Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Salvo Licata, raccontato dalla figlia Costanza

di Redazione

 

Oggi, lunedì 16 maggio alle 16,00 presso il Teatro Nuovo del Dipartimento di Scienze Umanistiche: Salvo Licata, mio padre con Costanza Licata. Introduce Anna Sica. 

Salvo Licata è stato il padre del rinnovamento del teatro siciliano dell’ultimo Novecento, al quale si ispirò in modo particolare anche Franco Scaldati, il cui debito artistico nei confronti del giornalista-drammaturgo è di notevole consistenza. Altri, come Daniele Ciprì,  Franco Maresco, Emma Dante si possono annoverare tra gli epigoni minori dell’estetica dell’emarginazione teorizzata e proposta da Licata.

Salvo Licata, morto nel 2000, era nato nel 1937 a Palermo, dove trascorse tutta la sua vita. Giornalista e scrittore fu uno degli intellettuali di maggiore rilievo negli anni più difficili dell’antimafia. Per analizzare e concettualizzare correttamente la sua drammaturgia è necessario che si esplori la sua intensa attività letteraria, giornalistica e politica. Cercò nel lirismo della tradizione popolare la misura e il modo per denunciare le barbarie mafiose che attanagliavano le classi sociali emarginate della città di Palermo, a sua volta emarginata dal contesto nazionale ed europeo per effetto di quel ‘male mafioso’ che appariva endemico.

Poeta della ‘mala panormita’, Licata aderì  al contesto politico della cultura di sinistra, che professava il recupero dei regionalismi, pianificando un programma di valorizzazione delle tradizioni folk-popolari rintracciabili ancora nelle periferie in seguito allo spopolamento  delle zone rurali e il processo di industrializzazione del Paese. Ma il programma artistico-culturale di Licata presenta confini più ampi rispetto a quelli intravisti dal programma culturale del Partito; per Licata infatti non si trattò soltanto di opporsi ai poteri di maggioranza ma di rintracciare nel passato e nell’arte le radici di un’entità sociale e culturale che doveva ricostituirsi. Questa fu l’idea che educò i nuovi commedianti a prendere coscienza di appartenere alla grande tradizione dell’Improvvisa siciliana.

La figlia Costanza, attrice e cantante, ha continuato a mettere in scena alcuni dei lavori più significati del padre, ed è soprattutto interprete straordinaria ed impareggiabile delle canzoni della malapanormita scritte dal padre Salvo. Tutti i testi  teatrali di Licata, alcuni dei quali hanno segnato la rinascita del Teatro Biondo di Palermo negli anni  Settanta, sono stati raccolti da Costanza Licata, la loro pubblicazione è imminente.

La prof.ssa Anna Sica, autrice di saggi sul drammaturgo siciliano, nel ciclo dei seminari, dal titolo Poesia e politica: il teatro nel suo tempo, che cura per i suoi corsi di Storia del Teatro e dello spettacolo, Storia del Teatro Contemporaneo, Storia e tecniche di recitazione ed Arti della performance, propone un seminario di approfondimento sul grande drammaturgo palermitano, attraverso la memoria della figlia Costanza. Il seminario si svolge alle ore 16.00 presso il Teatro Nuovo del Dipartimento di Scienze Umanistiche, che nel 2009 ospitò lo spettacolo teatrale Trittico per Salvo Licata, scritto e diretto da Anna Sica con Sayoko Onishi, Costanza Licata, Fabio Palma e gli allievi del Laboratorio Studio Teatro, oggi Laboratorio Studio Nuovo Teatro – SNT.

 

 

 

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