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Memoria fotografica

di Redazione

Siamo ancora in tempo per evitare la completa “estinzione” della fotografia tradizionale, praticando ancora, per puro diletto o con finalità artistiche, anche la tecnica “analogica”, stampando all’interno di una camera oscura e recuperando e salvaguardando gli esemplari “vintage”.

 

di Andrea di Napoli

Oggigiorno viviamo in una società in cui ogni avvenimento è documentato da immagini; tutto ciò che non è visibile non ci risulta. Come se non fosse mai accaduto. Pur apprezzando la tecnologia e la telecomunicazione, riteniamo che bisogna assolutamente evitare “l’estinzione” della fotografia tradizionale, praticando ancora, per puro diletto o con finalità artistiche, anche la tecnica “analogica”.

Recuperando gli esemplari “vintage” di fotografie autentiche, ottenute utilizzando i particolari strumenti del passato, si porteranno all’attenzione del pubblico non solo le immagini che essi mediano, ma anche l’epoca, il gusto, lo sforzo scientifico ed artistico che rappresentano.

Acquisita la consapevolezza che i materiali fotografici si degradano con estrema facilità, occorrono specifiche competenze per riconoscere i materiali idonei ad una corretta conservazione e per mantenere, all’interno dei locali, il rispetto di precisi parametri ambientali in modo tale da preservarli dai principali fattori di rischio come l’alta temperatura, l’eccessiva umidità relativa e una illuminazione incontrollata.

E’, infatti, opinione comune di tutti coloro che operano nel settore della conservazione che ormai è conveniente esporre “meglio” esponendo di meno.

Da questa logica conservativa nasce la necessità di creare un archivio digitale delle fotografie in possesso sia del piccolo collezionista che dei circoli, delle associazioni o degli enti locali. Continuamente ampliato ed aggiornato, questo strumento consente di estendere a molti la fruizione delle immagini e condividere agevolmente tutte le informazioni, senza che i preziosi esemplari originali possano venire danneggiati da una inesperta manipolazione.

Gli operatori addetti alla compilazione di questa tipologia di catalogo vengono formati , sia teoricamente, che nella pratica, per costituire una figura moderna con lo sguardo rivolto anche al passato. La loro attenzione è indirizzata ai vari elementi che costituiscono “l’oggetto fotografia”, ovvero agli astucci, ai cartoncini secondari, ai supporti rigidi come il vetro e flessibili come le pellicole, ed allo stesso tempo alle diverse tecniche con cui sono state realizzate, al legante presente nell’emulsione ed allo stato di conservazione di ogni singola fotografia.

L’esistenza del catalogo digitale soddisfa almeno due esigenze: in primo luogo la vanità dei fotografi e dei proprietari di antiche e recenti immagini che, pur rimanendo in possesso degli originali, trovano una gratificante visibilità, ma l’utilità maggiore riguarda chi studia o compie ricerche, in quanto, attraverso apposite funzioni, viene reso possibile e veloce l’accesso ad un gran numero di informazioni che meritano la massima diffusione.

Osservare una fotografia antica ci permette di constatare che essa rappresenta una testimonianza storica e sociale, che è in grado di fornire anche preziose informazioni artistiche e culturali unitamente a dati di carattere scientifico e ambientale ma, soprattutto, che una vecchia immagine ingiallita è capace di suscitare ancora una profonda emozione.

La prossima volta che vi capita di guardare una fotografia, pensateci.

 

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