Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Il diritto di essere figli. Una mozione

Sono tante le coppie omogenitoriali alle quali non viene riconosciuta la registrazione dei propri figli presso l'Uffico delle Anagrafe. In Sicilia, irrompe una mozione che stravolge il sistema. Ma consegna veramente il diritto di essere figli? Ne parliamo con Valentina Chinnici, prima firmataria, assieme a Gianfranco Micciché, che si è sottratto alle nostre domande. Racconteremo, inoltre, la testimonianza di una coppia omogenitoriale, che ha lottato a lungo per vedersi riconosciuti i propri diritti

di Patrizia Romano

Una mozione all’Ars per la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali. Il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriale è sempre stata una battaglia su tutti i fronti: legale, sociale, psicologico, sessuale ma, soprattutto, politico.
In molte nazioni, per le coppie omogenitoriali si fa sempre più concreta la possibilità di avere figli e, soprattutto, di averli riconosciuti. Una conquista, ottenuta anche sul piano istituzionale, grazie alla condivisione dei diritti delle famiglie arcobaleno tra la popolazione e le istituzioni politiche. Una condivisione di idee, che ha spinto molti Governi d’oltralpe ad approvare leggi determinanti per il riconoscimento.
Mentre, oltre i confini italiani, il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali è un diritto, ormai, acquisito, in Italia, si continua a porre ostacoli anche sotto il profilo burocratico. Insomma, nessun riconoscimento al diritto di essere figli.

Divario tra l’Italia e il resto dell’Europa

L’Unione Europea si impegna a uniformare le procedure di riconoscimento dei figli in tutti gli Stati dell’Unione, in Italia non esiste neppure una legge che disciplini la materia.
La Convenzione Europea dei diritti dell’uomo sostiene la necessità di creare procedure adeguate al riconoscimento in tutti i Paesi della Comunità.
In Italia, le procedure sono, invece, lente, discontinue e contrastanti. Recentemente, infatti, il Senato italiano ha bocciato il regolamento dell’Unione Europea. Poco dopo, il Ministero dell’Interno ha messo lo stop alla registrazione presso le anagrafe dei figli di coppie gay.
In questo vuoto amministrativo che coinvolge tutta la Penisola, il grido per la conquista del diritto al riconoscimento si solleva dalla Sicilia.

Una mozione all’Ars per la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali

E’ proprio all’Ars, infatti, che, nei giorni scorsi, l’Aula di Palazzo dei Normanni ha approvato all’unanimità una mozione Una mozione all’Ars per la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali, sollecitata dal Comitato transpartitico.
Una mozione, che è stata sottoscritta trasversalmente da tutti i deputati e le deputate dei gruppi Pd, Sud chiama Nord e M5S, nonché da Stefano Pellegrino deputato all’Ars di Forza Italia.
In Sicilia, attraverso questa mozione si delinea la forte trasversalità degli elettori e sembrano abbattersi i tradizionali e stereotipati confini destra-sinistra, conservatori-progressisti.
Ma è veramente così? Veramente questa mozione darà il diritto di essere figli?
Avremmo voluto parlarne con i due primi firmatari della stessa mozione: Gianfranco Miccichè, deputato regionale del Gruppo Misto e Valentina Chinnici, deputata regionale del Partito democratico.
Il minimo, parlando di trasversalità all’interno dei partiti, che avremmo potuto fare, sarebbe stato proprio sentire la voce di tutti e due gli esponenti, ponendo le stesse domande.
Purtroppo, però, l’onorevole Micciché ha preferito sottrarsi alle nostre domande.
Non ci resta, dunque, che ascoltare soltanto l’esponente di Sinistra, Valentina Chinnici.

Valentina Chinnici

Le coppie in Sicilia con figli ai quali non viene riconosciuto il diritto di essere figli

L’Inchiesta Sicilia – Quanti sono in Sicilia e nel capoluogo i figli di coppie omogenitoriali ai quali è stata rifiutata la trascrizione al Registro delle Anagrafe?
Valentina Chinnici – Non ho elementi per dare dati e ritengo sia comunque impossibile, quantificare il dato, poiché si tratta con tutta evidenza di situazioni molto delicate e numerose coppie hanno preferito fare ricorso direttamente alla procedura di adozione viste le difficoltà e i dinieghi delle amministrazioni.

Atteggiamento del popolo siciliano

L’Inchiesta Sicilia – Come rispondono la popolazione siciliana e le istituzioni regionali e locali alla negazione dei diritti inalienabili alle persone LGBT?
Valentina Chinnici – In Sicilia da anni abbiamo un movimento legato alle associazioni LGBT, al Pride, ai movimenti di omosessuali cattolici e ai loro genitori che hanno svolto una grande opera di sensibilizzazione a difesa dei diritti delle persone LGBT. Il Comune di Palermo, anche oggi che è governato dalle destre, sta continuando a garantire il sostegno alle iniziative, ma si respira un’aria un po’ avvelenata e polemica come in questi giorni per una mozione in Consiglio Comunale legata al riconoscimento dei diritti dei bambini nati da coppie omogenitoriali.

Frutto di una politica estremista

L’Inchiesta Sicilia – Nel corso degli anni, si annoverano innumerevoli opposizioni ai diriritti LGBT. Opposizioni, provenienti dai vari schieramenti politici.
I gruppi anti-LGBT appartengono alla galassia del conservatorismo sociale, che, spesso, trae origine da un’ideologia politica estremista.
Nel nostro Paese, parliamo di estremismo di Destra o estremismo di Sinistra?
Valentina Chinnici – Certe volte, gli opposti estremismi si incontrano. Per estremismi intendo soprattutto i portatori di pensieri semplificati che non si fermano ad ascoltare e a studiare profondamente le questioni. E’ il caso della fantomatica teoria Gender, per cui da anni noi insegnanti siamo accusati di portare in classe teorie che traviano i bambini sin dalla prima infanzia. Insegno da oltre 20 anni e sono presidente nazionale di una storica associazione di insegnanti democratici, il Cidi. Le assicuro che i problemi della scuola sono ben altri e che non esiste nessuna teoria gender di cui noi siamo portatori.

Analisi delle ragioni contestate

L’Inchiesta Sicilia – Le organizzazioni più influenti che si oppongono alla concessione dei diritti egualitari per LGBT contestano, primi tra tutti, l’unione tra persone dello stesso sesso e l’adozione da parte di coppie omosessuali.
Queste vaste reti di opposizione comprendono l’omogenitorialità e la riproduzione assistita. Elementi propedeutici a quelli per cui avete firmato la mozione.
Potreste fare un’analisi di ognuna?
Valentina Chinnici – Sono temi immensi che meriterebbero un dibattito pubblico disteso, approfondito e sereno, e non possono esaurirsi in poche battute. Tuttavia, a chi si oppone all’adozione da parte di coppie omogenitoriali, potremmo anche ricordare che un bambino cresce bene se vive in un contesto di amore e di fiducia, in cui riceve cura in ogni senso. E che purtroppo questi elementi mancano sovente nelle cosiddette famiglie tradizionali, all’interno delle quali, come ci dicono decenni di studi statistici, si consuma la grande maggioranza di abusi e violenze su donne e minori.

Un percorso lungo e consapevole

Al contrario, le coppie omogenitoriali, proprio perché la genitorialità non è un dato affatto scontato, scelgono di diventare padri e madri dopo un lungo cammino di consapevolezza. Per quanto riguarda la riproduzione assistita, è chiaro che è materia da normare e governare con competenza, e che la giurisprudenza è sempre in divenire. Ricordiamo che fino al 2014 la fecondazione eterologa era proibita in Italia. Il 9 aprile di quell’anno la corte Costituzionale ha di fatto cancellato il divieto di fecondazione eterologa nel nostro Paese che era sancito dall’art.4 della legge 40/2004. Ma la nostra mozione si focalizza sui bambini e le bambine già nati da coppie omogenitoriali, la cui esistenza si trova in una sorta di limbo in pochissimi paesi come Italia, Polonia e Ungheria. 

La posizione di Valentina Chinnici

L’Inchiesta Sicilia – E’ in corso, da parte dell’attuale Governo, il tentativo di legiferare contro la maternità surrogata. Pratica, peraltro, già vietata nel nostro paese dalla legge 40 e legale in molti altri Paesi.
L’obiettivo del Governo è, quindi, rendere “reato universale” questa pratica.
Qual è la vostra posizione come rappresentanti istituzionali appartenenti a due schieramenti diversi?
Diversi anche nei confronti del Governo?
Valentina Chinnici – La materia è delicatissima. Io sono contraria a ogni forma di mercificazione del corpo della donna, soprattutto se costretta da situazione di povertà e marginalità sociale. Ma bisogna distinguere i casi, e normare quello che accade, poiché è un fenomeno che riguarda ormai milioni di bambini nati per questa via in tutto il mondo e non si può solo censurare in maniera aprioristica senza conoscere dati, contesti e situazioni molto diverse tra loro. 

Discrasia tra popolazione e Istituzioni

L’Inchiesta Sicilia – Secondo un sondaggio riportato da Repubblica, il tema della maternità surrogata divide non solo le istituzioni, ma anche la popolazione. La volontà popolare, comunque, non ricalca fedelmente gli schieramenti politici. Infatti, si registrano percentuali del 40 per cento a favore anche in partiti di centrodestra, così come risulta contrario il 38 per cento dei votanti di sinistra.
Perché questa discrasia tra le scelte istituzionali e la volontà popolare?
Valentina Chinnici – Credo che la differenza sia dovuta al fatto che i politici cercano sempre i consensi e dunque tendono a semplificare e a posizionarsi in maniera demagogica per conquistare il favore dell’elettorato, spesso a colpi di slogan. Mentre la popolazione esprime i propri bisogni reali, conosce familiari e amici che sono interessati direttamente dalle questioni su cui la politica ama discettare nei salotti televisivi senza ascoltare le esigenze profonde dei cittadini. E’ stato così anche quando si è trattato del divorzio o dell’aborto. Anche l’Italia che si professava cattolica non seguì le indicazioni della Chiesa e della Democrazia Cristiana e gli stessi politici di Destra avevano e hanno famiglie non esattamente “regolari” e canoniche. Un discorso simile potrebbe essere fatto sul fine vita: credo che la popolazione italiana sia molto più pronta e aspetti una legge che vada incontro alla dignità delle persone anche e soprattutto nel momento straziante del distacco.

Posizioni del Governo

L’Inchiesta Sicilia – Da una parte, il Parlamento europeo, che condanna il governo italiano per le mancate registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali.
Dall’altra, i sondaggi che mostrano come sulle scelte di carattere etico l’opinione pubblica non segue le indicazioni politiche; con molti elettori di destra che si dicono favorevoli alla trascrizione all’anagrafe.
Che posizione dovrebbe assumere il Governo in questi casi?
Valentina Chinnici – Il Governo deve prendere atto che i nati da coppie omogenitoriali in Europa sono ormai circa tre milioni e che l’Italia è rimasto uno dei pochissimi Stati, insieme a Polonia e Ungheria, a non affrontare ancora legislativamente la situazione, a non prendersi insomma le proprie responsabilità.

Le responsabilità del Governo

Ecco, il Governo deve assumersi le proprie responsabilità, tutelando innanzitutto proprio l’interesse imprescindibile del minore, come l’Unione Europea raccomanda in diversi documenti ufficiali. E’ a questi bambini che noi abbiamo guardato con la nostra mozione e che il Governo deve iniziare a “vedere”, partendo dal caso drammatico ma ovvio che, ad esempio, nel caso di morte del genitore riconosciuto legalmente, il cosiddetto “genitore intenzionale”, privo di qualsiasi riconoscimento legale, non ha alcun diritto di tenere e curare il bambino che ha desiderato, accudito e amato insieme al compagno/a defunto. Di colpo dunque i bambini italiani, a differenza di quelli francesi, inglesi o tedeschi, vengono a trovarsi doppiamente orfani e passibili di affido e adozione, non vedendo garantiti i loro diritti al pari di quelli di altre migliaia di bambini europei.
Credo ci sia ampia materia di riflessione seria e urgenza di assunzione di responsabilità per farli uscire da un limbo foriero di ingiustizia, in cui questi bambini avranno finalmente il diritto di essere figli

La testimonianza di una coppia omogenitoriale

Quante sono in Sicilia le coppie omogenitoriali alle quali è stata rifiutata la trascrizione al Registro delle Anagrafe

In Sicilia sono circa una cinquantina le coppie, con prevalenza di mamme, alle quali è stata rifiutata la trascrizione al Registro delle Anagrafe. A Palermo, è presente il gruppo più numeroso, più o meno una trentina di coppie.
Su quaranta coppie quelle riconosciute sono per lo più a Palermo. A macchia di leopardo, comunque, anche altri comuni, come ad esempio Alcamo o Siracusa, hanno dato riconoscimento.
Questo, però, non rassicura le coppie omogenitoriali, che vivono ancora in una situazione che non offre certezze.
Abbiamo raccolto la testimonianza di Giuseppe Cutino, genitore, assieme al suo compagno, Ivano di una bimba desiderata, voluta e amata da entrambi.

Una storia serena

La nostra è una di quelle storie liscia e serena, fortunatamente per noi. Abbiamo sempre voluto essere genitori. Io e mio marito Ivano stiamo insieme da 22 anni circa, ma abbiamo cominciato a fare sul serio, attraverso un data base, basandoci su una serie di parametri medici e caratteristiche fisiche; il famoso catalogo che ci viene tanto rinfacciato). E poi siamo entrati in contatto con diverse portatrici.
Per noi la portatrice era molto importante. Volevamo una donna che avesse chiaro il percorso da fare e che fosse sostenuta dai propri figli e dal proprio compagno. Negli USA la legislazione è molto attenta. Qui si parla di vite vere che esistono, esseri umani che non possono essere considerati diversi dai propri concittadini. E soprattutto non possono essere figli di un crimine. Qui parliamo di vita vera.

Giuseppe Cutino

Come vivono le coppie omogenitoriali in Sicilia e nel capoluogo siciliano

In totale siamo una trentina le coppie siciliane che ha ottenuto il riconoscimento, ma questo non ci rende minimamente al sicuro.
Il comportamento che il Ministro Piantedosi fa nei confronti delle mamme di Padova e la richiesta di annullamento retroattivo al 2017 di circa trenta coppie ci fanno ben capire le intenzioni di questo governo. Un Governo che discrimina sempre di più e sempre con più insistenza le coppie di padri e di madri indistintamente. E anche se oramai moltissimi in Italia fanno la Stepchild adoption (l’adozione in casi speciali che fa di entrambi, genitori legali) rimane il problema della carta di identità e della ostinazione di identificare come unici soggetti che possono essere scritti sul documento il padre e la madre, e non il genitore in generale.
Ma quando eravamo a scuola, e avevamo il libretto delle giustificazioni per le assenze, su dove apporre la firma ci stava scritto Madre o Padre o semplicemente genitore? E chi non ha genitori, ma dei tutori legali, quale specifica dovrebbe precedere il nome del tutore? Perché non corrisponderebbe mai alla verità.  Vedete quando pregna di una ideologia ipocrita siamo pervasi…

Come rispondono le istituzioni nazionali, regionali e locali alla mozione all’Ars per la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali

Ovviamente le istituzioni procedono a random. Dipende dalla sensibilità (e anche dall’area politica spesso) dei sindaci. In Sicilia tra i primi a dare il giusto riconoscimento alle coppie omogenitoriali è stato Orlando che, però, a un certo punto, causa le sentenze della Corte di Cassazione che si era pronunciata contro il riconoscimento dei papà, in quanto la GPA è vietata nel nostro paese, ha stoppato tutte le trascrizioni, sia dei padri sia delle madri. 

Come risponde la gente comune a questo diritto

Posso parlare non solo della mia esperienza, ma anche di quella di molte famiglie siciliane che sono iscritte a Famiglie Arcobaleno: la società civile non discrimina, anzi. Non abbiamo mai avuto dimostrazioni di intolleranza, o quant’altro. La gente comune sono i nostri vicini, i genitori dei compagni dei nostri figli, la gente che incontriamo al supermercato, all’ufficio postale. Per tutti noi è di grande importanza la mozione all’Ars per la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali
Nostra figlia, ad esempio, oramai è conosciuta nel quartiere; la sua giovialità, il suo carattere hanno davvero conquistato tutti. E a scuola siamo diventati amici di molti genitori dei suoi compagni e compagne. La Sicilia è davvero una regione molto accogliente, e Palermo in primis.

Quanto credere alla mozione all’Ars per la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali

Possiamo giudicare solo favorevolmente la trasversalità di questa mozione mozione all’Ars per la trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali, ma deve servire da pungolo al Parlamento. Da un punto di vista politico la situazione è complessa: i partiti, spesso, non sono in sintonia con la società civile. Cose che per la gente comune sembrano normali, normali, però, non lo sono per la politica e le istituzioni.
Davvero certe volte facciamo fatica a spiegare a chi ci conosce qual è la nostra vita, cosa comporta il non avere riconosciuti i propri figli, quali diritti vengono negati ai bambini e a quali obblighi un genitore non viene sottoposto. Perché fin quando sono rose e fiori ( come per qualunque famiglia) magari si cerca di trovare delle soluzioni condivise, ma il problema può nascere in caso di morte del genitore non biologico, o in caso di separazioni. Ma, davvero a nessuno viene in mente che l’interesse del minore è costituito dall’avere riconosciuti entrambi i soggetti che hanno costruito insieme un progetto di famiglia? Si è così ciechi da individuare solo nella famiglia tradizionale la panacea di tutti i mali? Siamo proprio sicuri sia così?
di Patrizia Romano

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.