Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Mirko Ingrassia, attore per caso

Mirko Ingrassia, laureato in giurisprudenza, non aveva mai pensato di lavorare nel mondo dello spettacolo. Da piccolo i suoi insegnanti lo rimproveravano perché anziché stare attento alla lezione passava il tempo a sognare. Non ha mai frequentato alcuna accademia di recitazione di quelle considerate “importanti” e riconosciute dal MIUR, poiché, per motivi lavorativi e personali non ne ha mai avuto l'occasione. Quel che sa di recitazione, lo deve, prima di tutto, a Mario Pupella e ai bravissimi attori con cui ha avuto l'occasione di lavorare

di Pippo La Barba

Nel 2005, frequenta il primo corso di recitazione presso la scuola del teatro Crystal diretta da Mario Pupella ed è subito affascinato dalla figura di Pupella, che da quel giorno entra prepotentemente (in modo positivo) a far parte della sua vita.  Nel 2007 fa il primo lavoro teatrale, “I Malavoglia”, diretto sempre da Mario Pupella, nel ruolo di “Alessi”. Stando sul palco, Mirko Ingrassia ha la possibilità di osservare da vicino grandissimi attori: lo stesso Mario, Benedetto Raneli, Antonio Ribisi La Spina, Daniela e Lavinia Pupella. Successivamente, sempre ne “I Malavoglia”, passa dal ruolo di “Alessi” a quello ben più rappresentativo di “Ntoni”.

Abbiamo avuto con Mirko Ingrassia uno stimolante scambio di idee.

Chi è Mirko Ingrassia

Come si definirebbe Mirko Ingrassia?

Quando mi chiedono se sono un attore rispondo “ ASPIRANTE ATTORE”. Tra vent’anni, forse, potrò definirmi tale.

Tu sei, oltre che attore, uno sceneggiatore. Come ti è nata la passione per la sceneggiatura?

Giovanissimo, Insieme ad un mio grandissimo amico, Marcello Bisogno, passavamo nottate intere a studiare sui manuali comprati alla ex libreria Broadway di via Rosolino Pilo. Eravamo fermamente convinti che se avessimo scritto una buona sceneggiatura qualcuno prima o poi l’avrebbe presa in considerazione, magari utilizzando noi come attori. Purtroppo, eravamo solo degli ingenui. A vent’anni essere ingenui è concesso.

Premio Mattador

Poi cosa è successo?

Nel 2014, tramite internet, io e Marcello veniamo a conoscenza del “Premio Mattador”, premio internazionale per la sceneggiatura under 30 dedicato a Matteo Caenazzo. Il concorso prevede tre sezioni e noi decidiamo di partecipare alla sezione “miglior soggetto”. Il nostro soggetto dal titolo “Il Borgo” viene selezionato fra i tre finalisti per poi vincere, dopo un lungo laboratorio, il titolo di “Miglior soggetto” nel 2015 e premiato nella splendida cornice del Trieste film festival.

Il Borgo

Di che soggetto si tratta?

“Il Borgo” racconta la storia di una piccola comunità di persone provenienti da tutta Italia che si rifugiano a borgo Santamaria, nel bel mezzo del nulla nella campagna siciliana, per tornare a una vita semplice e sana, senza l’utilizzo del denaro e solo con lo scambio di servizi come corrispettivo. A disturbare l’equilibrio di questa società utopica sarà il Dio denaro, sempre pronto a mietere le sue vittime.  All’associazione Mattador, ideatrice del premio, devo molto, in primis per l’esperienza regalata e poi perché ha messo sul mio cammino Vinicio Canton, sceneggiatore professionista ideatore della serie tv “ il restauratore” per la RAI e di tantissimi altri lavori andati in onda in diverse emittenti.

Vinicio Canton

Cosa ha rappresentato per te Vinicio?

 L’amicizia con Vinicio è stata molto importante per lo sviluppo delle mie competenze/conoscenze in ambito di scrittura cinematografica. I manuali di scrittura aiutano, ma non bastano. Vinicio è stato e continua a essere per me quel mentore che chiunque vorrebbe avere accanto.   Attualmente insieme siamo impegnati  in un importante progetto con una nota casa di produzione italiana per una serie tv che vede coinvolti anche Fabrizio Di Blasi e Marcello Bisogno. Il progetto vedrà luce a breve, speriamo (purtroppo non posso dire molto).

Tu sei anche un autore di testi

Insieme a Lavinia Pupella ho scritto il mio primo spettacolo teatrale “ Teste Di Moro”, con la regia di Luca D’Angelo, andato in scena al teatro Sant’Eugenio. Dalla regia di Luca D’angelo ho appreso tanto sia in termini di recitazione che di vita sul palco.

Creatività

Quale è l’interpretazione che ha fatto emergere meglio la tua creatività?

“L’Eresia Catara” di Pirandello con la regia di Marco Pupella nel ruolo di “Vannicoli”. L’Eresia Catara è stata per me una gran bella sfida ed è uno spettacolo che meriterebbe di girare l’Italia, così come quasi tutti gli altri spettacoli scritti e diretti da Marco Pupella. L’eresia di Pira o dallo stesso Marco, è andato in scena per la prima volta nell’anfiteatro di Valderice e vede sul palco un bravissimo “professore Lamis”, interpretato dal maestro Leonardo Campanella,oltre a  Nando Chifari , Lavinia Pupella e Sandra Zerilli.

I danni del Covid secondo Mirko Ingrassia

Quanto l’emergenza Covid sta danneggiando il teatro?

Moltissimo. Se non ci fosse stato il covid sarei andato in scena con “Gli innamorati” di Goldoni con la regia di Marco Pupella, in cartellone al teatro Sant’Eugenio a maggio e con lo spettacolo scritto da me e Lavinia Pupella “Franca Florio la regina di Palermo”. Non nego che quando io e Lavinia abbiamo parlato per la prima volta di portare sulla scena un soggetto sulla “regina di Palermo” mi tremavano le gambe. Si trattava di una responsabilità troppo grande. Poi, però, con l’aiuto della mia formidabile maestra Lavinia, tutto è stato più semplice.

Lo streaming

Cosa pensi del teatro in streaming?

Per quanto riguarda il teatro in streaming, mi associo alle parole dell’attore Massimo Popolizio in un’intervista a La Repubblica:  “grande rispetto per chi lo ritiene un’alternativa possibile ma il teatro è un’altra cosa”. Credo che nessun dispositivo tecnologico riuscirebbe mai a trasmettere la magia che i nostri sensi percepiscono quando un dramma si consuma proprio davanti ai nostri occhi. Attori e platea si legano all’unisono e per un attore, il respiro del pubblico è vita. Credo sia uno dei motivi per cui nessun attore riesce mai ad abbondonare il teatro. Il cinema e la tv seducono per fama e guadagni, ma il cuore guarda altrove.

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