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L’illuminante forza di un Pensiero debole

Luci soffuse, con l’illuminante forza di un Pensiero debole, non invadenti ma teneramente avvolgenti, accompagnano due donne lungo un viaggio...

di Redazione

Luci soffuse accolgono gli spettatori. Le stesse luci, con l’illuminante forza di un Pensiero debole, non invadenti ma teneramente avvolgenti, accompagnano due donne lungo un viaggio che ha un’unica destinazione: la consapevolezza, forse amara, tuttavia pur sempre vera.

 

di  Liliana Serio

Domenica 29 gennaio, alle ore 21.00, l’Associazione Grado Zero ha presentato il suo ultimo lavoro teatrale, Pensiero debole, al TMO – Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo – donando ai numerosi cittadini presenti uno spettacolo che, garbatamente e con delicata comicità, ha dato voce ad un fatto di cronaca che negli anni Ottanta ha segnato una generazione e colpito il cuore del nostro paese: la strage di Bologna.
La sapiente regia del maestro Rinaldo Clementi ha diretto con mano ferma la performance di Giada Baiamonte e Marzia Coniglio, due giovani e talentuose attrici che con la loro Arte e con la loro bravura hanno reso ampiamente giustizia al testo scritto da Anna Caragnano.

Trama dell’opera teatrale Pensiero debole

Stazione di Bologna, 2 agosto 1980 ore 10:20.
Maria è in ritardo e corre, sta per perdere il treno che finalmente la porterà a casa a Palermo, perché diciamolo sinceramente, non ne può più di questa città. La stazione è vuota, silenziosa. Gli unici segni di vita: una panchina e una ragazza, Mimì. Lei scrive, sta finendo il suo romanzo e anche lei, come Maria, è in partenza per tornare a Firenze, sua città natale.
Il treno non arriva, il capostazione non c’è, non ci sono neanche altri viaggiatori. Sono tutti in sciopero? C’è caldo, c’è l’ansia di tornare alle proprie origini, c’è la voglia di andar via, ma dove? Tutto è fermo, non resta che aspettare. E l’attesa scandisce l’immobilità del tempo e il flusso di pensieri di Maria e Mimì, che volente o nolente, si trovano a parlare di sé, del perché hanno lasciato i loro affetti e del perché adesso vi fanno ritorno, di cosa è andato storto nelle loro vite e di tutto ciò che non potranno più cambiare.
Il tempo scorre e Mimì pensa al libro che non finirà mai sull’insetto stecco, ormai estinto, dell’isola di Lord Howe. Il tempo scorre e Maria pensa a suo padre e alla faticosa ricerca di un nuovo colore, che da bambina, non ha mai scoperto. Una tazza di tè, un ultimo scambio di parole e finalmente la consapevolezza.

Stazione di Bologna, 2 agosto 1980 ore 10:25.

Ventitré chili di tritolo esplodono nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione ferroviaria, il tempo per Mimì e Maria si è fermato ma il loro viaggio verso casa può finalmente iniziare.

 

Solo poche parole…pensiero-debole

Gli spettatori entrano e prendono posto. Dove? Intorno al palco, perché se noi tutti siamo attori inconsapevoli di una vita che non chiede mai il permesso e fa ciò che vuole, almeno per una notte, come interpreti consapevoli, ci lasciamo accarezzare dalle luci della ribalta accomodandoci intorno al palcoscenico finché c’è posto, per condividere e abbracciare le attrici in scena.
Al buio in sala segue il silenzio, quasi irreale e pregno di aspettativa, che per alcuni secondi diventa tangibile, per poi lasciare il posto ad un chiarore tenue che illumina il palco e, come un sipario immaginario ed etereo, lo svela agli occhi curiosi degli astanti, dando inizio allo spettacolo.
Una panchina solitaria, questa la scenografia. Minimalista? Forse. Ma ancor più essenziale. E se è vero, come scrisse Antoine de Saint-Exupéry, che l’essenziale è invisibile agli occhi, a Pensiero debole bisogna rendere il merito di un’impresa non facile: rendere visibile ciò che è essenziale. Ma che cos’è questo essenziale? È il ricordo, è la memoria, è il sogno infranto, il rimpianto provato, è un libro mai finito, una sigaretta mai spenta. L’essenziale è la vita, o per meglio dire tutto ciò che di essenziale abbiamo nella vita si manifesta grazie a due giovani donne, Maria e Mimì, che si confrontano e si scontrano in un luogo senza tempo, in un divenire di emozioni sempre più profonde e delineate, stringendosi in un destino comune, un abbraccio senza fine.
Nonostante la delicata tematica affrontata, Pensiero debole riporta alla memoria un momento storico straziante con pacata grazia.
Non possiamo che augurarci di rivedere al più presto in scena quest’opera teatrale perfettamente riuscita.

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