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Rifiuti: il 50% dei comuni rischiano il commissariamento

di Redazione

Entro il 30 settembre 2012 i comuni che non avranno ancora provveduto ad avviare le nuove Srr, Società di regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti, rischiano il commissariamento.  

 

di Giulia Noera

 

Le Srr sono le nuove società che dovrebbero sostituire gli Ato (Ambito Territoriale Ottimale) nella gestione dei rifiuti in Sicilia, secondo quanto previsto dalla nuova legge: gli Ato cesseranno di esistere dal 31 dicembre prossimo, e a tale mancanza subentreranno dieci nuove società Srr, una per ogni provincia più una per le isole minori e otto ambiti sub territoriali. 

A seguito del convegno all’Ars “Il nuovo sistema della gestione integrata dei rifiuti”, è emerso che il 50% dei comuni è inadempiente rispetto all’adeguamento della nuova legge. 
Secondo il dirigente della Regione Siciliana, Enzo Emanuele, dirigente uscente del Dipartimento Acqua e rifiuti, “la maggiore difficoltà riguarda la costituzione delle Srr in molti comuni, malgrado circolari e direttive pervenute dall’assessorato all’Energia, malgrado gli interventi del presidente Lombardo. 
Un buon 50% si trova in queste condizioni – ha sottolineato -, speriamo che tutto avvenga il 30 settembre, perché da quella data i liquidatori non si occuperanno più della gestione degli Ato che passerà ai nuovi soggetti”. 

Il dirigente Emanuele commenta circa i debiti degli Ato, che ammonterebbero a quasi 1 miliardo di euro: “Diciamo che il vero problema è che non si riscuote, non si pagano gli operai e da qui gli scioperi che causano poi l’emergenza. La Finanziaria prevede la possibilità di fare una gara unica per il servizio di riscossione, possibilità positiva che permetterebbe di trovare qualcuno bravo in questo servizio. 
Nei confronti dei fornitori di servizi ci sono debiti per 500 milioni di euro, abbiamo già cominciato a pagare questi debiti anticipando un 15% di quanto dovuto a diversi fornitori, acconto a carico dei comuni che dovranno restituire in 10 anni. 
Finora abbiamo dato circa 150 milioni. Gli altri 500 milioni riguardano debiti vantati dagli Ato nei confronti della Regione e dell’Erario. La situazione più critica è appunto quella finanziaria mentre dal punto di vista tecnico abbiamo appaltato tutti gli impianti di compostaggio, abbiamo definito anche il piano delle discariche”. 
Sui tempi dell’approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente del nuovo Piano Rifiuti, Emanuele rassicura: “Sembra che tutto si stia risolvendo”. 

Sull’ipotesi di commissariamento dei Comuni l’assessore alla Infrastrutture, Pier Carmelo Russo, sottolinea: “Ritengo che i poteri di commissariamento laddove siano previsti rispetto a inadempimenti devono essere esercitati altrimenti si costituisce una condotta omissiva da parte della Regione, devono anche essere messe in atto le misure finanziarie previste a sostegno dei Comuni per uscire dal baratro in cui la gestione allegra dei rifiuti li ha buttati”. 

Si fa sentire forte e chiara la denuncia degli imprenditori attraverso la voce del vice presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, che punta il dito sui crediti vantati dalle imprese fornitrici di servizi: ”Manca la buona volontà della politica. È stata fatta nel 2010 dal parlamento e dal Governo Regionale una buona riforma, ma dal 2010 ad oggi essa non è applicata dai sindaci, per alcuni è un optional”. 
“Le conseguenze pratiche di tutto questo – aggiunge – sono che pezzi della pubblica amministrazione, anche dopo gli arresti, mi riferisco al Coinres, non rendono pubblici i criteri con cui pagano i fornitori e quindi questo genera il ricorso a corsie preferenziali. Abbiamo il fondato sospetto che tutto questo crea un unicum: emergenze che non necessitano, mentre esiste un’emergenza economico-finanziaria rispetto alla quale nessuno muove un dito. 
Molte aziende sono con l’acqua alla gola, e se il legislatore siciliano non pone rimedi ad alcuni errori contenuti nella norma penso che andremo incontro a momenti di particolare disagio, anche con riferimento alla tenuta dell’ordine pubblico. 
Non si può dire alle aziende di fidarsi della mano pubblica e poi questa si scorda che deve pagare e quando lo fa dimentica di rendere pubblici i criteri con cui lo fa – conclude Catanzaro -. 
Oggi le piccole imprese consentono alla Regione di non esplodere, stanno finanziando l’amministrazione regionale e le inefficienze dei Comuni, tant’è che vantano crediti per circa 800 milioni di euro”. 

Fabio Mancuso, Presidente della IV commissione Ambiente e Territorio dell’Ars, sottolinea le criticità nelle costruzioni degli impianti nel palermitano: “Palermo sta rischiando di più, a Bellolampo siamo quasi al riempimento della sesta vasca, e quindi si potrebbe creare una situazione di emergenza”.

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