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Pnrr: si recupera dopo la clamorosa bocciatura?

Dopo la clamorosa bocciatura dei progetti finanziati dal Pnrr, si apre uno spiraglio dal ministero per recuperare alcuni progetti. Così la Regione tenta di ricucire. Contraddizioni palesi. Offese rimangiate.

di Patrizia Romano

Dopo la drastica bocciatura dei progetti finanziati con il Pnrr (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza), la Sicilia si accinge ad una nuova fase per recuperare parte dei finanziamenti di alcuni degli stessi progetti bocciati. Da un recente incontro tra il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli e l’assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana, Toni Scilla, sembra aprirsi qualche speranza. O meglio, si sta cercando di correre ai ripari, dopo la clamorosa bocciatura. E, soprattutto, dopo gli accesi scontri provocati dalla bocciatura dei progetti. Scontri in cui i due esponenti di Governo e Regione non se le erano mandate a dire.

Nuovi finanziamenti

Adesso, alla luce delle nuove opportunità che si profilano per novembre, i due stanno cercando di fare pace. C’è ancora una possibilità di finanziamento. E’ già stato concordato con le Regioni una nuova selezione che si concluderà, appunto, nel mese di novembre 2021. La selezione avverrà grazie ai fondi nazionali messi a disposizione dalla legge di stabilità. Una somma che ammonta a 440 milioni di euro. Dove potranno trovare spazio nuovi progetti. Nei nuovi progetti, però, dovranno scomparire le criticità che hanno impedito il finanziamento con il Pnrr.

Uno scenario compromesso

In realtà, questa speranza si apre su uno scenario devastante e devastato. Uno scenario che, ricordiamo, ha imperversato sulla vita politica siciliana e gettato grande sconforto sul futuro dell’Isola fino a qualche giorno fa. Fino, cioè, a questo incontro benedetto dalla mano divina, in cui l’assessore all’agricoltura si è presentato con il ramoscello di ulivo e la coda tra le gambe, dimenticando tutti gli improperi mossi contro il ministero, contro il ministro e contro il Governo. Anzi, adesso, l’assessore Scilla ringrazia il ministro per la sensibilità dimostrata nei confronti di un settore cardine dell’economia della nostra Isola. Ringrazia lo stesso ministro che, poche settimane fa, sempre lui, assieme al suo Presidente, aveva accusato di pressappochismo, superficialità e iniquità tra regioni del Sud e regioni del Nord.

Si può rimediare così facilmente?

Certo, per i profani non è facile pensare che le cose si rimedino così facilmente.
I finanziamenti del Pnrr, andati in fumo sono tanti, anzi tantissimi. Quattrocentoventidue milioni, settecentocinquantaduemila Euro. Sono questi, per la precisione, i soldi destinati al settore agricolo con i fondi del Pnrr, che sono andati interamente persi. Esattamente, quelli dei trentuno progetti rigettati dalla piattaforma digitale Dania, la piattaforma utilizzata dal Dicastero per la selezione dei progetti.

Si tratta di finanziamenti ingenti, la cui perdita è stata, comunque, una grave sconfitta politica e una prova di inefficienza dell’amministrazione regionale siciliana.

Gli errori commessi

Quello che, al di là delle parole dell’assessore, da poco spazio all’ottimismo, sono le motivazioni che hanno portato alla bocciatura.
Come sappiamo, dei 61 progetti presentati dall’assessorato regionale dell’Agricoltura, nessuno è rientrato nella graduatoria che è stata pubblicata nel decreto del ministero. Ventinove progetti non erano stati presi in considerazione fin dall’inizio. I restanti 32 sono stati bocciati per non avere rispettato i criteri indicati dal bando.
Non solo: nessun progetto siciliano è stato inserito nella “lista d’attesa” di quelli ammissibili, ma non immediatamente finanziabili per esaurimento delle risorse, ma che avrebbero potuto essere ripescati se si fossero liberate nuove risorse.

Gli elenchi messi a punto dal ministero

La direzione generale Sviluppo Rurale del ministero delle Politiche agricole aveva messo a punto tre elenchi. Nel primo aveva inserito i progetti da finanziare con priorità. Nel secondo quelli finanziati se fossero rimaste somme a sufficienza. E, infine, nel terzo quelli che erano già stati tagliati fuori.
Tutte le proposte presentate dall’assessorato regionale dell’Agricoltura sono finite in questa ultima lista.

La Regione ha commesso una serie di gravissimi errori. In varie note dei mesi scorsi il ministero aveva già mosso una serie di rilievi, dando tempo dieci giorni per apportare le dovute correzioni.

Errori non solo di carattere tecnico

I motivi della bocciatura non sarebbero stati di carattere squisitamente tecnico. 17 progetti presentavano una durata di intervento e realizzazione superiore ai 30 mesi; ben oltre i tempi di scadenza. Tempi, tra l’altro, inderogabili. Secondo il ministero, inoltre, la bocciatura, era dovuta ai criteri di ammissibilità che stavano alla base del finanziamento. Questi criteri sono 23 e riguardavano il livello di esecutività dell’opera, l’entità del risparmio idrico, la superficie sulla quale si sarebbe dovuto intervenire, le tecnologie utilizzate e i benefici ambientali prodotti. Secondo le disposizioni ministeriali, per essere approvati, i progetti dovevano soddisfare tutti i 23 criteri previsti.

Tecnici privi di requisiti


Ma uno tra gli errori più gravi riguarda la presenza di alcuni tecnici che hanno effettuato i controlli sulla qualità dei progetti. Tecnici che non avevano i requisiti per farlo.
Già, fra le contestazioni anche tecnici non abilitati. Il concorso per l’assunzione di giovani capaci da utilizzare proprio per questi piani straordinari è stato espletato, ma i vincitori non sono stati ancora assunti.
Altri errori, invece, riguardavano progetti che ricadono in aree diverse della Sicilia, validati lo stesso giorno dal medesimo perito. Infine, in molti altri casi era stata segnalata la carenza di documentazione a corredo delle domande di finanziamento.

Si può veramente essere ottimisti?

Ebbene, è lecito chiedersi cosa sia cambiato in queste ultime ore? Chi redigerà i nuovi progetti da recuperare?
Insomma, non sembra ci siano nuovi presupposti per non rifare gli stessi errori e non andare incontro a una nuova bocciatura.

Fondo di progettazione


Nel frattempo, Musumeci annuncia, in un confronto con i sindacati, che nei prossimi giorni la Regione attiverà un fondo di progettazione da 15 milioni di euro a favore dei Comuni e delle ex Province per favorire la redazione dei progetti. Tutto ciò, proprio in vista della nuova programmazione comunitaria 2021-2027 e delle risorse residue del Pnrr non impegnate da Roma. Con queste somme, il Governo regionale pensa di potere far fronte alla carenza di risorse interne negli uffici tecnici degli enti locali.

Il fondo di progettazione costerà parecchio


Basterà l’esborso di cifre a muzzo per migliorare le capacità progettuali della Sicilia? Quanto sarà utile spendere questi soldi per fare degli uffici tecnici della Regione, delle strutture in grado di sfornare progettisti preparati e qualificati?
Comunque sia, rimane il fatto che i progetti presentati dai Consorzi che potrebbero essere ammissibili a finanziamento a carico dei fondi del Pnrr, lo potranno essere solo a seguito di una istruttoria di emergenza sugli elaborati progettuali e allegati.

Intanto, verranno affrontate somme sostenute per recuperare le somme perse. Poi, il resto, si vedrà.

Certo, sembra inverosimile che ogni ufficio abbia commesso errori tali da restare completamente fuori dalla ripartizione dei fondi. Ma così è.
Adesso si parte alla volta del recupero di questi progetti, ma su quali basi partirà il recupero? Sulle stesso substrato di défaillances che hanno portato alla bocciatura?

Le accuse della Regione al Governo

Tutto questo, come dicevamo all’inizio, aveva aperto uno scontro pesante tra Governo e Regione. Musumeci urlava contro il governo centrale; reo di avere elaborato un piano di interventi senza consultare le Regioni. L’interesse di Roma, secondo il Presidente, è stato sempre concentrato sulle Regioni del centro nord. Convinto che se, invece, Roma avesse consultato le Regioni, la Sicilia avrebbe prodotto progetti esecutivi già cantierabili.

Selezioni inique?

Che l’attenzione del Governo sia stata focalizzata sulle Regioni del Nord, probabilmente sarà vero. Ma che la Sicilia ha presentato i progetti in maniera autonoma e a modo proprio, ponendo poca attenzione a fare le cose per bene, è un dato di fatto che non si può scaricare sugli altri per quanto Musumeci, Scilla e tutto il loro apparato difensivo blaterino. Si tratta di progetti che puntavano all’agricoltura. Esattamente all’ammodernamento e alla messa in sicurezza dei campi agricoli. Un obiettivo legato alla vocazione agricola del territorio e alla frequente siccità cui la Sicilia negli ultimi decenni va incontro con estrema frequenza. Un castello di progetti confezionati per un settore, insomma, in cui la Sicilia ci avrebbe messo tutto del proprio.


Incapacità progettuale degli uffici regionali

L’inammissibilità dei progetti partiti dalla Sicilia sembrano più la dimostrazione dell’incapacità progettuale degli uffici regionali. Incapacità in cui si palesa, oltretutto, la paura che quanto avvenuto in materia di agricoltura possa ripetersi anche per gli altri progetti. Tutti progetti che, senza i fondi del Pnrr, non possono essere realizzati.
Prima di recuperare i progetti non approvati, la Regione dovrebbe acquisire le capacità di progettazione. Capacità che ha mostrato di non avere e che non acquisirà certo in quattro e quattr’otto, solo perché si sta giocando la carta del recupero.

Ciò che è perso è perso

Il punto è che rimane, comunque, un’occasione persa, con pesanti ripercussioni in particolare sul settore agricolo. E per quanto adesso si stia cercando di recuperare, ciò che è perso è perso.



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