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‘Julieta’ di Pedro Almodovar e ‘Somnia’ di Mike Flanagan

I film di questa settimana: 'Julieta' di Pedro Almodovar e 'Somnia' di Mike Flanagan...

di Massimo Arciresi

 

I film di questa settimana…di Massimo Arciresipellicola

 

Julieta (id., Spagna, 2016) di Pedro Almodóvar con Emma Suárez, Adriana Ugarte, Darío Grandinetti, Inma Cuesta

Non è più solo questione di alta qualità garantita: questo è il film della maturità di Almodóvar. È ancora una storia di donne (ispirata a tre racconti di Alice Munro), con una protagonista che ha i volti dolenti di Ugarte (in gioventù) e Suárez (nell’età adulta) e che scrive in un diario un’ideale confessione alla figlia che la abbandonò 12 anni prima. Anche a lei, però, mancano dei pezzi per ricomporre il suo puzzle esistenziale (evocato dalla foto a brandelli). Narrazione tra passato e presente, con i colori saturi della fotografia di Jean-Claude Larrieu e le musiche di Alberto Iglesias a richiamare il bel cinema che fu. Ma si parla di sensi di colpa ereditari (la spia è una mela), di invisibili pressioni materne, dell’ombra delle disgrazie che si allunga su ogni famiglia. Una summa d’autore.

 

Oppure…

Somnia (Before I Wake, USA, 2016) di Mike Flanagan con Kate Bosworth, Jacob Tremblay, Thomas Jane, Annabeth Gish

Anche qui, indirettamente, si parla di egoismo genitoriale, dato che Jessie e Mark – i (ben) ritrovati Bosworth e Jane – adottano, con qualche inconscia pretesa, il piccolo Cody (Tremblay, da poco apprezzato in Room) per cercare di riprendersi dalla tragica perdita del loro Sean. Quel che non possono sapere è che il bimbo, in precedenza accolto da altre due famiglie con esiti indecifrabili, ha un dono che non sa controllare: i suoi sogni si materializzano, e se sono incubi… Meno sorprendente del precedente Oculus ma pur sempre notevole, coerente e controllato: Flanagan si conferma regista da tener d’occhio.

 

La frase della settimana

«Si faccia gli affari suoi!» L’unico moto sgarbato del gentile ma insistente Christian De Sica nei confronti della sua ben più scontrosa albergatrice altoatesina Lucia Mascino (la sua attività era chiusa da anni), con la quale stabilisce un rapporto “osmotico” forse anche a causa di una condizionante tempesta solare nello schematico ma aggraziato Fräulein – Una fiaba d’inverno (Italia, 2016) di Caterina Carone.

 

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