Le vie del segno è una singolare mostra di disegni e scritti che la pittrice Ilaria Caputo ha ideato insieme con la sorella Lisa, un’idea innovativa che non mancherà di catturare i visitatori che si recheranno allo Steri. La cornice, già, è di tutto rispetto, la Sala delle Verifiche del complesso monumentale dello Steri in Piazza Marina a Palermo. L’inaugurazione sarà oggi pomeriggio alle 18 e poi l’esposizione si potrà visitare dal 9 al 26 ottobre, dal lunedì al venerdì dalle 16 alla 19.
Noi de L’InchiestaSicilia ci siamo già occupati di Ilaria Caputo in occasione di una sua precedente mostra e eravamo rimasti particolarmente colpiti dalla sua arte, dai tratti apparentemente semplici ma ricchi di particolari sui quali è inevitabile soffermarsi a lungo, nell’intento di leggere e ritrovare emozioni.
Ma questa volta all’abilità della pittrice si aggiunge la forza della parola: Ilaria e Lisa Caputo hanno saputo creare una magia unica, che costringe a passare dal disegno allo scritto e poi ancora al disegno.
Abbiamo chiesto a Ilaria Caputo, anche questa volta, di rispondere a qualche domanda.
Come nasce l’idea dell’abbinamento immagine e parola?
“Credo che il bisogno di esprimersi non conosca limiti formali e che ognuno, attraverso il mezzo che sente più vicino, lo faccia o perlomeno cerchi di farlo… Mia sorella poi ha sempre scritto ed io ho sempre disegnato. Queste pratiche, che fin da bambine erano parte di un gioco, sono divenute nel tempo ciò che oggi si è materializzato in questa mostra”.
È la prima esperienza insieme con sua sorella?
“È la prima volta che mia sorella Lisa compare formalmente ma in effetti spessissimo i suoi scritti si sono accompagnati alle mie opere. Inoltre Lisa ha sempre curato la parte parte grafica (cataloghi, brochure, inviti) sia per le mie mostre, sia per quelle di mio padre e quindi è sempre stata presente sotto diverse forme nelle precedenti, svariate esperienze. Ad esempio un paio di anni fa io e Lisa abbiamo condiviso un progetto: la realizzazione di un libro per bambini (“Fofo il Carciofo”) per il quale io ho creato i disegni e lei la storia”.
Nasce prima il disegno o lo scritto?
“In questo caso sono nati prima i disegni ma altre volte è avvenuto il contrario”.
Le vie del Segno accolgono il colore
In “Sonno” spicca una nota di colore, rispetto agli altri disegni: il rosso del papavero. Ha un significato specifico?
“In molte opere ho cercato di introdurre il colore sia scegliendo talvolta carte colorate che attraverso l’uso di matite, gessetti, sanguigna, pennarelli colorati. Presentando una mostra sul disegno infatti, non volevo che il clima fosse troppo cupo, monocromatico. Sicuramente ci sono dei disegni in“bianco e nero” ma ce ne sono anche altri in cui è presente il colore. “Sonno” è, per l’appunto, uno di questi. Qui ho usato il carboncino che ha un tono molto scuro (praticamente nero) su tutta la superficie, tranne nel fiore. Il connubio tra papavero e sonno è tanto evidente che per me il fiore ne diventa l’emblema e, in questo caso, l’elemento centrale del disegno. Sottolinearlo quindi attraverso il colore credo sia sensato, inoltre questa nota diversa che vede l’accostamento di un rosso acceso col nero, credo dia brio all’opera”.
La mostra diventerà itinerante?
“Sinceramente spero proprio di sì, è una mostra corposa che ha richiesto parecchio lavoro (più di trenta disegni) quindi mi piacerebbe che fosse visibile per più tempo in diversi posti. Ho già dei progetti in mente quindi incrocio le dita. Per il momento intanto mi godo l’esposizione in questo bellissimo luogo che è la Sala delle Verifiche e per il futuro si vedrà…”
di Clara Di Palermo