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Sicilia – Una pioggia di cartelle esattoriali per un patrimonio di 10 miliardi di euro

di Redazione

I.P.

Vecchie cartelle esattoriali non pagate? Notti insonni pensando a quando riusciremo mai saldare il nostro debito?

Avete appena estinto il vostro prestito con delega (dettagli su http://www.calcoloprestito.org/guida/prestito-con-delega)? Bene!
E’ possibile “rottamare” le proprie cartelle, cioè pagare quanto dovuto senza l’aggiunta di interessi e sanzioni.  Oltre alla possibilità di rottamare la fila davanti Riscossione Sicilia è dovuta al gran numero di cartelle e procedure esecutive che, negli ultimi mesi hanno raggiunto i cittadini siciliani portandoli agli sportelli dell’ufficio preposto.

Nello specifico 4,3 milioni di cartelle inviate solo nel 2016. Il patrimonio stimato raggiunge i 10 miliardi di euro. Dice il Presidente Antonio Fiumefreddo: “Solo per fare un esempio, nel 2014 il patrimonio aggredito era di appena quattro miliardi. Soltanto a Palermo, in poche ore, abbiamo smaltito mille pratiche”. re anni fa, nel 2014, il valore delle cartelle aperte era intorno ai quattro miliardi, meno della metà. Ad essere aumentati sono anche i procedimenti esecutivi e i pignoramenti alle ganasce fiscali. Se due anni fa le procedure in corso erano 41000, adesso sono 156000. La cifra si attesta, quindi, su due miliardi di euro contro i 900 milioni del 2014.
Quanto alla rottamazione delle cartelle di cui sopra, queste si potrebbero rottamare fino al 31 marzo, ma il governo nazionale ha annunciato una proroga fino al 21 aprile. A scanso di equivoci, però, va detto subito che se il Comune che ha emesso la sanzione o la multa ha come agente di riscossione una società privata e non ha approvato, in Consiglio Comunale una delibera specifica, il contribuente non può rottamare nulla.
Va detto che, fortunatamente, in Sicilia sono davveros pochi i Comuni a non averlo fatto.

Pare che tra le cartelle arrivate nella cassetta della posta dei siciliani ve ne siano molte del passato. Ricordiamo che la prescrizione dei pagamenti scatta quando non si è ricevuta alcuna comunicazione nei cinque anni successivi all’iscrizione in ruolo della multa o sanzione. Il periodo per la prescrizione scende a tre anni nel caso del bollo auto. Una  qualsiasi comunicazione della società incaricata della riscossione basta a far ripartire il conto del tempo.

 

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