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Paparazzi fai da te

di Redazione

Al giorno d’oggi i vip postano incessantemente i loro banali selfie (anche dei momenti privati) per avere una maggiore visibilità

 

di Andrea di Napoli

Al giorno d’oggi i vip postano incessantemente i loro banali selfie (anche dei momenti privati) per avere una maggiore visibilità. Se, infatti, per caso nessun fotografo sta degnando di attenzione la performance artistica o festaiola del personaggio televisivo o del calciatore o perfino del politico “chiacchierato”, sono gli interessati stessi che attraverso il proprio sofisticato telefonino e grazie a velocissime connessioni ai social network e a tutti gli organi di informazione, trasmettono le immagini della loro più recente impresa notturna, o svelano il corteggiatore misterioso e la compromettente alleanza istituzionale. Si tratta di episodi di strategia mediatica o di semplici manifestazioni di vanità personale? Solo in parte la ragione va ricercata nel puro esibizionismo.

La figura del fotografo nella via Veneto romana della “dolce vita” era spesso temuta, altre volte rispettata, ma sempre considerata come “l’occhio indiscreto” della stampa mondana puntato sulla vita privata degli attori e delle personalità più note. Il neologismo “paparazzo”, coniato da Federico Fellini, si riferiva al fotografo Tazio Secchiaroli che, all’uscita dei locali notturni, era solito cogliere attori famosi in circostanze o compagnie inopportune per l’epoca (adesso ci apparirebbero situazioni candide ed innocenti) e per questo motivo provocava spesso violente reazioni da parte degli interessati i quali inspiegabilmente non volevano essere ripresi e “finire sui giornali”, gelosi della propria vita privata. Dallo stesso termine deriva anche il verbo transitivo “paparazzare” passato rapidamente dalla stampa scandalistica al linguaggio comune e terminato sul dizionario.

Walter Chiari reagisce
(In una fotografia di E. Sorci del 1957 Walter Chiari reagisce agli scatti di un insistente fotografo)

Non tutto il pubblico era così ingenuo da credere totalmente che tra il fotoreporter ed il soggetto talvolta non ci fosse una segreta complicità, dimodoché, attraverso un tacito accordo, il servizio fotografico, una volta pubblicato, si trasformasse in un espediente per dare al divo, non del tutto incolpevole, ulteriore fama e notorietà.
La tendenza di riprendere anche fuori dal set le celebrità e i personaggi più popolari prosperò negli anni del boom economico, facendo da contraltare alle immagini delle famiglie reali o dei Papi e di tutte le cerimonie ufficiali in cui erano coinvolti sovrani, principesse, ed autorità in genere, che vivevano ancora in un mondo “irraggiungibile” ed apparivano troppo distanti da un pubblico modesto e poco istruito.

Tuttavia, oggigiorno viviamo in una società in cui ogni avvenimento è documentato da immagini: tutto ciò che non è visibile non ci risulta. Come se non fosse mai accaduto. Si aggiunga a ciò che la nostra memoria tende a dimenticare sempre più rapidamente quei personaggi la cui immagine cessa di “bombardarci” quotidianamente attraverso giornali, programmi televisivi e siti web. Attualmente, ma forse ancora per poco, per mantenere l’attenzione del pubblico su se stessi, ai vip sarà sufficiente diffondere i selfie scattati durante una cena con amici o quelli durante un weekend con l’ultimo flirt, così da potersi presentare ancora come protagonisti attivi della moderna “società dell’immagine”.

 

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