Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Scuola, il concorso (o calvario?) straordinario dei docenti precari

L'incredibile odissea dei docenti precari che oggi si erano messi in moto per raggiungere le destinazioni sede del concorso e, improvvisamente, apprendono che le prove erano state annullate e ricalendarizzate, a causa della pandemia.

di Clara Di Palermo

Sul concorso straordinario della scuola le indiscrezioni e le voci di corridoio di inseguivano e susseguivano da ore. Si fa o non si fa? Che indicazioni darà il nuovo DPCM in merito? Sarà rinviato, vista l’emergenza sanitaria in atto per via del Coronavirus? Chiacchiere tante ma certezze nessuna. Così in migliaia si sono messi in movimento, parecchi spostandosi di regione rispetto alla loro residenza, lasciando classi scoperte, famiglie in confusione, bambini sconsolati.
Ma non partire per la sede di esame significava rinunciare. E rinunciare, dopo anni di attesa e mesi e mesi di studio, non era un’opzione. Così oggi gli aeroporti e le stazioni sono stati riempiti dai docenti precari che, in assenza di comunicazioni certe, non volevano perdere la possibilità di dare una stabilità alla loro carriera professionale. Ma poi, improvvisamente, arriva la notizia che il concorso straordinario veniva sospeso, congelata la procedura a causa del nuovo DPCM e così la “gita” negli aeroporti e stazioni finiva lì. Tutti a casa, con l’annuncio-promessa che le prove dei candidati che non hanno potuto sostenerle, verranno programmate secondo un nuovo calendario.
Potevano pensarci prima? Secondo noi sì. Sembra quasi che non ci si parli da ufficio a ufficio. In merito a tutta questa vicenda, riceviamo, e pubblichiamo volentieri, la lettera di una docente precaria che è appena tornata a casa dopo un viaggio inutile: in poche ore ha preso due volte l’aereo, come tanti altri suoi colleghi, con i rischi contagio che tutto ciò comporta . Mentre al Governo si studiano limitazioni negli spostamenti, addirittura tra comuni in alcune regioni.

Cronaca di un’odissea

Apprendo la notizia che si farà un concorso straordinario e, se da una parte sono felice di avere finalmente un’opportunità di entrare di ruolo, dall’altro penso a quanto sia ridicolo fare una selezione in entrata tra persone che permettono il funzionamento della scuola italiana ormai da molti anni, ma va bene, per ora c’è questa chance e devo coglierla. Come sarà? Un test a crocette?! Ma siamo sicuri? Perché in passato per assumere precari si sono usate altre modalità… Boh ok, dai, fa niente, alleniamoci sul test a crocette. Come non è più a crocette? Risposte aperte? Forse con le crocette era più nozionistico ma sicuramente sarebbe stato più oggettivo, comunque ok, “alle prove piace cambiare”, avevo comprato un corso di preparazione online che ora non servirà a niente ma pazienza… E cosa verrà valutato? Ah non si sa? Beh, questo va contro tutto quello che ho studiato sulla valutazione, ma ok, non importa, voglio farlo lo stesso. Intanto:pandemia, lockdown, esaurimenti nervosi vari ed eventuali, fine lockdown. Andrà tutto bene. A breve finirà anche la scuola e potrei avere tempo per studiare. Ma gli asili riaprono o no? Perché non è che tra lavoro a scuola e prole abbia molto tempo per studiare. Devi prendere una babysitter? Ok, fatto anche questo… come il concorso è rimandato?! A quando? A settembre?! A OTTOBRE?? MA IO LAVORO A SCUOLA A OTTOBRE! Comunque ok, facciamolo e basta, ha da passa’ a nuttata. Pazienza, un’estate sacrificata, faremo un po’ di clausura, ma speriamo a settembre di prendere un incarico in un istituto comprensivo di nome e di fatto. Dovrò prendere dei permessi, chiedere turni ai colleghi… andrà a scapito della didattica e mi dispiace, ma non ho scelta. Sono fortunata, prendo un incarico, sono comprensivi. Mi agevolano in tutti i modi possibili, chiedo permessi, stravolgo insieme ad altri colleghi precari che hanno pure loro il concorso il regolare andamento didattico, già messo alla prova dalla pandemia. Passano le settimane, trascuro inevitabilmente mia figlia, intanto ho lottato dal principio e lotto lo stesso come posso per rinviare il concorso perché trovo ingiusto che ci sia una selezione naturale per i colleghi che rischiano di finire in quarantena senza poter partecipare… può succedere a chiunque, anche a me, anche se sto attentissima, se non esco, se non vedo nessuno… sono fatta così, le ingiustizie non le tollero. Infine eccoci a ridosso della data fatidica. Riesco a vincere la lotteria del covid, arrivo con mille ansie al giorno prima della partenza senza essermi contagiata, senza che mia figlia, io o chi per me sia finito in quarantena. Sono pronta a partire seppure con la tachicardia, l’aereo è il giorno prima della prova perché non puoi certo partire il giorno stesso col rischio di una cancellazione del volo, di un imprevisto qualsiasi… Sarò prudente, non vedrò le nonne di mia figlia per qualche giorno, andrò a fare il tampone… Cerco di placare le mie ansie…. Ed eccola. A meno di 12 ore dal mio aereo arriva LA notizia: forse si sospende il concorso fino al 3 dicembre. Cosa?! Fino al 3 dicembre?! CHE SENSO HA?! COSA PUO MAI CAMBIARE IN MEGLIO DA QUI A DICEMBRE?! UN ALTRO MESE CON QUESTA ANGOSCIA NEL CUORE?! COL TERRORE DI FINIRE IN QUARANTENA O PEGGIO PRENDERMI IL COVID?! E COSA DOVREI FARE ORA?!
Questa è la tegola definitiva. Questo è troppo. Ho i nervi a fior di pelle da giorni, mille pensieri che hanno rallentato il mio studio, mia figlia che mi dice ogni giorno “mamma quando finisce il concorso così mi porti a mare?”.
Cosa ne sarà di me adesso? Ho aspettato tanto, ho attraversato un calvario straordinario, sono arrivata fin qua saltando tutte le caselle imprevisti… Non c’è nessuna ufficialità, non c’è una dichiarazione del ministero. Nulla. Nessuna considerazione per chi doveva viaggiare, ma questo si è visto dall’inizio. Ho combattuto questo concorso quando aveva senso farlo, come potevo, mandando lettere ai giornali e alle reti televisive, partecipando alle manifestazioni, chiedendo il rinvio di una prova perfettamente rimandabile, per non farla col pensiero costante della paura del contagio, non tanto per me ma per chi mi sta intorno. Ma nulla, assoluta sordità e bieca ostinazione di fronte a una ragionevole richiesta. Una richiesta umana. Ho visto la ministra andare in TV a raccontare un’altra storia, la storia di una categoria che vuole sottrarsi al concorso, la storia di un concorso organizzato in modo da non pesare sulla didattica, ma io so che mente perché dobbiamo prendere dei permessi per viaggiare, la storia di un concorso organizzato secondo criteri sanitari rigorosi, ma io so che mente, perché io e altre migliaia di colleghi dobbiamo salire su un aereo, ma questo nessuno glielo chiede. Ho reagito ma ho dovuto ingoiare il rospo. L’epilogo è che scrivo tutto questo sull’aereo che mi porta a Roma, dove domani dovrei svolgere la prova, e che forse appena atterrata saprò se sono partita rischiando la mia salute, quella dei miei cari e dei miei alunni, per NIENTE. Sto per atterrare.

Daria.

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