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Covid-19 e clownterapia: una lettera al ministro Roberto Speranza

Una lettera al ministro Speranza e una petizione su Change.org: la clownterapia ai tempi del Covid-19

di Lavinia Castelli

Una regolamentazione delle attività di volontariato dell’associazione “Chi ama la Sicilia” di Palermo, ribadendo la notevole importanza di questa attività di clownterapia, collaterale alla quotidianità dell’ospedale.
In estrema sintesi è questo il contenuto della lettera che è stata inoltrata al Ministro della Salute Roberto Speranza.

“La nostra associazione da oltre 10 anni fa attività di volontariato di clownterapia presso i reparti pediatrici dell’ospedale Cervello di Palermo e nei reparti di Lungodegenza dell’ospedale Villa Sofia di Palermo – dice Ugo Gravante, Presidente fondatore dell’associazione -. Adesso la nostra attività è bloccata dalle norme anti- Covid”.

– Che risposta vi aspettate?
“Vorremmo un suggerimento per valutare la ripresa di questa  importante attività collaterale alla quotidianità dell’ospedale. Ci risulta che l’ospedale sia stato dichiarato Covid Hospital, ma ritengo che la Clownterapia sia ad ogni modo un’ attività importante di sostegno morale per i degenti e per tutto il personale medico dell’ospedale”. La nostra attività di volontariato è stata sempre di supporto per il personale medico-sanitario dei reparti ospedalieri, oltre che un beneficio oggettivo per i pazienti”.

– Fate una richiesta specifica al ministro?
“Chiediamo una regolamentazione delle attività di volontariato della nostra associazione, ribadendo la notevole importanza che questa ha”.

– Avete anche lanciato una petizione?
“Sì, una petizione sulla piattaforma Change.org chiedendo di votare una legge per integrare la figura del clownterapista all’interno degli ospedali. La nostra attività negli ospedali è stata interrotta il 21 febbraio 2020 a causa della pandemia ma riteniamo che sia importante e di supporto ai sanitari”.

Ovviamente occorrono molte firme e non bisogna, comunque, mai perdere di vista la sicurezza e la tutela della salute sia degli operatori volontari che dei pazienti con cui vengono in contatto.
In Italia, oggi, sono oltre 5000 i volontari in corsia e oltre 60 le associazioni riconosciute. Qualcuna si è anche organizzata per portare la clownterapia e, quindi, qualche attivo di spensieratezza, a domicilio a pazienti (adulti e bambini) che non possono essere ospedalizzati, per i più diversi motivi.

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