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Un calcio all’infelicità: dai barconi al prato verde

di Redazione

La squadra multietnica del centro di accoglienza di Mineo ha debuttato in Terza Categoria

di Ambra Drago

Questa storia non è la trama di un film, è vita vera. Così com’è vero che lo sport unisce al di là di qualsiasi nazionalità. Questa vicenda lo dimostra. Venticinque ragazzi, richiedenti asilo perché fuggiti dai propri paesi, Ghana, Libia, Camerun, Togo, a bordo di barconi in cerca di speranza, sono approdati in Sicilia e transitati a Mineo, un piccolo paesino alle pendici dell’Etna, conosciuto per essere un’ex base militare della Nato, molto bene attrezzata e ospitale, composta da 400 villette. Dal 2011 a oggi, vi sono approdati ben 7000 rifugiati, che trovano, in questo luogo, ogni genere di assistenza, compresa la possibilità di svolgere attività ricreative, sia culturali che sportive, in attesa di identità e di un’occupazione. Ed è proprio da questa realtà che nasce la prima società calcistica multietnica rappresentata da una sgargiante divisa rossa, il Cara Mineo.

Dall’inferno al paradiso in un attimo. Per la prima volta e questa è la magia dello sport, una squadra di migranti è riuscita a partecipare ad una manifestazione ufficiale di una federazione italiana. Oggi, Dranè, Mohamed, Moussa ed altri compagni hanno avuto la possibilità di voltare pagina. Sono diventati parte di un club della Figc, guidato da due allenatori, Giuseppe Manzella e Gianluca Trabino, ex calciatori a loro volta, che, insieme ai dirigenti del Cara, hanno lottato per trasformare la storia di questi giovani fuggitivi nella possibilità di vivere una vita ‘normale’.

La prima gara si è disputata a Biancavilla, in provincia di Catania, contro l’Atletico. Partita terminata in pareggio 1-1. Il primo gol l’ha realizzato il numero 7, Nije Bakarj, mentre per la squadra locale ha segnato Rosario Costanzo.

Ma al di là del risultato puramente agonistico, l’attenzione e l’entusiasmo era nei volti di questi venticinque giovani e nei dirigenti della squadra che sono riusciti ad ottenere un permesso di soggiorno a termine della durata di tre mesi.

L’associazione sportiva dilettantistica ha sfidato, dunque, le lungaggini burocratiche del nostro paese, ottenendo l’ingresso nel campionato di terza categoria alla quarta giornata, infatti ben tre gare saranno da recuperare.

Ma poco importa a questi ragazzi che, per pochi mesi, potranno lasciarsi alle spalle un passato fatto di sofferenza e dolore, senza però questo avergli fatto venir meno la voglia di credere in un futuro migliore. E come tutti i loro coetanei che giocano a calcio inseguono il sogno di incontrare o marcare Super Mario (Balotelli) e perché no, magari vivere l’avventura del loro amico nigeriano Gabho che si allenava al Cara e qualche mese fa è stato ingaggiato dall’Hoffenheim in Bundesliga.

 

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