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Ex province e città metropolitane in sciopero

di Redazione

Ex province: enerdì sciopero dei dipendenti delle province In una lettera ai Prefetti lo stato degli enti e le richieste sindacali. Delegazioni anche al Presidio davanti a Montecitorio

Ex province: Anche in Sicilia i dipendenti delle ex province e delle città metropolitane sciopereranno venerdì 6 settembre così come nel resto del Paese. Parteciperanno inoltre con delegazioni al presidio che
si terrà davanti a Montecitorio. La giornata di mobilitazione nazionale è indetta dai sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil. Tra le richieste quella dell’abrogazione del prelievo forzoso  che “sta
mettendo in ginocchio gli enti rendendo anche impossibile il pagamento degli stipendi”.  In Sicilia i sindacati chiedono anche  “l’immediata riorganizzazione delle ex province e adeguate risorse finanziarie. E’ impensabile – sostengono – che gli enti possano reggersi con la previsione aleatoria di 91 milioni di euro a fronte dei 211 milioni necessari soltanto per il pagamento degli stipendi”. Venerdì delegazioni
di lavoratori delle Province di Ragusa, Palermo, Messina, Trapani, Siracusa  e delle Città metropolitane, assieme ai sindacati, consegneranno ai Prefetti delle rispettive città un documento con le
loro richieste. Nel documento il prelievo forzoso, 260 milioni di euro sulle imposte versate in Sicilia, viene definito “uno scippo di Stato” che “oltre a essere incostituzionale incide pesantemente sulla tenuta
degli enti”, su cui gravano già “le minori entrate e il crollo delle riscossioni  che impediscono di pagare i debiti e di conseguenza aumentano i residui passivi”.  Al governo regionale viene contestata la
“mancanza di un progetto politico a quattro anni dall’annuncio di scioglimento delle Province  fatto all’Arena di Giletti, che ha determinato una gravissima situazione economica che sta investendo ormai
tutte le ex province, a causa del mancato trasferimento delle risorse”.
Tale situazione- sottolineano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl siciliane- non solo impedisce il pagamento degli stipendi ai lavoratori ( come a Siracusa e  a Ragusa) ma anche  l’erogazione dei servizi ai cittadini
quali le scuole, la manutenzione delle strade, l’assistenza ai disabili”. I sindacati aggiungono che “il dissesto è ormai alle porte per i liberi Consorzi ma anche per le città Metropolitane,  quel
dissesto fino a questo momento evitato, grazie a trasferimenti straordinari da parte della Regione ma che sono del tutto insufficienti a garantire gli stipendi ai lavoratori”. Nel documento,  da parte delle
funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil anche  una forte critica al “tentativo del governo regionale di mettere ancora una volta in contrapposizione la vertenza dei lavoratori precari con quella delle ex
province, per nascondere la propria incapacità e l’immobilismo che hanno caratterizzato gli ultimi mesi di governo”.
I sindacati dicono no al taglio del 15% delle dotazioni organiche, dalla L.R. 27/2016.  E ricordano che “in Sicilia, in questi anni, le unità in servizio sono diminuite da 6013 a 4914 unità. Mentre si prevede nel 2010, una ulteriore riduzione degli organici di oltre 500 unità. Gli organici dei liberi Consorzi e delle Città Metropolitane hanno subito una drastica riduzione di 1200 unità. In particolare, il personale con qualifica dirigenziale di ruolo diminuisce del 51%, mentre quello con contratto a tempo determinato è stato azzerato quasi del tutto (-93%). Mentre il personale precario, al 31.12.2016, ammonta a 557 unità”.
Cgil, Cisl e Uil del pubblico impiego riportano, nella lettera , quanto emerso in sede di audizione all’Ars nel marzo 2016 sottolineando che “la situazione è ulteriormente peggiorata con gli enti che non riescono a chiudere i bilanci”:
Agrigento: Disavanzo di 14 milioni. A ciò si aggiunge, la sanzione di 8 milioni di euro. Tale situazione non consente di pagare le bollette della luce, nessun servizio ai cittadini.
Caltanissetta: Disavanzo 21 milioni e 500 mila euro a ciò si aggiunge sanzione di 6 milioni e 800 mila euro  di sanzioni.
Città Metropolitana di Catania: Bilancio  148 milioni  di spesa corrente. Di cui  65 milioni di prelievo forzoso da parte dello stato questa situazione è comune a tutti gli Enti di varia vasta . Disavanzo di 56
milioni di euro. Le sanzioni ammontano a 30 milioni di euro. Enna: Bilancio 28 milioni di spesa corrente. Lo squilibrio di bilancio ammonta a 12 milione di euro. Prelievo forzoso ammonta a 10 milioni di euro Nessuna sanzione ma la stessa potrebbe essere applicata a causa del mancato finanziamento del servizio di assistenza  agli alunni disabili. I rappresentanti di  Enna ha denunciato la grave situazione in cui versano le strade provinciali anche a causa delle condizioni atmosferiche che richiedono degli  per interventi urgentissimi pari a  2 milioni di euro.
Città Metropolitana di Messina : Approvato il bilancio di previsione 2016 , il 06 marzo del 2017. Il prelievo forzoso da parte dello stato ammonta a 25.968,822 , oltre il 50% delle entrate che si prevedono per il 2017, in 56 milioni e 838,326 mila euro   Le spese correnti e le spese per rimborso mutui ammontano a 72. milioni e 442,904 mila euro. Lo squilibrio di bilancio ammonta a 23milioni e 500 mila euro, comprensivo della sanzione di 8 milioni di euro.
Città Metropolitana di Palermo: La quinta città Metropolitana d’Italia Spese correnti in 95 milioni di euro . Prelievo forzoso da parte dello stato ammonta a  65 milioni di euro. Riduzione degli organici dal 2015 al 2017, da 1300 unità a 800 unità. Le spese per il personale ammontano a 34 milioni di euro.  La sanzione ammonta a 25 milioni di euro.
Ragusa: Squilibrio di bilancio ammonta a 13 milioni 558,487 mila euro. Prelievo forzoso da parte dello Stato ammonta a 17 milioni 260 mila euro, pari al  il 43% della spesa corrente. Sanzione potrebbe essere
pari a 5 milioni di euro.
Siracusa: Prelievo forzoso pari a 22 milioni di euro a fronte di entrate di 23 milioni di euro. Stipendi dei lavoratori ammontano 20 milioni. Mentre gli stipendi per la società partecipata ammontano a 4 milioni di euro.
Trapani: Disavanzo di 11.100.000 pari alla sanzione. Stima della spesa al 31/12 di circa 10.271.000 anche in considerazione dei pensionamenti previsti quest’anno, pari a una riduzione del 9,76% rispetto al 15%
previsto dalla norma regionale. Ciò crea i presupposti per dichiarare una eventuale eccedenza vista la differenza della spesa. Tutto questo potrebbe avere ripercussioni, rilevano i sindacati, sulle tanto agognate stabilizzazioni del personale precario presente negli enti locali.

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