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Niente ecobonus per la Sicilia

di Redazione

La Commissione europea ha bloccato l’incentivo, classificandolo come ‘aiuto di Stato’ e la decisione mette a rischio oltre settecento imprese siciliane e trentamila lavoratori del settore dell’autotrasporto.
 
 
 
di Giulia Noera
 
 
Il presidente nazionale del sindacato di categoria, Pino Bulla, lancia un appello agli eurodeputati dell’Isola per spiegare le conseguenze dello stop agli aiuti economici accordati alle ditte di autotrasporti per l’utilizzo delle cosidette autostrade del mare.
L’Ecobonus, per intendersi, è l’incentivo nazionale diretto a tutti gli autotrasportatori che ha come obiettivo quello di sostenere le imprese di autotrasporto a fare il miglior uso possibile delle rotte marittime. L’incentivo (il bonus, appunto), prevede il rimborso fino ad un massimo del 30% del prezzo pagato dalle imprese di autotrasporto che scelgono la via marittima su determinate rotte. La misura principale è quindi finalizzata a sostenere la scelta della nave da parte degli autotrasportatori come alternativa alle strade.
La bocciatura della Commissione ha rappresentato il classico colpo di grazia per le imprese siciliane, già duramente colpite dal caro carburanti e dalla crisi economica. In più, le ditte siciliane “sono le uniche realmente interessate all’ecobonus”, sottolinea Bulla spiegando che nel resto del Paese “sono poche le aziende che utilizzano le autostrade del mare.” Per le imprese siciliane, penalizzate da una viabilità carente e dalle distanze da percorrere, le autostrade del mare “sono praticamente un obbligo”afferma Bulla sottolineando che serve “uno sforzo politico serio e concreto per spiegare alla Commmissione che sarebbe una doppia follia bocciare definitavemente l’ecobonus”. Il presidente del sindacato degli autotrasportatori ricorda che sono centinaia le aziende che hanno continuato l’attività facendo affidamento solo su questi aiuti, già deliberati nel 2010 dal governo italiano. “Ma sarebbe follia – aggiunge Bulla – anche perchè le autostrade del mare fanno spostare il 60 per cento del traffico merci dalle strade all’acqua,  aumentando anche sicurezza e rispetto ambientale”.
Il governo Monti ha già scritto alla Commissione europea chiedendo l’erogazione di 60 milioni relativi al 2010 che avanzano dal finanziamento approvato in precedenza, affermando peraltro che l’ecobonus non può essere etichettato come aiuto di Stato. Adesso si trema, ancora una volta, per la Sicilia: un ennesimo duro colpo all’economia di una regione che ormai si trova ai margini politici della nazione.
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