Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Violenza economica sulla donna: il volto subdolo della violenza

Una delle forme di violenza più diffuse e più subdole perpetrate sulla donna. Violenza economica sulla donna, un fenomeno in crescita

di Patrizia Romano

La cultura finanziaria è un elemento imprescindibile per ottenere autonomia, indipendenza e libertà.
Un’acquisizione che consentirebbe alle donne la piena consapevolezza dei propri diritti. Ma soprattutto, limiterebbe una delle forme di violenza più diffuse e più subdole perpetrate sulla donna: la violenza economica.
Negli ultimi anni, la violenza economica ha subito un forte incremento in tutta Italia. I dati più allarmanti si registrano, comunque, nel Meridione d’Italia, in particolare in Sicilia. Una regione dove si registra il tasso più alto di disoccupazione femminile.
Una delle province più colpite della Sicilia è la provincia di Catania, dove si registra una forte recrudescenza del fenomeno.


Guida informativa “Conoscere per proteggersi”

La mancanza di indipendenza economico-finanziaria è una delle cause principali per cui le donne faticano a segnalare i maltrattamenti. La consapevolezza della gravità del fenomeno acquisita sul piano istituzionale ha spinto la Banca d’Italia e il Consiglio Nazionale del Notariato a redarre una guida informativa “Conoscere per proteggersi”.
Una strategia di sensibilizzazione che ha coinvolto le associazioni di tutela delle donne più deboli e i notai che svolgono un ruolo fondamentale di informazione preventiva, proprio in merito alle scelte economiche familiari.
La guida ha trovato pieno riscontro nell’ottica di una conoscenza che permetta alla donna di intraprendere la strada migliore e di proteggersi . Tanto da aprire la possibilità di un protocollo per fare rete con notai e avvocati. E, quindi, realizzare una carta dei servizi di informazione che accenda i riflettori sui diritti e sui vantaggi fiscali, anche per le aziende che assumono donne vittime di violenza. Uno strumento importantissimo per affrancare le donne da situazioni di degrado e dipendenza.


Uno studio condotto dall’Istat

Quando parliamo di violenza sulle donne, solitamente si fa riferimento alla violenza fisica. Questo perché la violenza fisica ha gli esiti tragici che balzano sulla cronaca.
Uno studio condotto dall’Istat, però, riporta la violenza economica, accendendo i riflettori sui dati. Nel 2020, 15.837 donne si sono rivolte a un centro antiviolenza, denunciando vari tipi di violenza subita. Ebbene, nel 37,8 per cento si trattava di violenza economica.
La violenza economica racchiude una serie di atteggiamenti di controllo e monitoraggio nei confronti di una persona. Limita ogni forma di libertà sotto la costante minaccia di vedersi negate le risorse di sopravvivenza.

Divario di genere

Questo innesca un rapporto di dipendenza nociva che costringe le vittime a non poter interrompere questo tipo di relazione.
Rispetto ai livelli pre-pandemia, negli ultimi mesi in Italia è aumentato il tasso d’occupazione, in particolare, quello femminile.
Tuttavia, è ancora presente un divario di genere che si fatica a colmare. Ed è proprio questo che espone maggiormente ai rischi di violenza economica sulla donna . Non lavorando non si guadagna, e dunque non si ha una propria indipendenza economica.
Una delle cause della disoccupazione femminile è rappresentata dal carico della famiglia, che grava principalmente sulle donne.

Inoltre, le donne sono impegnate in settori meno redditizi e, spesso, con contratti part-time proprio per conciliare il lavoro con la famiglia.
Difficilmente sul lavoro rivestono ruoli di responsabilità o posizioni di prestigio. Frutto di un retaggio culturale di una società ancora ostinatamente maschilista.
Tutto ciò innesca un meccanismo perverso di dipendenza dal quale la donna non vede via d’uscita.


La ricerca condotta da Episteme


Secondo una ricerca condotta da Episteme, il 55,2 per cento di uomini dichiara di avere il pieno potere gestionale sulla vita finanziaria della famiglia. Mentre le donne che detengono la gestione finanziaria sono soltanto il 37,6 per cento.
Inoltre, l’85 per cento degli uomini contro il 63 per cento delle donne gode di un proprio reddito personale, di un conto corrente risulta più alto per gli uomini. In particolare, il 62,7% degli uomini del campione dichiara di percepire un reddito.
Tutti dati legati alla maggiore disoccupazione femminile.

Formazione è prevenzione

In questo contesto, i percorsi di educazione finanziaria risulterebbero un valido strumento preventivo e un argine contro la violenza economica sulla donna .
È fondamentale avere la consapevolezza di quanto sia indispensabile avere una propria autonomia. Pertanto, occorre agire sul piano della formazione.
La prevenzione, lo sviluppo di competenze economico-finanziarie di base e l’abbattimento degli stereotipi di genere sono fondamentali per contrastare eventuali abusi economici. Sono uno strumento necessario alle donne per diventare più consapevoli delle loro capacità e per far fronte a potenziali situazioni di violenza.

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