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In vacanza con la macchina fotografica

di Redazione

Quando partite nel vostro bagaglio non manca mai la fotocamera. Poche semplici regole e qualche consiglio vi permetteranno di usarla con sicurezza e abilità

di Andrea di Napoli

Quando partite per le ridenti mete turistiche, nel vostro bagaglio, anche per un breve week-end, non manca mai la fotocamera. Conoscere poche semplici regole e seguire qualche consiglio vi permetterà di usarla con sicurezza e abilità.

Ogni fotografia è il frutto di basilari competenze che permettono di ottenere una immagine fissa. Ma se privilegiamo l’aspetto tecnico (attrezzature, accessori, ecc.) facciamo del soggetto solo un pretesto. D’altronde, privilegiando il soggetto riduciamo la tecnica fotografica al ruolo di semplice mezzo espressivo. I soggetti fotografici preferiti (ritratti, monumenti, animali, sport, bambini ecc.) sono riconducibili a due sole categorie: soggetti statici e soggetti dinamici che possono essere sia naturali che artificiali. I soggetti statici consentono di girare attorno ed essi per studiarli, trovare l’angolazione migliore e scegliere con calma il momento in cui scattare. Fotografare i soggetti dinamici, invece, comporta l’esigenza di bloccarne il movimento al momento dello scatto.

E’ facile ottenere buone foto attraverso l’applicazione di tecniche accattivanti come la ripresa ravvicinata o il controluce, facendo attenzione a non incorrere negli errori più frequenti: sfocatura e mosso. Inoltre, usando il paraluce eviterete la formazione di riflessi.

Cercate nelle vostre inquadrature caratteristiche fotogeniche come la semplicità, l’ordine, un bel colore, il giusto contrasto e forme nette.

Evitate i soggetti insignificanti, lo sfondo inadatto, la distanza eccessiva le ombre sgradite (specie quella dello stesso fotografo). In tante fotografie sembra che ci sia tutto ed invece non c’è niente.

Il fotografo può riuscire ad avere il controllo su ciò che sta riprendendo spostando oggetti ed elementi di disturbo, facendo girare su se stesso il soggetto, alzando o abbassando il punto di ripresa.

Risulta interessante una fotografia che contiene qualcosa di intangibile, di astratto. Soltanto ricorrendo a dei simboli le vostre fotografie potranno contenere anche gli odori dei cibi, i sentimenti come noia o paura, il freddo, il caldo ed anche il rumore delle risate, come nelle foto pubblicitarie.

Ad una buona fotografia concorrono prima di tutto l’angolazione, che si riferisce alla direzione ad alla distanza tra il fotografo ed il soggetto. Ciò che appare piccolo si trova lontano, ciò che appare grande si trova più vicino. La profondità e le proporzioni sono rese dal chiaro (lontano) e scuro (più vicino). In secondo luogo lo sfondo, che riguarda tutto ciò che sta dietro al soggetto. Non è presente in tutte le fotografie. Deve separare ed essere separato dal soggetto sia graficamente che cromaticamente. E’ opportuno che sia schematico, ordinato e tranquillo per non prevalere sul soggetto, e di un colore non troppo acceso, per non attirare l’attenzione su di sé. All’aperto il migliore sfondo è il cielo. E infine, naturalmente, il primo piano, che è presente quasi in tutte le fotografie. Va ripreso a distanza ravvicinata. Sono ottimi primi piani le finestre, gli archi e i rami che fanno da cornice al resto dell’immagine.

Una fotografia armoniosa rispetta i classici canoni della composizione, gli stessi della pittura, del disegno e dell’incisione. Non è elegante porre esattamente al centro un soggetto circondato dallo spazio vuoto. Anche l’orizzonte non deve separare a metà l’inquadratura. Collocandolo in basso nella foto risaltano il cielo e le nubi, ponendolo in alto si evidenziano i soggetti in primo piano.

A proposito della distanza dal soggetto Robert Capa, celebre fotoreporter e fondatore dell’Agenzia Magnum, sosteneva che non esistono fotografie belle o brutte, ma solo fotografie fatte da vicino o da lontano. Perciò se proprio non possiamo avvicinarci al soggetto principale, inseriamo altri soggetti secondari, per non lasciare troppi spazi vuoti.

Le regole compositive si possono trasgredire a proprio piacimento per esprimere creatività o dissenso, ma anche per questo motivo bisogna prima conoscerle.

Una volta i nostri scatti riempivano numerose pellicole di diversi formati e varie sensibilità, in bianco e nero e a colori, oltre le diapositive, e, per di più, grande era il nostro timore che le immagini ancora allo stato latente malauguratamente “prendessero luce”. Oggigiorno le immagini viaggiano sicure all’interno della scheda di memoria della vostra macchina fotografica e quando sarete tornati a casa, potrete suddividerle nelle tre più comuni tipologie: paesaggio, still-life e ritratto.

Il paesaggio è il genere fotografico che cerca di trasformare l’interesse e la curiosità del fotografo per ciò che lo circonda in uno spettacolo realistico. Nel fotografare un paesaggio conviene includere un elemento che attiri l’attenzione ed accostare le linee orizzontali (delle strade), verticali (degli alberi), e diagonali (dei monti), in modo graficamente attraente. Un elemento posto in primo piano ci consente di valutare le proporzioni. Spiaggia e neve inducono ad esposizioni errate, così come le fronde degli alberi. Perciò provate a fare ogni volta due o tre scatti con esposizioni differenti.

Riguardo lo still-life non ritengo appropriata la definizione usata in italiano, “natura morta”, perché si tratta di scene che stanno vivendo la medesima vita dell’ambiente che le ospita. Si tratta di immagini inanimate, ma capaci di suscitare emozione. Sia in esterno che in casa, è possibile realizzare originali fotografie di still-life, nei giorni di vacanza meno frenetici.

Infine il genere più comune, il ritratto, che al prestigio artistico aggiunge un notevole interesse sotto l’aspetto sociale e psicologico. Distinguiamo la foto istantanea, che coglie il soggetto con espressioni spontanee, e il ritratto in posa, studiato appositamente per comunicare l’allegria, la seduzione, o una solenne rispettabilità. L’inquadratura totale è la più usata dal turista che riprende il soggetto nell’ambiente in cui si trova e di cui fa parte. Per fotografare la figura intera e il mezzo busto occorre fare attenzione allo sfondo e alla presenza di elementi indesiderati. Nel primo e primissimo piano il volto del soggetto occupa l’intera inquadratura o, in parte, ne fuoriesce. L’illuminazione più suggestiva dei ritratti è il controluce, ottimo il cielo velato. Sgradevoli, quindi da evitare, il sole in faccia o a picco sulla testa. Sul lato opposto a quello da cui proviene la luce costituisce un prezioso vantaggio trovare una superficie chiara, la quale svolga la funzione di schiarire le ombre più fastidiose.

Buone vacanze, e non tentate di “falsificare” l’espressione dei vostri parenti e amici invitandoli a sorridere come sulle copertine delle riviste, pronunciando “all’americana” le classiche parole: “cheese!” oppure “marmellade!”

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