Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Flusso migratorio durante il governo xenofobo

Certo un flusso migratorio è un fenomeno ciclico e oscillatorio. Legato a fenomeni atmosferici, a condizioni politiche del paese di provenienza, allo stato di salute delle popolazioni migratorie, ma tanto pure allo spirito razzista, xenofobo e disumano che caratterizza i loschi e spietati governi di centro-destra

di Patrizia Romano

A seguito dell’imbarazzante altalenarsi di governi pro e anti, il flusso migratorio ha subito, negli ultimi anni, oscillazioni senza precedenti. Oscillazioni che hanno disorientato la popolazione di accoglienza, creando confusione, fomentata da una ‘disinformazione’ faziosa, tendenziosa e politicamente scorretta.
Insomma, una questione meramente politica che ha fagocitato le innumerevoli problematiche realmente esistenti.
Mai l’immigrazione era stata così al centro dell’attenzione mediatica come negli ultimi governi. Sempre in testa alle cronache. Tanto che il suo andamento è sempre stato appannaggio delle classi politiche in testa al Governo giallo-verde e rossastro.

Cosa fa oscillare un flusso migratorio?

Certo un flusso migratorio è un fenomeno ciclico e oscillatorio. E oscilla così come oscillano le onde del mare che portano gli stessi migranti. Ci sono periodi in cui il flusso aumenta, periodi in cui diminuisce. Legato a fenomeni atmosferici, a condizioni politiche del paese di provenienza, allo stato di salute delle popolazioni migratorie, ma tanto pure allo spirito razzista, xenofobo e disumano che caratterizza i loschi e spietati governi di centro-destra.

Il flusso migratorio in cifre

Ma cosa sta accadendo effettivamente? Quali sono i numeri reali?
Di fronte a questo marasma di informazioni inattendibili o disinformazione, come sarebbe più opportuno parlare, non ci resta che affidarci alle statistiche.
Forse, leggere i numeri, potrà aiutarci a comprendere l’andamento reale del flusso migratorio dell’ultimo triennio.
L’UNHCR rappresenta una fonte statistica, più o meno, attendibile.

2017 – Comincia il calo del flusso migratorio


Il crollo degli arrivi comincia nella seconda metà del 2017.
Nel semestre precedente, si registra un picco di 5.115 sbarchi. Un vero e proprio record.
Già nell’autunno dello stesso anno, si comincia a registrare un calo, ma tra i due periodi, non si è quasi mai arrivati a 1000.

2018 – Lieve aumento primo semestre. Crollo secondo semestre

Nel primo trimestre del 2018, invece, si registra un lieve aumento. Aumento in crescita con l’arrivo della bella stagione. Anche se in piena estate, il trend non è, poi, così elevato.

In autunno, poi, con le nuove politiche adottate dal nuovo governo, si registra un crollo quasi definivo degli sbarchi.

2019 – Calo radicale

Bassissimo il flusso per l’intero semestre del 2019. Lieve aumento a fine semestre. Dal mese di giugno, con l’arrivo dell’estate, gli sbarchi aumentano di nuovo. Aumento che continua fino a settembre. Poi, calo in ottobre, quando, fisiologicamente, con l’arrivo dell’autunno, si assiste a un calo degli sbarchi, che diminuiscono ulteriormente a novembre. A dicembre, ancora cali.

Chi sono gli immigrati del 2019?

Tra gli immigrati del 2019 al primo posto, abbiamo i tunisini. Seguono pakistani e ivoriani. Poi, algerini, e dopo vi sono quelle nazionalità che fino al 2018 erano maggioritarie, quelle africane e mediorientali. Tra questi, iracheni, bengalesi, sudanesi, guineani, egiziani e senegalesi.

Saldo degli immigrati

Negli ultimi anni, quindi, anche il saldo dei nuovi immigrati è sceso drasticamente.
Attenzione, però, quando si parla di saldo. Parlare di stranieri che se ne vanno non è asserzione corretta. L’Istat parla infatti di iscritti e cancellati, Infatti, solo una parte degli stranieri che non risultano più presenti vanno via.
In realtà il saldo migratorio è rimasto più o meno lo stesso. E allora qual è la reale chiave di lettura?
Contemporaneamente, alcuni stranieri, arrivati nei decenni precedenti, ottengono la cittadinanza.
Sottraendo il numero dei naturalizzati al saldo migratorio si ottiene, quindi, un valore piuttosto basso, che dipende molto dal saldo naturale che, in realtà stabile.

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