge pubblicato nella notte tra martedì e mercoledì della scorsa settimana e rimbalzate nelle nostre case sotto il nome di decreto “Cura Italia”… 25 miliardi stanziati e flussi di 350 miliardi pronti ad essere mobilitati… e poi cos’è successo?

PEPP

La Banca Centrale Europea ha annunciato il così detto PEPP, un allentamento monetario di 750 miliardi di euro… e c’è poi chi ha parlato di interventi globali che sfioreranno i 2.000 miliardi… più significativi del Piano Marshall, il programma che ci aiutò ad uscire dalle rovine della seconda guerra mondiale… Insomma, tanti numeri, misure spesso non comprese in toto e, nonostante il momento di grande incertezza per tutti e il crescente numero delle vittime arrivate adesso oltre a 6.000 decessi, non sono mancate inutili polemiche proprio sui numeri… che, inevitabilmente, hanno portato ancora a maggiore confusione. Iniziamo dunque facendo prima chiarezza sui finanziamenti (e cosa questi vogliono dire) e vediamo poi quali sono le misure economiche made in Italy e made in Europe.

L’Italia e i finanziamenti, capiamoci qualcosa

Nei passati giorni ho ricevuto e visto a tante volte nel feed del mio instagram un’immagine in cui si mettono a confronto le risorse stanziate da vari paesi per combattere la crisi. Una lista che va più o meno così: Stati Uniti 850 miliardi, Germania 550 miliardi, Regno Unito 330 miliardi, Francia 300 miliardi, Spagna 200 miliardi, Italia 25 miliardi… e poi la frase, “Ecco le risorse che i principali paesi stanzieranno per combattere la crisi”.

Il paragone non funziona. Perché?

Tuttavia questo paragone non funziona… perché? Perché le cifre corrispondono a tipologie di risorse completamente diverse. I 25 miliardi di euro allocati tramite il Decreto Cura Italia (di cui parleremo di sotto), sono i soldi concretamente stanziati dallo Stato italiano e pronti ad essere spesi adesso per far fronte all’emergenza. In altre parole, si tratta dell’indebitamento netto richiesto per finanziare il bilancio statale dell’anno in corso… ovvero si emetteranno più titoli di Stato (aumentando il nostro debito pubblico) per finanziare le misure di sostegno economico contro il coronavirus… invece… …i miliardi sopra indicati degli altri paesi (così come i 350 miliardi “pronti ad essere mobilitati” che richiamavo sopra nel caso dell’Italia) NON SONO le risorse che i governi intendono spendere adesso, ma si tratta della liquidità a disposizione per fronteggiare la crisi… mi spiego meglio.

Di quali soldi si tratta

Sono i soldi che i paesi saranno in grado di assicurare al proprio tessuto economico in questo periodo di emergenza, ma non quelli concretamente messi in campo adesso contro l’epidemia… da un lato è come dire “ho 350 miliardi in banca pronti per la crisi che spenderò SE sarà necessario” e dall’altro dire “sto spendendo 25 miliardi nell’immediato”… due cose completamente diverse! Ma cosa vuol dire tutto ciò? Che non ha senso alcuno mettere a confronto queste cifre (creare queste immagini di comparazione e darle in pasto ai social) che purtroppo portano ancora più incertezza… Ma andiamo avanti e cerchiamo di capire cosa c’è esattamente in questo provvedimento e quali altre misure sono state adottate dall’Europa per far fronte a ciò che è stato già definito come il terzo grande “shock” economico, finanziario e sociale del XXI secolo.


 Le misure del decreto “Cura Italia”, spiegate
 Se vuoi, vai direttamente ai provvedimenti che ti riguardano… 

Cassa integrazione

La cassa integrazione è uno dei principali ammortizzatori sociali utilizzati in Italia. Si tratta in sostanza di un sussidio che in particolari condizioni viene erogato dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, principale ente del sistema pensionistico pubblico italiano) ai lavoratori di cui un’azienda non ha più bisogno, oppure ha un bisogno limitato per un certo periodo di tempo. Lo scopo della cassa integrazione è quello di proteggere i posti di lavoro durante crisi o particolari situazioni temporanee come quella che stiamo vivendo in queste settimane. Con il decreto, la tutela viene estesa e semplificata. Le aziende che operano a regime ridotto a causa della pandemia potranno fare richiesta di cassa integrazione ordinaria, mentre le aziende con meno di cinque dipendenti e le ditte individuali, potranno fare richiesta di cassa integrazione in deroga. In pratica, lo Stato pagherà parzialmente gli stipendi dei dipendenti.

Assegno da 600 Euro

Bonus indennità di 600 euro per il mese di marzo (e si parla anche di un secondo assegno ad aprile se la crisi si prolungherà) a integrazione o sostituzione dei mancati guadagni per lavoratori autonomi, partite IVA, co-co-co, lavoratori agricoli, stagionali impegnati nel settore turistico e termale e lavoratori dello spettacolo non dipendenti. L’assegno sarà pagato dall’INPS, come? Più info comunicate nei prossimi giorni sul loro sito.


Bonus di 100 euro per il lavoro in sede

I dipendenti che hanno lavorato dalla sede della propria impresa possono richiedere un bonus pari a un massimo di 100 euro in proporzione alle giornate trascorse in ufficio sul totale delle giornate lavorative del mese di marzo.


Aiuti alle imprese

Per stimolare gli investimenti il decreto prevede nuove garanzie pubbliche per sostenere i prestiti richiesti dalle imprese in difficoltà ed espanderà i sistemi di garanzia già esistenti. Ogni singola impresa potrà ricevere fino a 5 milioni di euro in garanzie dal Fondo di Garanzie per le piccole e medie imprese. Che vuol dire? La garanzia del Fondo è una agevolazione già esistente del Ministero dello Sviluppo Economico e finanziata anche con risorse europee per professionisti e piccole e medie imprese. L’obbiettivo è sostituire le costose garanzie normalmente richieste per ottenere un finanziamento e favorire così gli investimenti. Misure specifiche a supporto dei prestiti sono state prese per i settori più colpiti dalla crisi (come turismo, ristorazione, sport, logistica e trasporti).

Aiuti alle famiglie con figli

I lavoratori dipendenti con figli di età non superiore a 12 anni potranno chiedere un massimo di 15 giorni di congedo dal lavoro, ricevendo un bonus di indennità pari al 50% del normale stipendio oppure richiedere un bonus per baby sitter di massimo 600 euro (moduli per la richiesta presto sul sito dell’INPS).

Sospensione scadenze fiscali e pagamenti

Sospesi fino al 31 maggio, poi da pagare in un’unica soluzione o in cinque rate, tutti i pagamenti delle assicurazioni obbligatorie, sia da parte di lavoratori che da parte delle imprese, nonché i pagamenti delle ritenute d’acconto (ovvero un’anticipo sulle imposte) dei contributi previdenziali e assistenziali (che ricordiamo sono le somme di denaro che vengono versate per finanziare le pensioni e tutte le prestazioni d’assistenza in caso di malattia, infortuni sul lavoro, maternità, disoccupazione, ecc., a cui tutti i lavoratori hanno diritto). Se vuoi approfondire dai un’occhiata qui.


Sospensione del mutuo prima casa

I lavoratori dipendenti e autonomi possono chiedere direttamente alla banca o all’operatore finanziario che ha concesso il mutuo, la sospensione delle rate per prestiti sulla prima casa per nove mesi per perdita del lavoro, cassa integrazione di almeno 30 giorni o riduzione di almeno il 33% di fatturato per i lavoratori autonomi.

Credito di imposta per botteghe e negozi

È stato introdotto un credito d’imposta del 60% sugli affitti di botteghe e negozi relativo al mese di marzo. Il credito non riduce il canone di locazione, ma potrà essere utilizzato in compensazione ai pagamenti di natura fiscale in F24. Queste sono alcune delle misure più significative finanziate con i 25 miliardi del decreto Cura Italia… vediamo adesso cosa è accaduto a livello comunitario.


Il programma d’emergenza Europeo, spiegato

Mentre ancora erano a giro le polemiche per la reazione così debole del vertice della BCE, e soprattutto della sua presidente Christine Lagarde, con le sue affermazioni diciamo “poco rassicuranti”… qualche giorno fa, nella sera di mercoledì, il direttivo della banca europea si è riunito d’urgenza ed in tre ore ha varato un piano d’intervento a favore degli Stati, delle loro imprese e dei loro cittadini, di 750 miliardi di euro… Esatto, proprio il girono di San Giuseppe arriva PEPP, ovvero la sigla del programma battezzato “Pandemic Emergency Purchase Programme”. Di cosa si tratta esattamente? Parlavamo su di un allentamento monetario… infatti il Quantitative Easing (che potresti vedere a giro anche con la sigla QE) è un’operazione che rientra nelle politiche monetarie adottate da una banca centrale che decide di comprare beni (generalmente azioni o titoli di stato) con denaro creato ex-novo… i potenziali effetti sono due… …(1) aumento dell’attività economica, promosso dalla maggiore circolazione di liquidità e (2) abbassamento del costo dei prestiti.

Stimolare la crescita economia

Quindi accediamo al credito più facilmente, spendiamo e, di conseguenza, stimoliamo la crescita economica… Il piano europeo prevede dunque che la BCE acquisterà titoli pubblici e privati, inclusi i “commercial paper”, ovvero le cambiali e i prestiti a breve che tengono in vita molte aziende e piccole e medie imprese italiane… Come dicevamo nell’articolo di due settimane fa queste sono misure immediate, tattiche, che mirano a far fronte all’emergenza con garanzie per famiglie, imprese e lavoratori, e con l’intento, nel breve periodo, di stimolare i consumi ed evitare il collasso completo… tuttavia ciò di cui avremmo davvero bisogno (ormai da tempo e indipendentemente dal coronavirus) sono anche riforme profonde, coraggiose e più strategiche che possano incentivare la crescita nel medio/lungo periodo e portarci in una nuova fase di ammodernamento del nostro amato paese…

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