Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

L’ansia scatena ossessioni? Viaggio dentro una delle più comuni fobie

Molti individui sviluppano gravi condotte fobico–ossessive sulla tutela da un eventuale e improbabile contagio anche solo microbico, attuando pignolosissime operazioni di lavaggio dell’ambiente in cui vivono. L'Inchiesta Sicilia vi suggerisce come lavare l'ansia da queste fobie

di Redazione

L’ansia………Per certi aspetti si potrebbe affermare che uno degli ambiti  in cui l’essere umano esprime tutta la sua creatività è quello delle manifestazioni ansiose.
L’ansia si può proporre con mille facce e sfaccettature; può essere libera, con attacco di panico, fobica, controfobica, depressiva, somatizzata,  insomma, multicolor, cangiante e sempre al passo coi tempi. Pensiamo a quante nuove fobie vengono fuori in relazione ai cambiamenti socio-culturali, agli avanzamenti tecnologici e al mutare delle ere.

La pulizia come fobia


Per quanto l’aumento delle malattie che colpiscono l’uomo sia andato di pari passo con l’evoluzione delle conoscenze e delle soluzioni mediche e per quanto oggi si viva in condizioni igieniche praticamente ottimali rispetto al passato e ad altri paesi del mondo, ci sono individui che sviluppano gravi condotte fobico–ossessive sulla tutela da un eventuale e improbabile contagio anche solo microbico. Così finisco con l’attuare pignolosissime operazioni  di lavaggio dell’ambiente in cui vivono, di se stessi e, quando possibile, anche di familiari stretti come i figli.

La “pulizia” della mente

Si innescano laboriosi e impensabili rituali di pulizia del corpo così come dell’ambiente casalingo. Si vive nel continuo terrore di potere essere esposti ad agenti infettivi occulti quanto fatali. Lo ‘sporco’ diventa il nemico numero uno e il disinfettante il più potente degli ‘ansiolitici’. Si riesce ad avere un accettabile senso di sollievo solo se vengono rispettate tutte le rigidissime norme igieniche autoimposte che alla maniera di un regime dittatoriale riducono all’osso la libertà personale e relazionale del soggetto.

In cerca di un equilibrio


Quest’ ultimo può arrivare a sperimentare un  malessere molto intenso a causa di tutte le rinunce e il dispendio psico-fisico associati all’obiettivo di una vita ‘sterilizzata’. Per questo può chiedere un aiuto a chi di dovere per affrancarsi da questa condizione di schiavitù quotidiana. Oppure è  possibile che il soggetto sia ancora lontano da una sana critica nei confronti delle proprie compulsioni. O ancora, che non voglia liberarsene per paura che ciò possa esporlo ad un equilibrio nuovo, meno controllato e per questo pericoloso.
In realtà il vero primum movens di questo assetto psicopatologico è un nucleo ansioso fortissimo, un forte senso di incertezza e di precarietà che funge da implacabile boia della psiche, quello ‘sporco’ interno che forse sarebbe meglio riuscire a mettere ‘sotto il tappeto’.
dr.ssa Marina Li Puma, psicologa a Palermo

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