Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

I sfinci…..ma chi l’ha detto che si mangiano solo per San Giuseppe?

Un racconto, perché Gigi Mangia racconta "I Sfinci" al suo amico Ugo e ai lettori de L'InchiestaSicilia, passeggiando tra le strade di Palermo e attraversando sapori e tradizioni.

di Gigi Mangia

San Giuseppe è il santo della Famiglia, ma anche il Santo degli Umili, degli Artigiani e in Sicilia è molto venerato. In Suo onore esistono paste, insalate, secondi di carne e di pesce, addirittura i PANI DI SAN GIUSEPPE, famosissimi quelli di Salemi, ma oggi carissimo amico mio, Ugo, ci dedicheremo a un dolce antico, le cui origini ci vengono addirittura narrate nel libro di Samuele e che ha avuto tantissime evoluzioni : ‘I SFINCI

Gigi Mangia

–  Caro Gigi, con queste sfondi un portone spalancato, andiamo…. ma dove le gusteremo ?
–  Intanto che arriviamo ti racconto questa storia : il nome di “I SFINCI” ha origine ben documentate Deriva infatti da due termini “spongia” latino e “isfang” arabo entrambi significano spugna. E proprio come una spugna sono morbide e soffici.Come ti dicevo, questo dolce ha origini antichissime e comuni in tutto il Mediterraneo Quelle palermitane sembra che siano state realizzate per la prima volta nel Monastero delle Stimmate ed erano famosissime presso tutto il popolo. Le monache le regalavano nel giorno di San Giuseppe a tutti i poveri del Capo, il mercato che stiamo attraversando.Il monastero, ormai non c’è più. Fu demolito nel 1875 e al suo posto sorse il Teatro Massimo. Le monache lo avevano già lasciato cinque anni prima e la ricetta si era propagata con la loro diaspora. I pasticceri palermitani arricchirono questo dolcetto sfizioso con la crema di ricotta, con l’arancia candita, con il pistacchio tritato, con il cioccolato e divenne il dolce di San Giuseppe, ma anche di Carnevale

Dalle sfinci alle zeppole

–  Questa volta, Gigi, ti darò io notizie. Sai che sono stato a Beirut di recente, lì le chiamano ancora “isfang” e sono leggerissime, fritte nell’olio e aromatizzate con cannella e miele…. sono una vera e propria goduria. A Napoli, invece, le chiamano zeppole di San Giuseppe e le condiscono con crema gialla e amarena.
–  Quelle di Napoli le conosco bene e anche quella ricetta viene dai monasteri, quello di San Giuseppe Vesuviano, quello di San Gregorio Armeno e quello, ormai scomparso della Croce di Lucca, ma tu le conosci quelle di patate? E quelle con l’uva passa ?
–  Come di patate? Con l’uva passa?
–  Si sono “i sfinci trapanesi” e quelle messinesi , e tutte queste andremo a gustare adesso dalla mia amica Mariagrazia.

Le ricette, non una…bensì tre

Sfinci palermitane: Versate in una pentola mezzo litro di acqua, 130 gr di burro a dadini, 400 gr di farina e un pizzico di sale, mescolate a fuoco dolce fino a che il composto non si staccherà dalle pareti della pentola. Fate raffreddare. La buona cucina non vuole premura!Aggiungete 10 uova all’impasto, ma badate bene: uno alla volta e non aggiungete il seguente se il precedente non sarà ben assorbito. Otterrete una pastella liscia e densa staccatela a pezzetti e FRIGGETE ! mi raccomando crema di ricotta, canditi e cioccolato #ASSA’
Sfinci di patati trapanisi: preparate un buon purè di patate senza formaggio, aggiungete farina, zucchero, lievito vaniglinato , il succo e la scorza grattugiata di un’arancia (io ci aggiungo anche uno sciottino di Cointreau)impastate bene e, dopo coprite l’impasto con un tovagliolo e lasciate lievitare per circa un’ora. Appena pronto, staccate a pezzetti e FRIGGETE mi raccomando, zucchero, cacao e cannella #ASSA’
Sfinci missinisi: disponete la farina a fontana, versate al centro olio, e un pizzico di sale, impastate aggiungendo acqua tiepida a poca, a pocosciogliete il lievito di birra in 30 gr di acqua tiepida aggiungeteloincorporate nel composto l’uva passa che avete ammorbidito nella malvasia. Coprite e aspettate un’ora, dopo FRIGGETE e non dimenticate lo zucchero #ASSA’ Buon appetito.
Il Vostro #cuocoperamico

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.