Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Un viaggio in Antartide con il libro di Tito Barbini

di Redazione

Venerdì 19 0ttobre alle ore 18,00 Marcella Croce presenta presso la Libreria del mare  il libro di Tito Barbini “Antartide. Perdersi e trovarsi alla fine del Mondo. 

 

Tito Barbini è un viaggiatore instancabile, che ha attraversato:

l’America dalla Patagonia all’Alaska, sulle orme di Alberto Maria De Agostini, alpinista, geografo, esploratore, fratello del più famoso editore, che testimoniò con coraggio il massacro dei nativi d’America;

l’Asia e l’Europa Orientale, all’indomani del crollo del muro di Berlino, sulle ceneri del sistema comunista;

e infine l’Indocina, risalendo il Mekong, alla scoperta di una civiltà fragile e allo stesso tempo forte di un’antica saggezza.

Da questi viaggi sono nati alcuni libri tra i quali: CADUTI DAL MURO; I GIORNI DEL RISO E DELLA PIOGGIA; IL CACCIATORE DI OMBRE; LE NUVOLE NON CHIEDONO PERMESSO. 

Dal libro “Antartide. Perdersi e trovarsi alla fine del Mondo”: 

“Solo qui ho avuto la sensazione di perdermi completamente in un paesaggio dell’anima dove visione e sentimento non litigano tra loro. Davanti a me sfilano ancora le trasparenze delle acque, le ombre azzurre e inquietanti degli iceberg, le surreali forme della solitudine bianca, gli spettacoli di colori e luci che qualche imperscrutabile architetto della natura ha allestito per il nostro godimento… Ho sempre pensato che il paesaggio sia un fatto interiore, una dimensione dello spirito, spesso legata all’infanzia, magari segnata dall’apparenza di un ricordo. Sono convinto che questa sia la ragione per cui, tante volte, da adulti, un’inevitabile delusione aspetta chi prova a ritrovare nel paesaggio reale i suoi ricordi del passato. In Antartide la natura si riappropria completamente del suo tempo e lo lascia scorrere a modo suo: lentamente ma incessantemente, segnato solo dal variare delle forme che compongono e ricompongono i paesaggi. Presto dovrò arrendermi di nuovo a questo mondo quale lo abbiamo voluto, in fondo, anche tutti noi. Però l’Antartide, lo so, continuerà ad abitarmi dentro”.

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