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Primavera, è tempo di tornare a leggere

Leggere è sempre bello, ma in primavera al gusto del libro si aggiunge quello della lettura all'aria aperta...

di Redazione

Leggere è sempre bello, ma in primavera al gusto del libro si aggiunge quello della lettura all’aria aperta, assolutamente all’altezza della lettura di fronte alla tazza di cioccolata! Hai già deciso quale libro portare con te sulla spiaggia di Mondello o sul prato del Foro Italico, per goderti il pomeriggio sotto il primo sole?

 

di  Maria Grazia Sclafani

Qualunque lettore tu sia, qui ci sono alcuni libri – classici, freschi di stampa o da prenotare – da leggere in relax dietro a un paio di occhiali scuri: romanzi, racconti, poesie, storie vere per rilassarsi baciati dal sole di aprile.

Iniziamo con un classico dalle vibrazioni intense e passionali: Vuoto d’amore di Alda Merini.

Alda-Merini
Alda-Merini

Sono nata il ventuno a primavera /ma non sapevo che nascere folle, /aprire le zolle / potesse scatenare tempesta.”. E’ questo l’incipit di una delle poesie più famose di Alda Merini, una poetessa passionale e imprevedibile come la stagione primaverile che vede il risveglio dei sensi e ci sorprende con improvvise pioggerelline. Vuoto d’amore è una “raccolta di raccolte”, curata da Maria Corti, una sorta di antologia delle poesie. La raccolta è stata pubblicata nel 1991 dall’editore Einaudi nella prestigiosa collana bianca di poesia, dando spazio a molte plaquettes già edite ma ormai introvabili, oltre a numerosi testi inediti trovati in manoscritti o dattiloscritti del “Fondo Manoscritti di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia” fondato e diretto dalla stessa Maria Corti. La verità è quasi sempre una storia raccontata a metà”. E’ l’assioma da cui parte, invece, Sara Rattaro torna con L’amore addosso, Sperling&Kupfer: una storia potente e sincera, che parla di famiglia e amore, amicizia e desideri inafferrabili. Un escamotage che mette a nudo gli alibi dietro cui ci nascondiamo per paura di ferire o essere giudicati, le bugie che diciamo per amore ma che solo un amore vero potrà poi perdonare.

Ancora parole d’amore, ma anche di dolore, di perdita e di rinascita sono quelle di Rupi Kaur , autrice di Milk and Honey, edizioni Tre60. Rupi Kaur è un’autrice di origine punjabi, residente in Canada e anglofona. Fa parte di quella serie di poeti social, che diffondono le loro opere tramite Facebook, Instagram, Tumblr e piattaforme simili. Il libro si divide in quattro capitoli, ognuno dei quali persegue un obiettivo diverso, tratta una sofferenza diversa, guarisce un dolore diverso. E accompagna chi legge in un viaggio attraverso i momenti più amari della vita e vi trova dolcezza perché la dolcezza è dappertutto, se solo si è disposti a cercarla.

Se non si è ancora pronti a nascere e a sbociare, si può sempre indugiare “Nel guscio” come Ian McEwan, Einaudi. «Potrei anche essere confinato in un guscio di noce e sentirmi il re di uno spazio infinito – se non fosse la compagnia di brutti sogni», lamentava l’Amleto shakespeariano.Recluso a testa in giù nel guscio materno, il narratore di questo thriller unico è un nascituro. Una certa dose di piaceri regali – del sublime vino Sancerre Chavignol sorbito attraverso il cordone, per esempio – può forse allietare la sua attesa. Ma non mancano i brutti sogni, con la madre e lo zio perversi e assassini che il destino gli ha dato in sorte. E dunque basta con gli indugi, è arrivato il tempo di scegliere: essere o non essere?

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Emmanuel-Carrere

Se avete invece voglia di lasciare i luoghi comuni, come non segnalare l’ultimo capolavoro di Emmanuel Carrère :“Propizio è avere ove recarsi”, Edizioni Adelphi. «Propizio è avere ove recarsi» è una delle risposte che fornisce, quando lo si interroga, l’I Ching, l’antico libro oracolare cinese. Seguendo questa preziosa indicazione, Emmanuel Carrère è partito innumerevoli volte, con una meta e uno scopo sempre diversi (e non necessariamente scelti da lui): è andato nella Romania del dopo Ceaușescu sulle tracce del conte Dracula, nei tribunali della «Francia profonda» a seguire processi per atroci delitti, nella Russia di Putin a immergersi nell’infinito caos del postcomunismo, al Forum di Davos a «chiacchierare» con i potenti della terra, nel Nord dello Stato di New York a incontrare il fantomatico «uomo dei dadi» – imbattendosi non di rado in storie e personaggi sorprendenti, e a volte sconvolgenti, che avrebbero offerto materia a L’Avversario, Un romanzo russo, Limonov. Negli stessi anni faceva anche altri viaggi, per così dire, attorno alla sua mente: inventando soggetti di film che non avrebbe mai girato, riflettendo sul proprio modo di fare letteratura, scoprendo libri folgoranti o rileggendone altri immensamente amati. Questo, e molto altro, è ciò che troviamo nei testi qui raccolti, molto diversi tra loro eppure legati da un tono riconoscibilissimo e peculiare – a riprova di quanto Carrère ha sempre sostenuto, ossia che gli sembra vano contrapporre letteratura e giornalismo, e quel che gli importa è scrivere un reportage nello stesso modo in cui scrive i suoi libri: «alla prima persona, menando il can per l’aia e raccontando le cose in maniera un po’ sinuosa». Quella che ci viene offerta qui è insomma una fondamentale via di accesso al laboratorio dell’autore. E soprattutto un appassionante autoritratto involontario e un via libera nel suo laboratorio di scrittura.

Relazionarci con gli autori, confrontarci con loro e le peripezie che affrontano aiuta a migliorare anche nelle relazioni con gli altri e a stare meglio con sé stessi. Leggete e sbocciate, quindi. Apritevi ai libri e al mondo Non solo in primavera.

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