Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Antonio Pandolfo: come far ridere con ironia

Antonio Pandolfo, uno dei maggiori talenti comici della Sicilia. Ha curato per le scuole diversi laboratori dedicati ai minori e ai disabili...

di Pippo La Barba

E’ uno dei maggiori talenti comici della Sicilia. Ha curato per le scuole diversi laboratori dedicati ai minori e ai disabili

di  Pippo La Barba

Antonio Pandolfo nasce ad Alcamo il 4 agosto del 1975. La passione per il teatro lo porta all’età di 16 anni a partecipare alle attività del “Piccolo Teatro “ di Alcamo, che ne riconosce le capacità e il senso della comicità inserendolo in diversi progetti di altrettanti autori popolari (Pirandello, Martoglio, De Filippo, etc.) .
Importante anche l’esperienza di animatore presso villaggi turistici, che gli conferisce maggiore sicurezza nell’interazione con il pubblico, soprattutto nelle piazze e nei teatri all’aperto. Si dedica agli studi teatrali, frequentando corsi accademici a Roma presso la Scharoff (metodo Stanislawsky), allo studio di teatro-terapia e partecipa a diversi laboratori e seminari sul mestiere dell’attore: Emma Dante a Palermo (laboratorio di “‘mpalermu”), Jango Edwards sulla clownerìe, Teatribù di Milano sull’improvvisazione teatrale. Frequenta anche un seminario sul metodo Strasberg con una insegnante dell’Actor’s Studio di New York: Marylin Fried. Scrive il suo primo spettacolo di monologhista dal titolo “Il ladro di Cassateddi”, nel quale presenta alcuni personaggi da lui creati  tra i quali primeggia ERRICUCCIO, che tuttora promuove negli spettacoli.  All’Agricantus di Palermo inizia un percorso di collaborazioni con Sergio Vespertino con lo spettacolo “Caos”, con Ernesto Maria Ponte, con il quale porta in scena “Tutto il sesso in 90 minuti”, poi con Giovanni Cangialosi, Gino Carista, ma soprattutto con  il grande Pippo Spicuzza, che lo vuole prima all’Orione di Palermo per “Andy e Normann” e poi al Biondo Stabile  per “Palermo senza scena.” Riceve il premio “il Satiro Bronzeo” come attore per il teatro comico. La passione per la scrittura comica lo porta a scrivere “TRE MENO 2= SOLO”, messo in scena al Convento di Palermo da ottobre a dicembre 2008, con la regia di Ignazio Mannelli; sempre a Palermo, al teatro Lelio, recita in “Miles Gloriosus”,con la regia di Giuditta Lelio. Poi viene contattato da Giovanni Nanfa “il professore” per partecipare ad uno spettacolo dal titolo “Bentornata Rivista” scritto dallo stesso Nanfa e da Lino Piscopo. In seguito, con la preziosa collaborazione di Franco Di Modica, scrive e porta in scena  al Convento  “STRESS” . Da allora ha quasi sempre lavorato con Nanfa, prima al Convento, poi al Teatro Jolly.

Incontro Antonio Pandolfo in uno dei luoghi cult di Mondello per fargli alcune domande.


P
erché a Palermo gli spettacoli dal vivo stentano ad affermarsi?antonio_pandolfo
La gente preferisce starsene comodamente a casa davanti la TV, che offre ogni tipo di spettacolo. Se esce lo fa per mangiare…(ride).

Gli spettacoli come si potrebbero incentivare?
Offrendo per esempio ai turisti non solo opportunità  di visitare  luoghi  d’arte o paesaggistici, ma anche occasioni di intrattenimento. Io ho cominciato giovanissimo come animatore e posso assicurarti che ai turisti piace, oltre che guardare, divertirsi.

Il Comune e la Regione potrebbero fare qualcosa in tal senso?
La Regione promuove solo i grandi eventi, lasciando per esempio pochissime risorse  ai teatri privati. Il Comune a sua volta non ha un progetto, un disegno generale per   le attività culturali.

Perché oggi pure il cabaret è in crisi?
Il cabaret spicciolo è ormai in saturazione. La parodia di personaggi pubblici va bene ancora in televisione, ma la gente è talmente stufa della politica che non vuole neanche sentir nomi-nare gli uomini politici, perché non hanno appeal.

Quindi il cabaret va rivisto?
Secondo me bisogna recuperare il teatro leggero, tornare alla rivista, che era un contenitore di generi. Un mix di sketch parlati, canzoni, parodie, danze…il tutto condito con l’autoironia.

Perché i giovani non vanno a teatro?
Bella domanda. C’è uno scontento generazionale che si esprime nella voglia incontrollata di provare e consumare tutto e subito.  Una sorta di “cupio dissolvi” che  impedisce di gustare le cose. I giovani prendono d’assalto i pub, bevono…e poi?

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.