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La toponomastica è femminile? Le strade di Donne in Movimento

La parità di genere dovrebbe essere un discorso già superato e ampiamente attuato, ma le Donne in Movimento rilevano una disparità anche nella semplice intitolazione delle strade. E sì che dalla cultura all'arte, alla letteratura, alla storia, di donne che meriterebbero che venisse loro intitolata una strada ce ne sono tante. Parte da Castellammare del Golfo una petizione per sfondare il "glass ceiling", quel tetto di vetro che impedisce di arrivare a una parità senza dover lottare per ottenerla, ma semplicemente meritandola.

di Redazione

Strade di Donna… L’intitolazione delle strade non è mai neutra, essa è frutto di una scelta culturale e politica che risente del clima dei tempi. Riteniamo che sia giunto il momento di dare un segnale di cambiamento e attribuire al ruolo delle donne il giusto peso che esse hanno avuto nella Storia, a partire dalla toponomastica.  
Questa la premessa di una petizione che il Coordinamento Donne in movimento di Castellammare del Golfo ha diffuso qualche giorno fa tramite la piattaforma Change.org, per sottolineare come anche la toponomastica avrebbe bisogno di parità di genere.
                  
Nel Comune di Castellammare del Golfo sono presenti solo 12 strade intitolate a donne contro 122 intitolate a uomini, uno squilibrio che ricalca quello nazionale, dove la media delle vie intitolate alle donne è del 5% contro il 40% degli uomini, media che bisogna cercare di bilanciare per stabilire un rapporto più paritario tra i generi anche in questo campo.
Per questo il Coordinamento “Donne in Movimento”, che raccoglie rappresentanti di varie associazioni castellammaresi che da anni si occupano di differenza di genere e diritti delle donne, propone l’intitolazione di dieci strade/piazze/rotonde ad altrettante donne che si sono distinte per il loro ruolo e le loro azioni nella società civile, nella politica, nella cultura, nell’arte e nella scienza.

“Le donne per le quali proponiamo l’adozione toponomastica sono state selezionate dopo attenta valutazione – si legge ancora nella petizione Strade di donna– e fatte oggetto di approfondita ricerca sia da parte nostra che da parte delle insegnanti e studentesse delle scuole superiori di Castellammare, che hanno aderito al progetto, adottando ciascuna tre figure tra le dieci da noi proposte.
Tali figure sono:
Anna Frank
Santa Caterina da Siena
Tina Anselmi
Rita Levi Montalcini
Emanuela Loi
Rosa Balistreri
Nilde Iotti
Elsa Morante
Maria Montessori
Alda Merini.
 
“A questi nomi va aggiunto anche quello di Ilaria Alpi, la giornalista di Rai 3 uccisa a Mogadiscio insieme al suo operatore Miran Hrovatin nel 1994. Riteniamo che l’impegno e il coraggio di questa giornalista, vittima di un agguato dai contorni ancora poco chiari, vadano ricordati e onorati non solo attraverso il murales a lei già dedicato nel 2019, ma anche con l’intitolazione di una strada cittadina“.

“Pur nella consapevolezza della difficoltà della procedura di sostituzione di nomi di strade già esistenti, invitiamo il Sindaco e la Commissione Toponomastica a prendere in considerazione questa possibilità nel caso di nomi che rispecchiano un passato storico di cui non si può andare fieri, come quelli che ricordano la nefandapolitica coloniale italiana di fine ‘800 e del ventennio fascista. Ci riferiamo nella fattispecie alle vie:
Tobruk
Adua
Agordat
Adigrat
Bengasi
Macallé

Strade di Donna

“Per i nomi di tali vie proponiamo la sostituzione con sei nomi di donne tra i dieci da noi selezionati.
Infine vorremmo porre all’ attenzione il fatto che nel nostro paese esistono intitolazioni fortemente divisive, come quella della piazza dedicata a Giorgio Almirante, esponente politico della Repubblica di Salò, già collaboratore delle riviste razziste “La Difesa della Razza” e il “Tevere”, nonché fondatore e segretario storico del partito di stampo fascista “Movimento Sociale Italiano”.
Traendo spunto dalle recenti richieste di rimozione di tale intitolazione, che condividiamo – conclude la petizione -, avanziamo la proposta di sostituire il nome di un personaggio coinvolto nella persecuzione degli ebrei e in uno dei capitoli più tristi della storia italiana con quello di Anna Frank, vittima innocente della Shoah, assurta a simbolo universale della vita offesa dalla barbarie razzista.
In tal modo non solo si andrebbe nella direzione richiesta di un riequilibrio di genere, ma si renderebbe anche omaggio alla vittima piuttosto che a un collaboratore dei carnefici”.
Coordinamento Donne in Movimento Castellammare del Golfo.

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