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Scuola in frantumi

di Redazione

La Sicilia è la terza regione d’Italia con il maggior numero di strutture scolastiche a rischio. E’ quanto emerge da un Decreto ministeriale dopo il quale, secondo le associazioni dei consumatori, Stato e Regione non hanno fatto nulla

Dagli alunni della II B del Liceo Classico Umberto I di ………..

Oltre mille edifici scolastici a rischio. Secondo dati Istat, la Sicilia è la terza regione d’Italia, dopo la Calabria e la Basilicata, con il maggior numero di strutture in condizioni fortemente critiche. Il quadro è allarmante. Basti pensare che il 40 per cento, circa, di questi edifici necessita di manutenzioni urgenti, mentre è stata fatta manutenzione straordinaria soltanto sul 25 per cento delle strutture complessive più a rischio.

In Sicilia manca una efficace politica volta a migliorare le condizioni degli edifici scolastici. La maggior parte non possiede neppure i certificati di sicurezza più importanti. Solo il 35 per cento è fornito di certificato di agibilità statica e poco più del 25 per cento possiede quello di agibilità igienico-sanitaria. Più della metà non possiede il certificato di prevenzione incendi e non è dotata di scale di sicurezza. Il 12 per cento delle strutture è, addirittura, ancora composto da elementi in amianto. Il 60 per cento è privo di strutture sportive. Insomma, siamo distanti anni luce dagli standard nazionali ed europei. L’inadeguatezza è legata anche alla vetustà. La maggior parte è datata negli anni e non ha seguito un percorso di adeguamento strutturale. Soltanto il 12 per cento riporta date più recenti, risalendo all’ultimo ventennio. Tra l’altro, molti di questi edifici non sono stati costruiti per uso scolastico, ma come civile abitazione.

Come reagiscono il Governo nazionale e regionale di fronte a questa situazione? Partiamo dalla premessa che questi dati, in parte, sono emersi da un documento redatto dal ministero dell’Istruzione che, attraverso un monitoraggio disposto dall’Intesa Stato-Regioni, ha dato vita a un decreto interministeriale che ha individuato lo stato di ‘grave criticità’ in cui versano le scuole siciliane. Questo basta a far capire quanto Stato e Regione siano a conoscenza della situazione e quanto siano consapevoli del potenziale rischio per la salute e l’incolumità della popolazione scolastica. Secondo notizie fornite da varie associazioni dei consumatori, non risulta che, dopo l’emissione del decreto, le scuole siano state sottoposte a risanamento strutturale e organizzativo.

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