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La Palermo degli ultimi, in una singolare mostra fotografica

di Redazione

La Palermo degli ultimi: una singolare mostra fotografica con le più belle immagini di Giacomo D’Aguanno e Francesco Faraci a cura di Monica Modica, allestita dalla Fondazione Ignazio Buttitta, presso il Teatro Garibaldi di Palermo alla Kalsa/Galleria.

a cura della  Redazione

La Fondazione Ignazio Buttitta, nell’intendimento di valorizzare e promuovere la conoscenza delle attività di ricerca e sperimentazione svolte dai fotografi siciliani, ha allestito, presso il Teatro Garibaldi di Palermo alla Kalsa/Galleria (via Castrofilippo, 30), la mostra fotografica “La Palermo degli ultimi”, immagini di Giacomo D’Aguanno e Francesco Faraci, a cura di Monica Modica.

La mostra, attraverso 60 fotografie, per metà in bianco e nero,  quelle di Francesco Faraci, e per metà a colori,  quelle di Giacomo D’Aguanno, intende raccontare la complessa realtà di Palermo, i cui confini sono ridisegnati da continui flussi migratori che generano nuovi stili del vivere e dell’abitare. Vicoli e antichi palazzi in rovina che tornano a rivivere, periferie che si accrescono di villaggi effimeri dove le regole della città non possono arrivare, interi quartieri che si popolano o ripopolano di nuovi abitanti provenienti da diverse aree del mondo.

“Le sessanta fotografie di Giacomo D’Aguanno e Francesco Faraci così schematicamente, scientificamente, divise tra colore e bianco-nero, distanti tra loro, separate per scelta tecnica e per sguardo, ci raccontano una città come fossero due, sovrapponibili ma inconciliabili, spesso le stesse piazze, la stessa marginalità, la stessa spiaggia”, scrive Giosuè Calaciura.

Secondo Nino Giaramidaro “D’Aguanno, in questo scorrere la sua città sembra voler continuare quello che fecero i grandi fotografi della Fsa (Farm Security Administration) che a metà Trenta documentarono il dramma della Grande Crisi americana”; e, di Faraci, dice: “sono così belli i bambini di Francesco Faraci che spingono ad entrare nell’utopia da lui inseguita – uguale a quella di D’Aguanno – nei passi dell’immaginazione e nella speranza che presto la civiltà si presenti a pagare il conto”.

“D’Aguanno e Faraci, illustrando la loro città con linguaggi diversi e complementari, resistono, e ci invitano a resistere, alla forza centripeta del gorgo oscuro che tutti, violento, trascina, mostrandoci di questo la tossica e corrosiva consistenza e, insieme, i suoi imprevedibili frammenti di luce: i sorrisi dei disperati e la poesia degli orizzonti mutili e offesi, la bellezza tra le rovine. Sorrisi, poesia, bellezza che, da soli, beninteso, non costituiscono speranza, semmai scandalosamente evocano quella frase de Il Gattopardo che Sciascia ritenne condensare il significato dell’opera di Tomasi di Lampedusa: «sotto una luce cinerina, si agitava il paesaggio, irredimibile», conclude Ignazio Buttitta, presidente della Fondazione.

La mostra sarà visitabile da martedì a venerdì dalle 16 alle 19.30, sabato dalle 11 alle 13.30, su prenotazione chiamando il 340 2457465;  rimarrà allestita fino al 18 gennaio 2016.

Giacomo D’Aguanno. Svolge l’attività di fotografo professionista, occupandosi nel corso degli anni di fotografia pubblicitaria, industriale e reportage. Parallelamente si occupa di tematiche sociali inerenti alla città di Palermo. Nel 2006 ha partecipato, con il reportage “Palermomare“, a “Visa pour l’image” 18° edizione del festival internazionale di fotogiornalismo di Perpignan (Francia).

Francesco Faraci. Si occupa di fotografia documentaria e reportage sociale e ritrae nei suoi molteplici e contraddittori aspetti le periferie marginali e disagiate, le minoranze, il disagio. Suoi reportage sono stati pubblicati su riviste nazionali ed estere. Nel 2014 ha vinto il primo premio al festival “NuoveImpressioni – impressioni di strada”. Attualmente è collaboratore del gruppo L’Espresso, dei mensili ComboniFem ed Erodoto108.

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