Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

I film da vedere in questo inizio estate

Qui di seguito, una rassegna di film che sarà possibile vedere al cinema in queste settimane di inizio estate

di Patrizia Romano

A proposito di questi due… (+ 8!)

Segnalazioni cinematografiche

di Massimo Arciresi

Rapito (Italia/Francia/Germania, 2023) di Marco Bellocchio con Enea Sala, Barbara Ronchi, Fausto Russo Alesi, Paolo Pierobon

Ripesca una vicenda esemplarmente vergognosa, Bellocchio, autore che rilegge lucidamente la Storia con un taglio moderno (e un occhio al presente). Il piccolo Edgardo Mortara, sestogenito di una famiglia ebrea, è prelevato dall’esercito pontificio nel 1858 poiché battezzato “clandestinamente” quand’era neonato; la sua rieducazione cattolica diventa per papa Pio IX (reso mirabilmente da Pierobon) un “punto d’onore”. Sequenze oniriche traducono i sensi di colpa dei protagonisti, l’atto di nascondersi sotto le vesti dice d’intimità, protezione traslata (o “scippata”, con tanto di possibili, caute allusioni), il titolo stesso richiama un sequestro e una condizione mistica (Sala è sostituito in età adulta da Leonardo Maltese, il cui carattere ne Il signore delle formiche era già messo a dura prova). Cast ottimo.

La sirenetta (The Little Mermaid, USA, 2023) di Rob Marshall con Hailee Bailey, Javier Bardem, Melissa McCarthy, Jonah Hauer-King

La domanda di fronte a una versione live action (sempre per modo di dire) d’un cartoon disneyano (qui quello “salvifico” tratto da Andersen) è ancora la stessa: ce n’era bisogno? Mutuando molte scene (e quasi tutte le canzoni di Alan Menken, integrate da tre brani dell’attivissimo Lin-Manuel Miranda) dal classico dell’89 sulla ragazza-pesce che via ingannevole incantesimo s’avventura – muta – sulla terraferma, l’esperto di musical Marshall ricava uno spaccato sulle attenzioni soffocanti dei genitori. Bardem è un perfetto Tritone, l’ascendente Bailey ha la “magia”; sottoutilizzata McCarthy (la strega Ursula).

Spider-Man – Across the Spider-Verse (id., USA, 2023) di Joaquin Dos Santos, Kemp Powers, Justin K. Thompson – Animazione

Il Miles Morales del precedente Spider-Man – Un nuovo universo (il cui impatto resta insuperato) piomba in un mondo di suoi simili e, in una dimensione probabilmente (ancora) priva di supereroi, deve prendere decisioni che potrebbero avere conseguenze a catena. È più complicato di così, ma questo secondo capitolo a cartoni – inevitabile un terzo – sulle identità alternative dell’Uomo Ragno, quantunque tecnicamente funambolico (con menzione speciale per la Macchia, nemico sorprendente, pericoloso e spassoso, in mezzo a una “rete” magnificamente armonizzata di stili di animazione, con strizzata d’occhio ai LEGO cari ai produttori Lord & Miller), preferisce addentrarsi maggiormente fra le teorie scientifico-filosofiche, quindi l’azzardo della sintesi è d’obbligo. Fra le righe, una sana critica agli algoritmi?

The Boogeyman (id., USA, 2023) di Rob Savage con Sophie Thatcher, Vivien Lyra Blair, Chris Messina, David Dastmalchian

Due sorelline (piuttosto brave Thatcher e Blair), un lutto da elaborare (la madre è morta in un incidente) e un padre che non è abbastanza d’aiuto (malgrado eserciti la professione di psicologo); anzi, “invita” una presenza malefica, che di dolore si ciba. Come in Babadook, il sottotesto diventa più importante dei brividi (non molti, comunque). L’inquietante essere, come da manuale, per quanto rappresentante di angosce interiori (e certo i traumi supplementari alle ragazzine non mancano), si palesa un po’ per volta. Su un altro registro il personaggio della vedova inevitabilmente impazzita (Marin Ireland).

Denti da squalo (Italia, 2023) di Davide Gentile con Tiziano Menichelli, Stefano Rosci, Virginia Raffaele, Edoardo Pesce

Nei dintorni di Roma l’estate (della crescita) di Walter (Menichelli), 13 anni, orfano di padre (delinquentello redento, anzi eroico) e con madre apprensiva (Raffaele, in una convincente variante drammatica), alla scoperta d’una villa apparentemente abbandonata nella cui piscina nuota uno squalo. Ancora un cordoglio da superare (la bestia acquatica non simboleggia solo il genitore e/o le possibili cattive strade), un’altra avventura collodiana (Carlo, il giovane “custode” – lo spontaneo Rosci –, sa di Lucignolo) e tangibili atmosfere alla Salvatores, oltre al clima periferico di Lo chiamavano  Jeeg Robot (sancito da produzione e musiche anche di Mainetti e dal cameo “spettrale” di Santamaria). Quindi è tutto un riciclo? Sì, ma il regista è… Gentile, un esordiente sul quale ci sentiamo di contare in futuro.

Transformers – Il risveglio (Transformers: Rise of the Beasts, USA, 2023) di Steven Caple Jr. con Anthony Ramos, Dominique Fishback, Dean Scott Vazquez, Tobe Nwigwe

L’atto sesto (non contando il “mezzo capitolo” dello spin-off Bumblebee) delle eroiche gesta dei possenti Autobot, che è pure il primo ufficiale che non vede al timone Bay (ovviamente fra i produttori), è in realtà un ulteriore prequel (l’azione, legata alla contesa d’una potente chiave transdimensionale, si svolge nel 1994 e coinvolge un sottoproletario e una ricercatrice). Subentrano gli alleati “animaleschi” Maximal (l’ingrediente migliore, insieme all’ironia della Porsche Mirage), la lotta è contro i malvagi Terrorcon. Spettacolo per adolescenti (anche di ieri?). Si punta a un crossover con G.I. Joe.

Emily (id., GB/USA, 2022) di Frances O’Connor con Emma Mackey, Fionn Whitehead, Oliver Jackson-Cohen, Alexandra Dowling

L’attrice anglo-australiana O’Connor (Amore e altre catastrofi, A.I. – Intelligenza artificiale, Timeline) racconta Emily Brontë (Mackey, che la “sente”) non limitandosi a imbastire il solito biopic dal piglio elegante e attualizzato (cornice alla Piccole donne di Gerwig) ed esaltando l’importanza della scrittrice – imbrigliata dal padre (un invecchiato Adrian Dunbar), contrapposta alle sorelle Anne e Charlotte e ancorata al fratello Branwell, confidente problematico, fino all’ingresso nella sua vita dell’affascinante curato Weightman (splendidi il loro confronto in francese e, prima, l’analisi della predica) – nel panorama letterario e in un contesto femminista. Piuttosto la neo-regista, servendosi in pratica d’un lungo flashback, dispiega la genesi interiore di Cime tempestose, romanzo e punto d’arrivo.

The Flash (id., USA, 2023) di Andy Muschietti con Ezra Miller, Sasha Calle, Michael Keaton, Michael Shannon

Messo in subordine all’omonima serie, congelato per le successive intemperanze di Miller (pur bravo, come già sappiamo), esce infine questo fondamentale tassello del DC Extended Universe (in attesa del rilancio a cura di Gunn), incardinato fra figure già familiari, con godibili omaggi al passato remoto e perfino a film mai realizzati (o proposti in forme alternative, nella logica ormai dilagante del multiverso). Tutto ruota attorno all’omicidio della madre di Barry Allen/Flash (raddoppiato) e al tentativo di scongiurarlo modificando il passato (è rischioso, e si sa). I 40 minuti finali valgono il tutto.

Houria – La voce della libertà (Houria, Algeria/Francia, 2022) di Mounia Meddour con Lyna Khoudry, Rachida Brakni, Nadia Kaci, Hilda Amira Douaouda

È la speranza per il futuro riposta nelle donne nonché una summa dei mali che attanagliano il Maghreb: terrorismo prepotente (persino tollerato in qualche sua conseguenza), rigido patriarcato, emigrazioni per mare a rischio della vita. La regista Meddour prosegue il coraggioso discorso intrapreso in Non conosci Papicha e assegna di nuovo il ruolo di giovane irriducibile a Khoudry (Gagarine, November), ballerina algerina che rifà i letti in un hotel e arrotonda scommettendo ai combattimenti clandestini fra montoni, vittima di un’aggressione (particolarmente e significativamente ottusa) che le compromette un piede e la voce. Ciò non la piega, il suo “grido”, composto e risoluto, tutela e contagia madre e compagne di danza e di sventura. Evocativi ed emozionanti i numeri potenziati dal linguaggio dei segni.

Elemental (id., USA, 2023) di Peter Sohn – Animazione

La Pixar ci ha già fatto credere a mondi di giocattoli e d’umori (su un piano grafico, Inside Out viene in effetti in mente), dunque perché non gli elementi? In una città popolata solo da essi una ragazza di fuoco, dal temperamento per l’appunto infiammabile, destinata alla gestione del negozietto del padre immigrato, conosce un ragazzo d’acqua, ispettore comunale alquanto empatico. Resta poco spazio per terra e aria, ma le suggestioni non mancano, e le letture possibili (su ceti o etnie) son tante. Infedele il teaser rilasciato nei mesi scorsi. Corto iniziale (carino): L’appuntamento di Carl, costola di Up.

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