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Tra devozione e collezionismo

di Redazione

La motivazione che induce ad accumulare le immagini sacre non è certamente da ricondurre alla prospettiva di un ritorno economico per il valore crescente nel tempo delle “rarità”, bensì alla ricerca di elementi, anche estetici, che accrescano  la partecipazione spirituale e l’attenzione verso figure fondamentali della propria Fede. La mostra “Frammenti di Bellezza”

di Andrea di Napoli

I sostenitori di una dottrina medioevale accusata d’eresia praticavano l’iconoclastia, contestando la diffusione delle immagini sacre e distruggendo materialmente le opere d’Arte dal tema religioso. Oggigiorno alcune confessioni Cristiane ancora non le ammettono. Invece, con il termine iconofilia si definisce la difesa e la passione per la rappresentazione delle figure dei Santi o degli episodi raccontati nel Vangelo, come pure la raccolta di immaginette e materiale liturgico da parte  di studiosi e collezionisti.

La motivazione che induce ad accumulare le immagini sacre non è certamente da ricondurre alla prospettiva di un ritorno economico per il valore crescente nel tempo delle “rarità”, bensì alla ricerca di elementi, anche estetici, che accrescano  la partecipazione spirituale e l’attenzione verso figure fondamentali della propria Fede.

La mostra “Frammenti di Bellezza” offre ai visitatori l’opportunità di ammirare più di duecento immagini sacre provenienti dalla collezione, composta da oltre quattromila esemplari, appartenuta alla Signora Giuseppina Gagliardo. Le più antiche sono addirittura incisioni presenti sulle pagine staccate da breviari settecenteschi, altre, chiamate canivet, risalgono all’epoca in cui il supporto cartaceo veniva intagliato o al quale veniva applicato del pizzo. Seppiate o policrome le altre immaginette sono il risultato delle diverse tecniche di stampa che si sono succedute nel tempo. La figura di Cristo e quella della Madonna appaiono sulle immaginette, gli Angeli i santi e i Beati sui Santini, infatti gli esperti invitano a chiamare “Santine” (il siciliano cambia solitamente il genere alle parole) solo le miniature in cui non sono rappresentati Gesù e Maria.

La “vita di Gesù” costituisce la prima sezione in cui è stata suddivisa la mostra, seguono “Maria” ed “Angeli, Sante e Santi”. La quarta ed ultima sezione riguarda, infine, i biglietti ricordo, gli scapolari e i libricini relativi a particolari momenti della vita religiosa come il battesimo, la Prima Comunione o l’Ordinamento sacerdotale. Ogni immaginetta è corredata da una esaustiva didascalia.

L’allestimento espositivo non consente di leggere la breve preghiera e il testo, stampati sul verso delle immaginette, che, in genere, forniscono informazioni sulla vita dei santi, consigli edificanti e invocazioni di protezione dalle disgrazie.

Nel momento in cui ebbe inizio la produzione tipografica in serie, il valore dei santini diminuì, ma aumentò la loro diffusione. Divenne, pertanto, abbastanza facile ritrovarne all’interno dei portafogli, delle borsette, dei cruscotti delle automobili e, introdotte da madri da madri apprensive, tra le pagine dei libri scolastici.

Ricordo ancora un vecchio accattone che era solito ringraziare i passanti dell’elemosina ricevuta, offrendo loro una immaginetta sacra e ripetendo una frase rituale: «Dio ve li renda in Bene e Salute!».

Integrano la mostra alcuni dipinti realizzati nello stile dei carretti da Domenico Ducato, un abile pittore appartenuto ad una famiglia di artisti specializzati in questo genere di decorazione.

Al curatore della mostra, prof. Enzo Buttitta, va riconosciuto il merito di avere saputo, attraverso le immaginette, stimolare l’interesse dei visitatori per lo spirito religioso, per le tradizioni popolari e per l’Arte.

Il catalogo relativo all’evento espositivo, con le sue 80 pagine di testi e illustrazioni, costituisce un elegante prodotto editoriale. La mostra “Frammenti di Bellezza”, che prende le mosse da un progetto del fotografo ed infaticabile collezionista Angelo Restivo, è stata allestita nei locali della Fondazione Giuseppe Bagnera , in via Aguglia 2 (nei pressi di Palazzo Butera) a Bagheria e potrà essere visitata fino al prossimo 27 aprile, tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 12,00 e dalle ore 16,00 alle ore 20,00.

L’ingresso è libero.

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