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Province adieu

di Redazione

Crocetta: “è solo l’inizio”. Ardizzone: “Abbiamo esitato una legge a prova d’impugnativa”.

di Arianna Zito

E’ passata con 62 voti favorevoli a Sala d’Ercole la legge di riforma delle Province che introduce i liberi consorzi dei Comuni e tre città metropolitane (Palermo, Catania e Messina). Un voto finale (14 contrari e 2 astenuti) che è arrivato dopo un lungo, e non privo di ostacoli, percorso in Aula. Non ultimo, il colpo di scena dell’annuncio, ieri pomeriggio, da parte del presidente dell’Ars, di emendamenti correttivi (oltre venti, concordati dalla presidenza dell’Ars e dal Governo) al testo sulla riforma. Un annuncio che ha mandato su tutte le furie le opposizioni perché, di fatto, sono emendamenti che stravolgono l’articolato votato precedentemente dall’Aula. “Non è la prima volta che lei presta soccorso al Governo – ha detto Santi Formica, Lista Musumeci, rivolgendosi aI presidente Ardizzone – e anche questa volta non si smentisce”. Nonostante i malumori di qualcuno, l’Aula, a stragrande maggioranza, poco dopo le 21,30 approverà però la riforma. “Sono molto soddisfatto. Credo sia uscito – ha dichiarato al termine della votazione finale il presidente dell’Ars – un ottimo ddl che ha bisogno di un suo percorso nel territorio. Da questa sera non si parlerà più di province, ma di consorzi e aree metropolitane”.

Per il presidente della Regione, Rosario Crocetta “… è un voto significativo con una maggioranza ampia che legittima un cambiamento che passa alla storia. Il testo esitato – ha detto – non è una normale legge perché modifica l’assetto delle istituzioni della Sicilia e della sua autonomia. Si sperimenta un nuovo modello di democrazia. E’ solo l’inizio – ha concluso Crocetta -“.

E infatti, quelle che fino ad oggi erano le Province resteranno commissariate ed entro sei mesi dovrà essere approvata una legge che definisca i compiti e le funzioni dei nuovi enti. Caustico il capogruppo Ncd all’Ars, Nino D’Asero: “…abbiamo determinato per legge che faremo un’altra legge”. Soddisfazione per l’approvazione della legge è stata espressa, invece, dai deputati del M5S. “L’idea dell’abolizione delle Province, come quella della riduzione dei costi della politica – hanno affermato – è entrata nel Palazzo assieme a noi. Prima, qui dentro e poi in ambito nazionale, certi temi erano tabù e mai avrebbero avuto diritto di cittadinanza nelle stanze del potere, dove finora si è sempre pensato alla coltivazione estensiva del proprio orticello”. Secondo Baldo Gucciardi, presidente del gruppo PD all’Ars: “…abbiamo scritto una buona riforma, destinata ad essere un punto di riferimento per il resto d’Italia”. “Questa norma – ha dichiarato Alice Anselmo, Articolo 4, vicepresidente della Commissione Affari istituzionali dell’Ars – è un primo passo verso l’obiettivo della razionalizzazione dei servizi al cittadino. Mi fa piacere sottolineare che questo obiettivo è stato raggiunto anche grazie al pungolo delle opposizioni, che hanno contribuito efficacemente a questo nuovo pezzetto di quella rivoluzione, iniziata nel 2012, che il presidente Crocetta sta portando avanti.

La prossima sfida sarà la definizione dei servizi e delle funzioni dei nuovi enti. E confido – ha concluso la parlamentare – che anche in questa occasione riusciremo a lavorare tutti insieme al meglio delle nostre possibilità.” Per il senatore Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia: “… non passa giorno che il governo regionale non palesi la sua pochezza. Oggi, con un colpo di coda, ha riscritto il testo del ddl che dà vita ai consorzi di comuni, e lo ha fatto esclusivamente a suo uso e consumo. I liberi consorzi saranno carrozzoni ancor più elefantiaci e improduttivi delle province – ha proseguito Gibiino -. A cambiare è il nome, una non riforma che non chiarisce ruoli e compiti, che esautora completamente i cittadini e i loro rappresentanti dalla gestione della cosa pubblica”.

 

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