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Nuovo slancio per i 120 anni del Teatro Massimo

Intervista a Francesco Giambrone, oggi nuovamente sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo...

di Redazione

Il curriculum parla da solo. Dalla fondazione della sezione giovanile degli Amici della musica nel ’75 alla nomina di Assessore alla cultura di Palermo. Dalla sovrintendenza del Teatro Massimo a quella del Maggio Fiorentino. Decine di pubblicazioni e collaborazioni con le università. Lui è  Francesco Giambrone, oggi nuovamente sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo. Un teatro che vive una nuova vita e che  quest’anno festeggerà i 120 anni dalla costruzione ed i 20 dalla riapertura con un ricco cartellone e tante novità

 

 di  Claudia Ferreri

 

Partiamo dall’ultimo evento, Opera Camion. Gran successo! Una formula innovativa che ha coinvolto un pubblico variegato, mostrando un Teatro “aperto” a tutti, in piazze strategiche della città. Ce ne parli e a quando la prossima opera?
 “Opera Camion è stato un esperimento perfettamente riuscito, una sorta di Carro di Tespi 2.0 che abbiamo voluto portare nelle periferie, nei quartieri disagiati, nei territori a rischio più alto di esclusione sociale e ad alta densità mafiosa. Il valore sociale, prima ancora che culturale di un progetto del genere, mi sembra evidente. È un progetto che si inquadra nella nostra politica di apertura alla città e di coinvolgimento di pubblici diversi, mirata a far diventare il Teatro un luogo di incontro e di riferimento della città, un luogo dove ritrovarsi, dove stare insieme, dove condividere esperienze ed emozioni. Un teatro aperto, che accoglie e valorizza i bambini delle comunità di immigrati di Palermo con il Coro arcobaleno, che promuove una rassegna interamente dedicata alle famiglie e alle scuole accanto alla stagione istituzionale, che propone abbonamenti flessibili con la possibilità di pagare anche a rate. Un teatro che, come abbiamo fatto recentemente con Butterfly, proietta su un maxischermo all’esterno l’opera che si svolge sul palcoscenico e la propone a una platea di mille spettatori che pagano solo un euro per assistere: una sedia, un euro.francesco-giambrone

Il Teatro Massimo, nonostante la crisi generale, è sicuramente esempio in positivo. Con la sua gestione è stata data una spinta propulsiva, nuova linfa vitale. Qual è la formula di questo successo?
“Ci sono diverse ragioni di soddisfazione. La prima è di avere messo al sicuro i conti del Teatro. Pochi mesi fa è stato dato il via libera definitivo al piano di risanamento, via libera che consente di accedere a un prestito da 8 milioni di euro a tasso agevolato da parte del ministero dell’Economia. Il bilancio previsionale 2016 è in equilibrio e il bilancio consuntivo 2015 ha fatto registrare un avanzo per il 3°anno consecutivo, cosa che consentirà al Teatro di accedere alla premialità prevista per le Fondazioni virtuose, cioè per quelle che chiudono tre bilanci consecutivi in attivo. E poi c’è il boom delle visite guidate, il grande incremento degli abbonamenti (+ 22 per cento quelli relativi alla stagione di opere e balletti 2016, una percentuale che sale al 25 per cento se si tiene conto anche degli abbonamenti alla stagione concertistica), all’ottimo andamento complessivo del botteghino. Io credo che questi siano risultati da ascrivere da un canto alla politica di apertura alla città di cui dicevo, dall’altro alla volontà di dialogo con tutti gli attori, dalle istituzioni ai sindacati”. 

Come non notare la presenza sui maggiori sociale, ultima novità, la app. Qual è stato il riscontro?
“La nuova app del Teatro Massimo è stata accolta con grande favore: consente di essere sempre aggiornati sulla programmazione e sulle offerte della stagione grazie al calendario eventi e dà anche la possibilità di acquistare biglietti. Grazie alla geolocalizzazione è possibile lasciarsi guidare da una funzione, dedicata prevalentemente ai turisti, per raggiungere piazza Verdi. La presenza sui social è massiccia e strategica, con dirette Facebook di tutti i principali eventi che ci riguardano. Questo vuole essere un teatro che guarda al futuro: presto lanceremo una web tv, dando la possibilità di seguire opere e concerti sul nostro sito”.

In questo nuovo percorso di apertura del Teatro, ricordiamo il progetto i ” Bambini all’Opera” e gli Ambasciatori del Teatro
“Bambini all’opera è un’altra delle attività che si inquadra nelle strategie di un teatro aperto a tutti. Grazie alla collaborazione con l’associazione Libero Gioco, offriamo ai bambini la possibilità di partecipare a laboratori sull’opera mentre gli adulti seguono lo spettacolo in Sala grande. Non si tratta solo di offrire un luogo sicuro e stimolante dove lasciare i bambini, ma di creare un luogo dove i piccoli lavorano sull’opera che va in scena, in modo che genitori e figli, nonni e nipoti possano poi scambiarsi l’esperienza in famiglia. Gli ambasciatori del Teatro sono giovani, preziosi, che fanno a teatro un’esperienza che siamo sicuri sia importante per la loro formazione e si iscrivono in un rapporto forte, intenso e strutturato con l’Università di Palermo”.

E poi la possibilità di organizzare mostre, eventi perfino cene private. Il teatro quindi può essere anche business senza ledere l’immagine di solo tempio della musica e dell’opera?
“Certo che sì. Il Teatro è grande, ed è aperto 365 giorni all’anno. Anche renderlo disponibile per attività, convegni, occasioni esterne è un modo di animarlo e di farlo vivere. Oltre che una strategia per incrementare le entrate proprie e la capacità del Teatro di autofinanziarsi”.

Il 2017 sarà una stagione ricca di grandi classici. Registi importanti, protagonisti internazionali e una tournée in Giappone. Un ottimo modo per festeggiare i 120 anni del Teatro?
“Sì, una stagione importante. Nove opere, tre balletti, due progetti speciali, tredici concerti, un’importante e lunga tournée in Giappone. Una stagione che celebra i 120 anni dall’inaugurazione del Teatro, i venti anni della riapertura, i settanta anni di Salvatore Sciarrino e che vede protagonisti grandissimi nomi della scena internazionale. Un rinnovato sforzo nel segno della qualità, che si muove su tre direttrici: la sempre maggiore presenza del direttore musicale, Gabriele Ferro, che con grande generosità sarà sempre più coinvolto nell’attività del teatro e darà il suo contributo di qualità ed eccellenza; il livello paritario di tutti i cast scritturati che ci fa venir voglia di invitare tutti a vedere lo spettacolo due volte; lo sforzo nell’invitare direttori d’orchestra di grande prestigio. Ce l’abbiamo messa tutta per celebrare al meglio quest’anno. Il Teatro Massimo, con la sua bellissima storia, meritava questo sforzo e questo impegno di tutti”.

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