Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Zona d’ombra – Una scomoda verità

di Massimo Arciresi

I film della settimana consigliati da Massimo Arciresi

Zona d’ombra – Una scomoda verità (Concussion, USA/GB/Australia, 2015) di Peter Landesman con Will Smith, Alec Baldwin, Gugu Mbatha-Raw, Albert Brooks

Il dottor Omalu, nigeriano che negli USA ha studiato e preso un’infinità di specializzazioni, durante un’autopsia praticata a un famoso giocatore di football americano caduto in disgrazia scopre un’anomalia cerebrale, le cui cause sono da ricercare nel violento sport praticato dall’uomo per anni. E purtroppo la pazzia autolesionista che lo ha colpito non si rivelerà un caso isolato. Il paziente svelamento di una sindrome condotto con coscienza e abnegazione dal medico, tuttavia, sarà pesantemente ostacolato da colleghi collusi con la NFL, decisa a screditarlo. Una vicenda vera e nobile, narrata sobriamente da Landesman (che l’ha sceneggiata a partire da un articolo pubblicato su GQ) e interpretata con grande partecipazione da Smith. Brooks nel ruolo del fiducioso superiore Wecht merita una menzione. 

Oppure…                                 pellicola

Truman – Un vero amico è per sempre (Truman, Spagna/Argentina, 2015) di Cesc Gay con Ricardo Darín, Javier Cámara, Dolores Fonzi, Oriol Pla

Si può ancora fare un film su una bella amicizia evitando melensaggini e ovvietà? Il regista Gay ci dice di sì, purché ci si affidi a un equilibrio espositivo che non deve mai venir meno e a degli attori capaci. Per l’appunto: se Cámara perpetua – forse troppo, ma senza disturbare – gli imbarazzi di fronte alle uscite del compare malato e ormai privo di inibizioni (per trascorrere del tempo con lui ha viaggiato dal Canada alla Spagna), Darín nel ruolo dell’attore argentino che non le manda più a dire ma sa incassare è straordinariamente misurato. E il suo cane (che dà il titolo) è un toccante simbolo.

 

La frase della settimana

«Mi ha fatto davvero molto piacere parlare con lei… e con tutti voi.» Il monaco certosino Toni Servillo al termine di una conversazione in un lussuoso albergo si fa beffe dei ministri del G8 che lo stanno spiando, nell’atroce dubbio che egli abbia ricevuto una confessione compromettente dal direttore del Fondo Monetario Internazionale (Daniel Auteuil) nel pressoché ottimo Le confessioni (Italia/Francia, 2016) di Roberto Andò.

 

 

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