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Evviva cu balla, evviva cu sona: evviva le Matrioske

le Matrioske, un progetto musicale nato nel 2011 nel cuore di Palermo, capaci di combinare sapientemente sonorità del Sud Italia e del Bal Folk europeo...

di Redazione

“Mi piace pensare che siamo un progetto atipico. Non ci occupiamo unicamente di musica siciliana o di Bal folk”, ha fin da subito premesso Simona Ferrigno. Quattro voci, tanti strumenti, una passione: la Sicilia.

 

di  Elèna Vitrano

Loro sono le Matrioske, un progetto musicale nato nel 2011 nel cuore di Palermo,  capaci di combinare sapientemente sonorità del Sud Italia e del Bal Folk europeo e di cui proprio Simona ci parlerà. La loro atipicità sta nella danza, da sempre al centro del repertorio, e che tra tarantelle, polka, mazurka, contraddanza e chi più ne ha, più ne metta, riesce a coinvolgere anche lo spettatore più distratto, proprio com’è successo all’ultima Festa a Ballu tenutasi al SanLorenzo Mercato, lo scorso 28 settembre.

“Non amo usare il termine concerto, preferisco parlare di Festa a ballu, perché le nostre sono feste in cui si balla e si sona.” A raccontarci di queste feste a ballu e delle Matrioske in generale è appunto Simona Ferrigno, classe 1983, coro e percussionista della band, cittadina palermitana, esperta e promotrice di danze popolari del Sud Italia e Bal folk, da sempre orgogliosa delle sue radici, da sempre affamata della cultura e delle usanze musicali nel mondo.

 

Chi sono le Matrioske?
“Le Matrioske nascono nel 2011. Quattro il numero dei componenti, tutti made in Sicily. Ciccio Piras è il nostro musicologo e ha alla spalle una consolidata formazione sulla storia della musica tradizionale siciliana, e non solo; Roberta Miano è la violinista, la più rock del gruppo, viene dal conservatorio, e solo in questi ultimi anni si è avvicinata al ‘popolare’, facendone una vera e propria passione; Virginia Maiorana è invece la nostra signora del liscio e da anni suona la fisarmonica. E poi naturalmente ci sono anch’io. Tra di noi c’è chi pratica musica popolare da sempre, chi collabora o appartiene ad associazioni culturali, chi è laureato in etnomusicologia e chi porta avanti progetti e laboratori di musiche e danze popolari. Seppure diversi, ci completiamo, c’è armonia, e non a caso li considero come la mia seconda famiglia. Incominciammo con la musica folk e inizialmente facemmo un po’ di tutto. Il concetto di musica ballata era solo mio e all’interno del gruppo la danza l’ho infatti portata io. Inoltre in quel periodo parallelamente tenevo anche laboratori di danza – sia danze siciliane e del Sud Italia, sia danze Bal folk internazionali. Le stesse musiche dei laboratori, attraverso le Matrioske, hanno iniziato a risuonare per le vie e le piazze di Palermo, per poi pian piano varcare i confini isolani e calcare palchi italiani ed europei. Abbiamo di fatti preso parte a vari festival di Bal folk tra la Germania e la Spagna.”FestibalNapoli_LeMatrioske

Tanz+folk 2017 (Germania), Zingaria 2016 e 2017 (Putignano, Bari), Folkarria Eco Festibal 2016 (Spagna), Basula Fest 2014 (Santa Venerina, Catania), Théatre des Deux Marroniers Talia 2015 (Belgio), e il 389° Festival di Santa Rosalia sono solo alcuni degli eventi a cui le Matrioske hanno preso parte, dando il loro prezioso contributo musicale.

Perché il nome Matrioske?
“Matrioske non solo perché una metaforica combinazione e incontro tra popoli e culture, ma anche come eredità di un gruppo preesistente. In altre parole esisteva un’altra band, tre fantastiche ragazze, una tedesca e le altre due siciliane, con cui avevo precedentemente collaborato. Erano piuttosto attive in città, fino a quando non hanno deciso di tentare la fortuna fuori dalla Sicilia; nel frattempo avevo già conosciuto Ciccio, in occasione di un progetto musicale in Tunisia, e insieme decidemmo di intraprendere la nostra avventura artistica proprio con questo nome, un po’ come una sorta di continuazione.”

Le Matrioske non sono quindi un gruppo folkloristico, né un gruppo impegnato a riproporre cover di brani del passato; è un quartetto atipico che intende farsi portavoce di un nuovo modo di fare musica, tutta da ballare, dedito pertanto alla realizzazione di composizioni originali legate alle danze di radice, proprio come dimostrano i progetti descritti dalla nostra Simona Ferrigno.
“Attualmente stiamo portando avanti due progetti, strettamente legati alle danze popolari, alle espressioni coreutiche tradizionali. Il primo progetto porterà probabilmente il titolo ‘Bedda Sicilia, 100% Made in Sud’, a tema prettamente siciliano, un omaggio alle danze tradizionali, da non intendere in senso folkloristico. Le Matrioske dimostrano che i canti e le danze tradizionali sono tutt’altro: è un viaggio tra balli di tipo agropastorale, tarantelle, serenate, canti polivocali e danze ottocentesche di corte, quindi valzer, polka, scottish, mazurke, e così via. In Sicilia ci sono tanti di quei balli provenienti da fuori, ma abbracciati dalle genti locali a tal punto da plasmarli e farli propri. E così ci sono ad esempio gli scottish siciliani, gli scottish pugliesi o gli scottish sardi; una stessa danza ha quindi le sue declinazioni, a seconda della regione. La trovo una cosa bellissima che va al di là del percorso storico del ballo in questione. Il nostro è un monito a prendere consapevolezza delle proprie radici; il messaggio è quindi ‘Sicilia, guarda che anche tu puoi vantare le tue danze di tradizione, belle quanto quelle degli altri paesi’. È bello dare valore alla nostra cultura. Ad esempio chi conosce la quadriglia? La contraddanza siciliana? Noi Matrioske in qualche modo rivisitiamo la vecchia orchestrina da ballo siciliana, aggiungendo di tanto in tanto sonorità a volte un po’ jazz, un po’ manouche, o in linea generale sonorità che rispecchiano quello che siamo, siciliani, ma non solo siciliani. ‘Bedda Sicilia’ vuole allora puntare i riflettori proprio su questa terra e sulla sua straordinaria tradizione e cultura.”

Una Sicilia quindi che in pochi conoscono, fedele alle sue tradizioni, ma al tempo stesso con sguardo proiettato in avanti, lontano da certi stereotipi, soprattutto quelli legati alla musica e alla danza.

“Il nostro è un sound da un lato ossessionato dalla musica tradizionale siciliana, dall’altro ispirato alle note del mondo, proprio come si potrà avvertire nel secondo progetto: ‘Balleria’, una panoramica sulle danze popolari e neo trad e più ballate a livello europeo. L’obiettivo è dare dignità e uguale valore a tutte le danze popolari, con particolare riguardo alla propria. Oltre alla Sicilia e agli omaggi ad altre regioni del sud Italia c’è poi il repertorio del Bal folk, un movimento nato negli anni ’70 in Francia, che rappresenta un grande calderone dove le musiche e le danze tradizionali francesi sono state prese, riadattate e reinterpretate; attualmente infatti stiamo sperimentando e realizzando dei brani ispirati al Bal folk francese, ma con tratti e sfumature decisamente nostrani. Ci teniamo a offrire qualcosa di inedito!  Del resto oggi ci sono tanti festival che danno spazio a questo genere musicale, un mondo sconosciuto ancora a tanti. ‘Balleria’ è pertanto una sorta di balera europea, dalla Sicilia, Calabria, Campania… Dal Sud Italia fino al Bal folk francese.”

Ma a proposito di progetti, cosa mi dite del vostro primo album Le Matrioske?
‘Le Matrioske’ è uscito nel 2015 ed è stato prodotto da Culturami e dall’associazione Popolarti, che presido. È un album che fondamentalmente incarna gli stessi principi di ‘Balleria’, proiettato sul Bal folk europeo, ma con sfumature siciliane: quindi una carrellata di musica per danza che va dalla pizzica pugliese alla tarantella siciliana, dalla tammurriata campana allo scottish e alla mazurka francese, valse, la troika russa e così via.  Al momento stiamo anche lavorando al secondo album, con brani inediti, e con cui speriamo di inaugurare la prossima stagione estiva. Il nuovo CD rappresenterà entrambi, ovvero sia ‘Bedda Sicilia’ che ‘Balleria’, e vorremmo diventasse il biglietto da visita della band.  Scrivere testi legati alla danza non è semplice, però noi siamo carichi e ci crediamo! Parliamo di un genere musicale, e indirettamente di un movimento folk,  legato alle danze che da dieci anni a questa parte sta mettendo sempre più radici in Sicilia, apprezzata da un numero crescente di persone.”

Qual è il pubblico delle Matrioske?
“Possiamo affermare con soddisfazione che il pubblico è in progressivo aumento e di tutte le età; è un percorso in salita, e il feedback è più che positivo. La nostra è una musica che ha qualcosa da raccontare, che porta anche a socializzare, a condividere più momenti in allegria. Sempre più persone si approcciano con entusiasmo alle nostre danze, diventandone parte integrante.”

Ad oggi qual è stata una delle vostre esperienze più significative?
“Abbiamo avuto la fortuna di vivere varie esperienze, durante le quali ci siamo confrontati con persone appassionate in giro per l’Italia e per l’Europa, prendendo contatto con nuove  sonorità da quelle dell’Italia del sud alle bourree, scottish, mazurka, circolo circasso, fandango, valse, gavotte, chapelloise,  repasseado portoghese, e che hanno dato un contributo importante al nostro repertorio. Tuttavia se proprio dovessi scegliere un’esperienza, ricordo con piacere il Festibal di Napoli 2016, un festival organizzato da Luca Sessa. Una manifestazione che non invita il gruppo musicale, ma dà spazio alle comunità, soprattutto quelle poco note, affinché possano far sentire la propria voce e trasmettere la propria identità in forma partecipata con il luogo e la gente che l’accoglie. Noi ad esempio vi abbiamo accompagnato la comunità delle Madonie, con le contraddanze, gli scottish, e i laboratori di danza e di tamburello siciliano. Abbiamo così avuto il piacere per la prima volta di collaborare con Bartolo Cucci, storico bastuneri della contraddanza e del ‘Ballo della Cordella’ di Petralia Sottana Lì per me c’è stata la svolta. Il festival ha significato per noi, e soprattutto per me, un’ulteriore conferma del nostro amore folle per la Sicilia e del percorso artistico intrapreso. Il concetto di tradizione è anche tradire, andare avanti, senza però mai snaturare il seme delle origini, l’essenza di quella data musica. Ed è tutto un percorso in salita! Quindi quella di Napoli è stata l’esperienza più bella per ciò che riguarda ‘Bedda Sicilia’; un momento che ha poi avuto una sorta di continuità in Puglia, in occasione dell’affermato Festival Zingaria, di Francesco Marino, ove abbiamo portato le nostre danze siciliane, accolte con gran successo. È stato un incontro di tante anime. E mi sono sentita al posto giusto nel momento giusto; è la mia strada!”

Vi siete mai ispirati a qualche band in particolare?
“Ci è capitato di conoscere e ascoltare musica sperimentale di altri gruppi, anche sonoramente lontani da noi. Tuttavia non è solo un’eventuale band che ci dona inconsapevolmente ispirazione, sono piuttosto le situazioni, i contesti che viviamo, aneddoti tratti dalla nostra quotidianità.
Nei nostri brani, nella nostra musica c’è spazio sia per la tradizione, sia per ciò che più rappresenta la contemporaneità. Il risultato è talvolta una vera e propria esplosione di note, un incontro di sonorità tanto estreme, quanto coinvolgenti.”

Dove vi immaginate tra dieci anni?
“Tra dieci anni ci immaginiamo in giro per il mondo. È chiaro che in cantiere ci siano tanti progetti e ambizioni. Il nostro augurio è quello di riuscire sempre a viaggiare, portando in giro la nostra musica, le nostre Feste a ballu, e al tempo stesso riportarle, restituirle come momenti di riaggregazione sociale e culturale, agli stessi siciliani.”

Qual è il vostro motto?
“Ovviamente: Evviva cu balla, Evviva cu sona!

Evviva le Matrioske!

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