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Francesco Collura: giovani pittori palermitani crescono

di Redazione

Il suo motto è stato quello di tornare a Palermo e viverla come una meta. Da qui, comincia a esprimere, attraverso i propri quadri, tutto il proprio talento che cresce, matura e muta quotidianamente

 di Daniela Mainenti

Ha sempre disegnato e dipinto, Francesco Collura e la pittura rappresenta la sua forma di comunicazione. Ha completato gli studi a Palermo, diplomandosi al liceo artistico e laureandosi al Dams.

Subito dopo la laurea, ecco la partenza per Roma. Bella esperienza, ma città completamente diversa da Palermo. Roma è frenetica, è troppo grande per i suoi gusti, ma era l’unico posto dove formarsi e poter saziare il suo spirito da ‘osservatore’. Roma però gli ha donato l’ironia pittorica, quella che oggi in ogni suo quadro non manca mai. Guai se non ci fosse l’ironia. Francesco ama ridere e far divertire, soprattutto per mezzo della sua pittura.

Dopo 7 anni di vita romana, eccolo ribaltare nuovamente la sua vita e tornare a Palermo. Molti l’hanno definito un passo indietro, lui no! Aveva le idee chiare, voleva aprire il suo atelier e lo voleva fare nel posto in cui desiderava vivere: Palermo!

” Sono tanti i giovani che vanno via per cercare lavoro – dice – ma chi può ha il dovere morale di tornarci e coltivare qualcosa di nuovo. Siamo tutti innamorati di Palermo – continua – ma ci dobbiamo impegnare per migliorarla, invece di criticarla e prendere il primo aereo”.

Una caratteristica fondamentale dei quadri di Francesco Collura è il colore, che ne è il protagonista principale!

Francesco dipinge tutto quello che gli passa per la testa, spaziando dai fatti di cronaca a episodi della vita, dai suoi sogni a quelli delle persone che lo circondano. Il suo è un genere, essenzialmente, figurativo. “Non amo definire il mio stile – dice -, perché esso muta con me e il mio stato d’animo del momento”!

Attrae molto l’attenzione, il suo modo di dipingere le figure, spesso di profilo o ritratte con un solo occhio, che a volte invade lo spazio esterno, quasi a prenderne parte per esplorarlo.

Un siciliano anche quando si allontana dalla propria terra resta sempre un siciliano.

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