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Lea (livelli essenziali di assistenza) in Sicilia vicini alla soglia minima

Sanità: Spi Cgil Sicilia, rallentano in epoca Covid le attività di prevenzione e cura e a pagarne il prezzo sono soprattutto gli anziani in una regione con Lea (livelli essenziali di assistenza) già vicini alla soglia minima

di Redazione

Rallentano drasticamente in epoca Covid le attività di prevenzione e cura. A pagarne il prezzo sono soprattutto gli anziani. Soprattutto, in una regione con Lea (livelli essenziali di assistenza) già vicini alla soglia minima.
La Sicilia nel 2019 risultava la quart’ultima tra le 19 regioni italiane nell’erogazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza). L’Isola registrava un punteggio pari a 173, laddove la soglia minima è 160 ( fonte il  report pubblicato a settembre dal ministero della Salute).

Quando ad aggravare la situazione si è aggiunto il Covid

A pesare su una situazione già precaria è intervenuta l’epidemia da Covid 19. Poi, a causa del virus, tra riconversioni, diminuzione dei posti letto e chiusura di reparti e di ambulatori di specialistica, in questi ultimi due anni molti cittadini sono stati costretti a rimandare interventi e azioni di diagnosi e prevenzione.

Chi paga sono soprattutto gli anziani


Si sa, a pagare il prezzo più alto è stata ed è sempre la popolazione anziana. Chi lancia l’allarme è lo Spi Cgil Sicilia con Maria Concetta Balistreri, segretaria generale e Concetta Raia, componente della segreteria regionale Spi. Ci chiediamo, dicono, “quale sia la politica o la strategia del governo regionale  per fermare un trend che si rivela pericoloso soprattutto per anziani, soggetti fragili e meno abbienti”.
Balistreri e Raia rilevano che “molti cittadini hanno dovuto ripiegare sul settore privato rendendo le attività sospese a rischio di definitiva interruzione.

Il pubblico sempre più penalizzato

Le liste d’attesa nel pubblico si sono allungate. Mentre la nostra – sottolineano- è tra le ultime regioni d’Italia per copertura vaccinale dei bambini fino a 24 mesi. Questo, tra l’altro, sia nello screening di primo livello sia nell’offerta di assistenza distrettuale residenziale per anziani e disabili”.
Al palo anche gli screening per la prevenzione del tumore alla mammella e all’utero, per carenza di personale specializzato. “La sensazione è che la gravità della situazione- affermano Balistreri e Raia- sfugga al governo regionale. Non basta dotarsi di un piano per prevenzione se poi non si attivano tutti gli strumenti necessari. E siccome la prevenzione è di fondamentale importanza – sottolineano- occorre offrire i servizi, che non possono essere demandati al settore privato. Inoltre, è utile potenziare con strumentazioni e nuovo personale le strutture sanitarie pubbliche. Contemporaneamente, bisogna informare i cittadini sull’importanza di aderire ai programmi offerti dalle Asp per giungere a una prevenzione vera e per tutti, in ambito vaccinale e oncologico.

Bisogna rafforzare l’assistenza territoriale

Inoltre – aggiungono le due esponenti dello Spi Cgil – rafforzare l’assistenza territoriale è di fondamentale importanza. E importante per dare piena risposta alle esigenze dei cittadini e garantire il diritto alla salute”. “Sarebbe quanto mai opportuno- affermano Balistreri e Raia- convocare il tavolo regionale della Salute. Lo è, visto che non viene convocato da oltre tre mesi, nonostante le novità nel settore sanitario siano tante. Infatti- concludono-  il tavolo dovrebbe occuparsi oltre che di Covid, anche delle prospettive di miglioramento e cambiamento della sanità siciliana. Tra l’altro, considerate le scadenze e le risorse del Pnrr”.

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