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Reddito di cittadinanza: uno strumento di civiltà

Reddito di cittadinanza, M5S Ars: “Uno strumento da difendere a tutti i costi e lo faremo con forza. C'erano i soldi per potenziare i centri per l'impiego, ma il governo Musumeci ha fatto poco o nulla”. Lo affermano il coordinatore siciliano del M5S Nuccio Di Paola e la deputata regionale 5 stelle Roberta Schillaci

di Patrizia Romano

Reddito di cittadinanza. “Uno strumento di civiltà, presente in tutta Europa, da difendere a tutti i costi, al di là di qualsiasi steccato ideologico. I centri per l’impiego andavano potenziati, c’erano i soldi stanziati dal governo Conte per fare 1200 assunzioni, ma il governo Musumeci ha perso tempo prezioso facendo partire solo ora i concorsi”.
Lo affermano il coordinatore siciliano del M5S Nuccio Di Paola e la deputata regionale 5 stelle Roberta Schillaci, componente della commissione Cultura, Formazione e Lavoro di palazzo d’Orleans, che, assieme ai colleghi regionali Martina Ardizzone e Luigi Sunseri e ad altri parlamentari nazionali del M5S, hanno partecipato alla manifestazione indetta a Palermo in difesa del reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza: un diritto acquisito negli anni

“Tanti percettori del Reddito di cittadinanza – dice Di Paola – protestano pacificamene e giustamente per difendere un diritto che hanno acquisito in questi anni e che ha permesso loro di vivere con dignità, dando anche una grossa mano all’economia locale, che ha benificiato, e non poco, dei soldi che questi cittadini hanno messo in giro. Non possiamo permettere che si torni indietro, gettando nella disperazione tantissime famiglie. Piuttosto si potenzino i centri per l’Impiego, per i quali il governo Musumei ha fatto poco o nulla. I concorsi per assumere 1200 persone, per i quali cerano i soldi stanziati dal governo Conte, sono partiti solo di recente con colpevolissimo ritardo”.

Serve un tavolo di confronto

“Il M5S – afferma Schillaci – chiede subito l’apertura di un tavolo di confronto con il governo nazionale per rappresentare le difficoltà di una terra come la Sicilia che non sarà certamente in grado di offrire proposte lavorative, gettando nello sconforto tantissime famiglie. E in tal senso non incoraggia certamente il rapporto Svimez, che prevede 1 milione di poveri in più nel 2023, concentrati per lo più nel Meridione. Qui lavoro non ce n’è e quel poco che c’è deve passare per i centri per l’impiego, rendendolo obbligatorio”.
“L’assessore Albano, con cui abbiamo parlato, – continua Schillaci – ha solidarizzato con i rappresentanti dei percettori del reddito e ha detto che si impegnerà a far funzionare le politiche attive del lavoro e a farsi da portavoce presso il presidente Meloni per trovare soluzioni affinché si ripensi sul destino del reddito fin quando la Sicilia non sarà nelle condizioni di potere garantire un lavoro ai propri cittadini. Chiediamo inoltre che il presidente Schifani si faccia portavoce presso il governo Meloni per rivedere la riforma del Rdc prevista dall’esecutivo di Roma. La Sicilia, con il suo fragilissimo tessuto economico e occupazionale, non può sopportarla”.

Toni Gaudesi

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