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Fabrizio Ferrandelli: scendo in campo senza schieramenti

Ci riprova per la terza volta. Questa volta, però, Fabrizio Ferrandelli scende in campo senza schieramenti. Né a destra né a sinistra. Allora, dove si colloca? Ne parliamo con lo stesso candidato, che ci spiega il perché delle sue scelte

di Patrizia Romano

Fabrizio Ferrandelli. Altro giro altra corsa. Fabrizio Ferrandelli ci riprova, e per la terza volta conferma la sua candidatura a sindaco della città di Palermo.  Questa volta, però, il consigliere comunale scende in capo senza indugi: niente coalizioni.
La sua unica, vera, grande coalizione, per lui, è l’elettorato. Un elettorato, che lui sente molto vicino, perché pensa di avere dato tanto e, quindi, si dice certo di ricevere altrettanto.

Chi sostiene il candidato?


In realtà, le cose non stanno proprio così. La candidatura di Ferrandelli nasce dalla coalizione di Più Europa e Azione, guidate rispettivamente da Emma Bonino e Carlo Calenda.
Di orientamento europeista e liberale l’uno e progressista, social-liberale l’altro, i due partiti, attraverso una fusione stabilita ad hoc, sostengono la candidatura di Ferrandelli.
La scesa in campo “senza se e senza ma” del prode guerriero, una coalizione e degli audaci sostenitori alle spalle ce l’ha. Che, poi, chi lo sostiene non dia margini di dialogo con nessuno schieramento di destra o di sinistra, è un’altra storia.
Fabrizio Ferrandelli né a destra né a sinistra, dunque.
Allora dove sta? Ce lo facciamo spiegare direttamente da lui.

Dove si colloca Ferrandelli?

L’Inchiesta Sicilia – Ferrandelli né a destra né a sinistra.
Da cosa nasce questa scelta di netto sbarramento nei confronti delle due maggiori coalizioni?
Fabrizio Ferrandelli – Ferrandelli è per Palermo e con i palermitani. Da sempre. Ciò premesso, per mesi, generosamente, ho provato a far dialogare le forze liberali e democratiche. Ho provato a far capire che il metodo giusto era quello di partire dal perimetro di una coalizione larga, poi andare sui nomi, solo dopo sul nome. Hanno prevalso le logiche conservative e le coalizioni classiche hanno preferito partire dai nomi, col risultato che ad oggi non trovano il nome giusto. Quando ho capito che nessuno era intenzionato a fare un passo indietro per Palermo, ho accolto l’invito di Carlo Calenda, Emma Bonino e Benedetto della Vedova di ascoltare la voce dei palermitani che mi chiedevano un impegno in prima persona. Ad oggi siamo i primi e gli unici in campo. Con un programma chiaro e senza vincoli. Rispondiamo solo ai palermitani. Siamo controcorrente. E questa volta i controcorrente sono la maggioranza. Siamo di più. 

Chiusura a Lagalla

L’Inchiesta Sicilia – Chiusura radicale e manifesta verso Lagalla. Non è un interlocutore alla sua altezza?
Fabrizio Ferrandelli – Ho rispetto per tutti i nomi in campo. Il problema è il metodo, lo ripeto. Io per Palermo ho sacrificato incarichi e compensi. Ho sempre messo al primo posto l’amore per la mia città.
Lagalla è un candidato autorevole, come lo è Miceli. Nessuno di loro, però, a quanto mi risulta, al momento entusiasma la propria coalizione di riferimento.

L’Inchiesta Sicilia – E’chiaro: nessuno schieramento, quindi. Una candidatura completamente schermata. Ma se dovesse ravvisare, anche lontanamente, qualche potenziale interlocutore, quale sarebbe la direzione?
Fabrizio Ferrandelli – Io credo che i vari schieramenti sono avvitati su logiche di composizione interna, piuttosto che sull’ascolto della città e lo studio di soluzioni. Io ascolto Palermo interrottamente da 15 anni, posso girarla ad occhi chiusi e dire uno per uno i problemi di ogni quartiere, di ogni strada. Sfido chiunque, di altri schieramenti, a conoscere la città come la conosco io. Sono stanco di vedere Palermo agli ultimi posti in tutte le classifiche di qualità della vita. Noi palermitani paghiamo le tasse più alte e non abbiamo servizi all’altezza. 

Emma Bonino e Carlo Calenda

L’Inchiesta Sicilia – Ferrandelli scende in campo da spirito libero. Però, la sua candidatura porta la firma di Emma Bonino e Carlo Calenda.
Perché questa scelta? Perché non una lista tutta propria?
Fabrizio Ferrandelli – Ci sarà una mia lista. E ci saranno altre liste. Siamo l’unica coalizione libera, con la schiena dritta, che parte da una base partecipata e condivisa. Noi rompiamo gli schemi. Solo così si ricostruisce Palermo.  

Più Europa e Azione

L’Inchiesta Sicilia – Una candidatura che nasce dalla fusione di due partiti che a Palermo e ai palermitani non dicono assolutamente nulla.
Non è rischioso?
Fabrizio Ferrandelli – Una candidatura, lo ripeto, che nasce dalla città. Io sono figlio di questa città. Ciò detto, Più Europa e Azione hanno avuto il coraggio, prima degli altri partiti, di parlare un linguaggio di chiarezza e di verità. Noi siamo in campo, gli altri? Mi hanno cercato tutti lo sa? I sondaggi mi danno a percentuali importanti, gli altri sono in affanno. Io dico che il rischio lo stanno correndo gli altri. Con me sindaco il popolo entra nel Palazzo e lo apre. Sa quale sarà la prima cosa che farò da Sindaco? Aprirò porte e finestre per fare uscire il puzzo di compromesso e far entrare luce contro l’opacità di questi anni.

L’elettorato la mia forza

L’Inchiesta Sicilia – Lei dice di concorrere con la città. I suoi alleati sono, dunque, i cittadini palermitani.
Quale sarà l’approccio con l’elettorato in questa campagna elettorale e il target più corposo al quale si rivolgerà?
Calenda sostiene che Ferrandelli scende in campo, con un programma serio e corposo.
Può darci qualche anticipazione di questo programma?
Fabrizio Ferrandelli – Il nostro è un programma costruito dal basso, dall’ascolto dei palermitani e dalla conoscenza dei problemi. Non voglio anticipare ancora nulla, lo farò in varie tappe della mia campagna, annunciando anche i nomi di alcuni assessori. Di sicuro tuteleremo chi è in difficoltà. Con Ferrandelli sindaco nessuno resta indietro. 

L’eredità post Orlando

L’Inchiesta Sicilia – Cosa si aspetta la città di Palermo da Fabrizio Ferrandelli? Cosa si aspetta Fabrizio Ferrandelli dalla città di Palermo?
Considera un’eredità difficile, quella che, eventualmente, le spetterebbe in un’amministrazione post Orlando?

Fabrizio Ferrandelli – Orlando lascia un’eredità pesantissima. Il Pd aveva il dovere morale di prendere le distanze da chi ha amministrato così male. Invece, per meri calcoli elettorali, che finiranno col penalizzarli, si è turato il naso. Basta girare per la città e parlare con i palermitani per capire il grado di insoddisfazione. Noi rimettiamo a posto i conti, aiutiamo famiglie e attività produttive. Andiamo a Roma e battiamo i pugni sul tavolo per far tornare a splendere Palermo. Ci riprendiamo quello che ci spetta. A partire dalla dignità.

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