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Zes in Sicilia… magicamente “super” Zes

A dare l’ulteriore sferzata all’operatività delle Zes in Sicilia, la costituzione dei comitati di indirizzo. Potranno essere, molto presto, pienamente operative e potranno godere anche di un sostanziale potenziamento, che le farà diventare “super” Zes

di Patrizia Romano

“Super” Zes. E così, anche in Sicilia, le Zes (Zone economiche speciali) sono, finalmente, entrate in piena funzione. Potranno essere, molto presto, pienamente operative e potranno godere anche di un sostanziale potenziamento, che le farà diventare “Super” Zes.
A dare l’ulteriore sferzata all’operatività delle Zes in Sicilia è stata la costituzione dei comitati di indirizzo sia delle Zes della Sicilia orientale sia occidentale.
Per essere più precisi, la settimana scorsa è stato approvato il regolamento interno del comitato di indirizzo della Zes Sicilia orientale e sono state sottoscritte le convenzioni con gli istituti di credito e finanziari. Mentre, la presentazione del comitato di indirizzo relativo alla Zes Sicilia occidentale è prevista per il prossimo 25 maggio a Palermo.
Così saranno di più le “Super” Zes.

Un parto lungo e difficile, quello delle Zes in Sicilia. Ancora di più per trasformarle in “Super” Zes. Un percorso che annovera innumerevoli ritardi, indecisioni e incomprensioni.


I Comitati

I comitati di indirizzo sono un elemento fondamentale per il funzionamento delle Zes nell’Isola, in quanto rappresenta la struttura di governo delle stesse Zes siciliane. L’elemento che, in poche parole, consentirà la reale partenza delle Zes siciliane e, in un secondo momento, delle “Super” Zes

Delle 69 Zes presenti in Europa, due sono siciliane.


L’iter di approvazione

Con l’approvazione all’Ars dell’articolo 7 della Legge di stabilità, “Agevolazioni in favore delle imprese localizzate nelle zone economiche speciali della Sicilia”, le attività all’interno di questo perimetro potranno usufruire di semplificazioni amministrative e agevolazioni economiche.
Stando alla teoria, le Zes dovrebbero rappresentare un trampolino di lancio per l’economia siciliana. Su queste zone, infatti, il Governo regionale applicherà ulteriori agevolazioni fiscali.


In cosa consistono le agevolazioni


Le agevolazioni fiscali verranno parametrate ai ricavi delle vendite e delle prestazioni derivanti dall’attività svolta dall’impresa. A proposito di agevolazioni, le imprese siciliane che intraprendono una nuova attività economiche nelle Zes potranno usufruire di una riduzione del 50% dell’imposta sul reddito derivante dallo svolgimento di tale attività.
La nuova disciplina prevede, oltre alle agevolazioni amministrative, incentivi economici, in termini di credito di imposta sugli investimenti realizzati entro il 31 dicembre 2022, entro la soglia massima di 50 milioni di euro di investimento.


Quale elemento giuridico stabilisce i benefici economici

 
I benefici economici delle Zes sono stabiliti dal decreto legge n. 91 del 2017 e prevedono notevoli incentivi fiscali. Tra questi, il credito d’imposta per gli investimenti fino a 50 milioni di euro. L’altro vantaggio è rappresentato da un consistente regime di semplificazioni amministrative. Processo da attuare attraverso protocolli e convenzioni. Elementi, che prevedono anche l’accelerazione dell’iter per garantire l’accesso agli interventi di urbanizzazione primaria (gas, energia elettrica, strade, idrico) alle imprese insediate nelle aree interessate.
L’intensità delle agevolazioni verrà calibrata in base alla dimensione dell‘impresa richiedente, non potrà superare le soglie determinate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale


Obiettivi


L’obiettivo che si vuole raggiungere con la costituzione delle Zes è quello di incrementare gli investimenti produttivi e attrarre nuovi capitali nell’Isola. Un obiettivo che coinvolgerà direttamente gli imprenditori interessati a localizzare nell’Isola le loro aziende.
La costituzione del comitato consentirà l’approvazione di tre convenzioni con i due principali istituti di credito nazionali: Unicredit, Intesa e Irfis.


Cosa sono le Zes

Ma facciamo un passo indietro per capire meglio cosa sono esattamente le ZES.
Le zone economiche speciali sono delle aree geograficamente delimitate e ben identificate. Zone, che devono ricadere entro i confini dello Stato. Queste possono essere costituite anche da aree non territorialmente adiacenti. Fondamentale, però, è che presentino un nesso economico funzionale e che comprendano almeno un’area portuale. Infatti, oltre al commissario straordinario di Governo e all’assessore alle Attività produttive, fanno parte del Comitato i presidenti dell’Autorità del Sistema portuale del mare.


Quali sono i Comuni che rientrano nelle Zes


Zes Sicilia Orientale

Nella Sicilia orientale sono state individuate 39 aree rientranti nella Zes e che sono all’interno dei comuni di: Acireale, Assoro, Augusta, Avola, Belpasso, Caltagirone, Carlentini, Catania, Comiso, Enna, Floridia, Francofonte, Gela, Lentini, Melilli, Messina, Milazzo, Militello Val di Catania, Mineo, Modica, Monforte San Giorgio, Niscemi, Pace del Mela, Pachino, Palazzolo Acreide, Paternò, Pozzallo, Priolo Gargallo, Ragusa, Rosolini, San Filippo del Mela, San Pier Niceto, Scordia, Siracusa, Solarino, Troina, Villafranca Tirrena, Vittoria e Vizzini.


Zes Sicilia Occidentale

Nella Sicilia occidentale, invece, ricadono in altri 23 comuni. Aragona, Calatafimi Segesta, Caltanissetta, Caltavuturo, Campofelice di Roccella, Carini, Cinisi, Custonaci, Favara, Licata, Marsala, Mazara del Vallo, Misilmeri, Palermo, Palma di Montechiaro, Partinico, Porto Empedocle, Ravanusa, Salemi, Santa Ninfa, Serradifalco, Termini Imerese e Trapani.
All’interno di questi comuni si potrà usufruire delle agevolazioni Zes soltanto in determinate aree. Purtroppo, non su tutto il territorio comunale.


Requisiti

Per accedere ai benefici, le imprese, devono risiedere nelle zone geografiche individuate e dovranno rispondere ad alcuni requisiti di base. Devono essere regolarmente costituite e iscritte nel registro delle imprese e devono essere nel pieno esercizio dei propri diritti.

Bisognerà non rientrare tra i soggetti che hanno ricevuto gli aiuti dalla Commissione Europea. Così come bisognerà dimostrare di non essere in difficoltà e di non operare in alcuni settori. Tra questi, quello dell’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia. Ma anche nei settori creditizio, finanziario ed assicurativo.
Infine, bisognerà essere a posto con il documento di regolarità contributiva. Documento che attesti l’adempimento dei propri obblighi legislativi e contrattuali.

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