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Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

L’arte terapia nelle arti visive

L’arte terapia clinica è rivolta ai bambini, ai pazienti psichiatrici, agli anziani, ai disabili, ai malati di Alzheimer e ai tossicodipendenti. Cos’è, come cura e perché fare arte terapia. Ne parliamo con Flaminia Morescalchi, psicologa psicoterapeuta specializzata in psicoterapia espressiva integrata alle arti terapie

di Patrizia Romano

Promuovere, recuperare e sviluppare il nucleo creativo dell’individuo attraverso la produzione artistica e l’uso libero e spontaneo di materiali appropriati.
E’ l’obiettivo che, sin dal suo nascere, si propone l’arte terapia. Una disciplina che affonda le proprie radici in un duplice campo: quello dell’arte e quello della psicoanalisi. Un unico campo, dunque, in cui le due discipline si fondono, si riflettono e si integrano, innescando un processo terapeutico virtuoso.

Il parere dell’esperto

“Uno dei motivi – spiega Flaminia Morescalchi, psicologa psicoterapeuta specializzata in psicoterapia espressiva integrata alle arti terapie – potrebbe risiedere nella capacità che hanno tali approcci di dar voce in maniera immediata ai vissuti delle persone attraverso l’espressione sul piano visuale. Se pensiamo a quanto sia rilevante nel mondo in cui viviamo, ormai, l’aspetto visuale – prosegue la psicoterapeuta – capiamo facilmente quanto quello delle arti possa essere un canale favorevole per elaborare il malessere e favorire, quindi, il benessere”.

Cenni storici

Larte terapia rivolta alle arti visive nasce intorno agli anni Quaranta. Mentre la musicoterapia e la teatro terapia affondano radici in epoche più remote. Finiscono entrambe con l’avere immediatamente un effetto terapeutico sulle masse, anche se non nascono con questo scopo. Pensiamo, per esempio, al teatro greco.
Cosa diversa è per l’arte terapia applicata alle arti visive che, come dicevamo, nasce negli anni Quaranta. Nel 1950, comincia ad avere un ruolo terapeutico più determinato. Negli anni Sessanta, poi, sempre nell’ambito delle arti visive, si sviluppa un’altra modalità di lavoro: la fototerapia. L’attività terapeutica che utilizza le foto come strumento riabilitativo. Con gli anni, l’arte terapia nelle arti visive coinvolge un sempre maggior numero di artisti e professionisti.

Chi può praticare l’arte terapia?


Per praticare l’arte terapia non bisogna essere degli artisti. Non bisogna neppure possedere alcuna conoscenza tecnica. Non è necessario avere predisposizione o particolari doti creative. Insomma, quello che interessa nell’arte terapia non è il prodotto bello. “Le arti terapie – sottolinea, infatti, la dottoressa – sono adatte a qualunque tipo di utenza dal momento che non sono richieste capacità creative o tecniche per approcciarsi ai materiali. Nel nostro lavoro – spiega – ci interessiamo alla relazione che si stringe con i pazienti e alla qualità del processo creativo, non certo alla realizzazione di prodotti belli”.

Oltre le parole con l’arte terapia

La psicoterapia consente di andare oltre l’aspetto verbale. “In particolare – riprende la nostra esperta – posso sottolineare l’importanza delle arti terapie come approccio che consente di andare oltre le parole. Quanti vissuti difficilmente esprimibili a parole, ricchi di sfumature emotive difficilmente trasponibili in una sequenza verbale, divengono discorsi finalmente pensabili ed esternabili attraverso i materiali artistici.

Su chi può essere praticata l’arte terapia?

Ma su chi viene praticata? Su chi ha maggiore effetti?
“Il nostro lavoro – risponde la psicologa – si dimostra di grande successo con i bambini e con tutti quei pazienti che hanno difficoltà di accesso all’area verbale. Con molti adulti – continua -può essere un obiettivo quello di riuscire a lavorare coi materiali artistici. Noi terapeuti rispettiamo sempre i tempi individuali di ciascuno, ma quando poi il paziente è pronto per approcciarsi alla materia può aprirsi, grazie ad essa, un canale molto proficuo di lavoro sul mondo interiore. In questo modo, otteniamo risultati che nel breve termine portano, ad esempio, ad una migliore gestione di ansia e stress e a lungo termine, a seconda degli obiettivi del paziente, ad una rielaborazione profonda e duratura delle criticità”.

Il luogo ideale in cui praticare l’arte terapia

In genere, gli incontri avvengono all’interno di spazi accoglienti e confortevoli.
In Italia, la cultura del luogo in cui vengono effettuati gli incontri è diversa rispetto a quella acquisita in altri Paesi. Il luogo preposto è, generalmente, un laboratorio avente in dotazione materiali a basso costo e possibilmente di vario tipo e provenienza. Un po’ diverso è soltanto il caso della scultura, in cui, per motivi di sicurezza, vengono utilizzati attrezzi e materiale molto specifici e, talvolta, di un certo costo.

Condivisione e confronto

Rimane, comunque, uno spazio di condivisione e confronto. Confronto che avviene con gli altri e con sé stessi. Infatti, il processo creativo, anche indotto, non necessariamente spontaneo, permette l’integrazione tra conscio e inconscio, favorendo la presa di contatto con sé.
Le attività proposte in un laboratorio di arte terapia, in genere, investono il campo delle Arti Visive, come la pittura, il disegno, il collage, la manipolazione della creta e di altri materiali tridimensionali.


Attenzione a chi rivolgersi

E’ utile ricordare che con la diffusione delle arti terapie si sono moltiplicate, purtroppo, le offerte di servizi non sempre di elevata qualità in questo ambito. E’ importante sottolineare che in caso di difficoltà psicologiche conclamate, ma anche lievi, gli unici professionisti abilitati in Italia a trattarle sono gli psicologi, gli psicoterapeuti e, in ambito medico, gli psichiatri. L’invito è quindi a fare attenzione e rivolgersi a professionisti competenti, reperibili negli appositi albi regionali.

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