Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Giuliano Scarpinato: un teatro fatto di realtà

Nonostante la giovane età, Giuliano Scarpinato ha sperimentato con successo tutti i generi dello spettacolo: da attore ad autore, da regista a sceneggiatore per il cinema ispirandosi sempre al contesto in cui vive. Il suo è un teatro legato alla quotidianità, anche alla cronaca, a ciò che ribolle nella società

di Patrizia Romano

di Pippo La Barba

L’InchiestaSicilia incontra un giovane attore siciliano, Giuliano Scarpinato, con una bella formazione universitaria che si riflette nelle sue esperienze artistiche. Nel 2006 consegue la laurea in lettere moderne all’Università di Palermo con una tesi sul teatro di Pier Paolo Pasolini. Nel 2009 si diploma come attore alla Scuola del Teatro Stabile di Torino fondata da Luca Ronconi e diretta da Mauro Avogadro.

Dopo gli studi, l’esperienza sul campo

Varie esperienze da attore: con Emma Dante (“Medea”, “La Muette de Portici”), John Turturro (“Italian Folktales”), Giancarlo Sepe (“Jeckyll e Hyde”), Glauco Mauri (“Edipo a Colono”) e altri. Nel 2011 riceve una menzione speciale al premio Hystrio alla vocazione. Nel 2014 debutta come autore e regista con lo spettacolo “Fa’afafine”, storia del gender fluid child Alex White, che vince il Premio Scenario Infanzia e il Premio Eolo. Nel 2015 cura per il festival “Dionisiache” di Segesta la regia e l’adattamento drammaturgico di “Elettra” di Hugo von Hofmannsthal, spettacolo in scena per due stagioni successive al medesimo Teatro Greco di Segesta.

2016/2017

Nel 2016 vince per la stessa opera il Premio Attilio Corsini. Nel 2017 scrive con Gioia Salvatori e dirige “Alan e il mare”, dedicato al profugo siriano Alan Kurdi, e “Se non sporca il mio pavimento – un mélo”, ispirato all’episodio di cronaca nera dell’omicidio Rosboch, che debutta al Romaeuropa Festival.

2018

Nel 2018 scrive e dirige per il Teatro di Marsala ‘“A Supirchiarìa”, tratto da “I Pugnalatori” di Leonardo Sciascia. Nel 2019 “Fa’afafine”, dopo tre anni di tournèe e più di 100 repliche in tutta Italia, debutta a Parigi al Theatre de Montreuil, all’interno della programmazione del Theatre de la Ville hors le murs.

2021

In maggio 2021 debutta “A+A. Storia di una prima volta”, sull’educazione sessuale degli adolescenti italiani, che riceve una menzione ai Premi Eolo come miglior spettacolo per adolescenti. È vincitore del

Premio Solinas 2021 con la sua prima sceneggiatura, “La Gioia”, scritta con Benedetta Mori e la partecipazione di Chiara Tripaldi e ispirata al caso Rosboch già all’origine dello spettacolo.

2022

In febbraio 2022 debutta il trittico “Favola Personale”, ispirato alla filmografia del cineasta greco Yorgos Lanthimos. Nella primavera del ’22 “Fa’afafine” diventa un libro edito da Edizioni Primavera. Nel ’23 debutteranno “Il tempo attorno”, storia di una coppia di magistrati e di un giovane figlio negli anni tra le stragi Falcone / Borsellino e il processo Andreotti, e “All about Adam”, progetto di danza sull’identità maschile che vede la collaborazione di Alessandro Sciarroni.

La nostra intervista a Giuliano Scarpinato

L’Inchiesta Sicilia – Mi parli della tesi di laurea sul teatro di Pasolini. Cosa l’ha spinto a studiare i suoi

testi?

Giuliano Scarpinato – La mia era una tesi sperimentale sulle risonanze tra il teatro di Pasolini e la sacra

rappresentazione medievale. La mia prima passione nacque già al liceo con il Pasolini poeta , ma tra i 18 e i 19 anni ebbi la fortuna di vedere, al Teatro Garibaldi di Palermo allora nel suo fulgore, un meraviglioso Pilade con la regia di Antonio Latella, che mi si impresse indelebilmente nella memoria. Poco dopo vidi a Roma anche le sue regie di Porcile e Bestia da stile. Sono state quelle visioni a spingermi ad uno studio approfondito del teatro di Pasolini.

L’Inchiesta Sicilia – Quale tipo di teatro predilige?

Giuliano Scarpinato – Il Teatro che si occupa con coraggio e lucidità delle emergenze del contemporaneo, e che pertanto definirei un teatro politico: non in senso partitico naturalmente, ma in quello greco/classico, originario e nobile del termine.

Attore, autore, regista…Cosa la stimola di più?

Giuliano Scarpinato – L’autorialità in genere, tra scrittura e regia, è ciò che più mi interessa. Creare qualcosa dal nulla, qualcosa che non è esistita fino a quel momento, mi dà sempre una vertigine.

L’Inchiesta Sicilia – Lei è stato allievo della Scuola di un grande Maestro come Ronconi. Quanto ha

influito sulla sua formazione?

Giuliano Scarpinato – Ronconi è stato il fondatore della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino che ho frequentato dal 2006 al 2009, il mio maestro, importantissimo, è stato Mauro Avogadro.

L’Inchiesta Sicilia – l teatro è oggi uno spazio aperto?

Giuliano Scarpinato – Non come potrebbe e dovrebbe, purtroppo. Raramente quello di oggi mi sembra un teatro che voglia davvero parlare alla gente.

L’Inchiesta Sicilia – Le piccole realtà teatrali danno una maggiore libertà artistica?

Sì, ma non hanno quasi mai le economie per metterla dignitosamente a frutto, questa libertà. Quella del teatro indipendente è diventata una vera e propria missione per grandi idealisti, e lo dico con grande amarezza.

L’Inchiesta Sicilia – Cosa l’ha spinto a scrivere un testo su Leonardo Sciascia?

Giuliano Scarpinato – Fu una richiesta del Teatro di Marsala che mi aveva commissionato lo spettacolo. È stata una bella occasione per avvicinarmi ad uno dei più grandi maestri del pensiero critico mai esistiti.

L’Inchiesta Sicilia – Qual è il suo rapporto con la Sicilia?

Giuliano Scarpinato – La Sicilia è casa. Un rapporto di viscere, pertanto molto burrascoso. Ma imprescindibile.

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