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Coronavirus:drammatica diffusione del contagio in Africa

Drammatica la diffusione del Coronavirus in Africa, un contagio che arriva dall'Europa.

di Patrizia Romano

Li abbiamo tacciati di essere ‘portatori e diffusori di malattie’, pertanto, isolati, bloccati e, alla fine, respinti: sono le migliaia di immigrati africani giunti sulle coste europee alla ricerca di una vita migliore.
Fino a pochi giorni fa, l’Africa era il continente meno contaminato dal coronavirus.
In pochi giorni, è scoppiato l’inferno.
L’Oms lancia l’allarme sulla diffusione del contagio in Africa: “L’epidemia sta seguendo un’evoluzione drammatica, con un aumento di circa 300 nuovi casi al giorno nella maggior parte dei Paesi africani”.

Perché un’evoluzione così rapida?

Perché l’Africa è passata da pochissimi casi, tre in tutto il Continente, a un’evoluzione così veloce?
Per capire meglio le ragioni, bisogna guardare prima ai dati rassicuranti che davano l’Africa come il Continente meno contagiato.
Sarà stata la quarantena imposta tempestivamente a chi proveniva dai paesi considerati pericolosi, attraverso gli screening effettuati negli aeroporti. Sarà stata la giovane età della popolazione. O forse, il clima più caldo. Fatto sta che l’Africa è riuscita a contenere il fenomeno fino a pochi giorni fa. Anche se questi dati sorprendevano, visti gli stretti rapporti commerciali del continente con la Cina, luogo di origine della diffusione, e l’elevato numero di abitanti.

In Africa, il virus è stato importato dall’Europa

Una cosa, comunque, è certa. In Africa, i casi registrati sono importati, in particolare dall’Europa.
Eppure, i responsabili del programma di emergenza sanitaria per l’ Africa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità avevano già avvertito sulla fragilità del sistema sanitario africano, chiedendo ai Paesi europei di controllare i viaggiatori prima di partire. Gli europei erano stati pregati dall’Oms di non esportare il virus.
Il coronavirus ha contagiato molti Paesi africani.
Cerchiamo di capire, allora, perché l’epidemia ha avuto questa evoluzione così drammatica.

Ebbene, cominciamo con il dire che le prime due vittime sono state un cittadino tedesco e un’anziana donna marocchina che proveniva dall’Italia.
Proseguiamo con l’Egitto, poi, in cui si è registrato un aumento improvviso. La maggior parte dei contaminati erano turisti in crociera sul Nilo.
In Kenia, la presenza di nostri connazionali è rilevante. Il primo caso è stato quello di una cittadina kenyana proveniente dagli Stati Uniti via Londra.
Un 48enne proveniente dal Burkina Faso, dove una coppia burkinabé, ritornata dalla Francia il 24 febbraio scorso, ha contratto il virus. Il nostro ambasciatore in Burkina Faso, si è ammalato di coronavirus nella capitale, Ouagadougou. Ma era, comunque, soggetto a continui spostamenti.
Insomma, il 90% dei pazienti è europeo, anche quella che rappresentava l’unica vittima del continente.

Non solo l’Europa
Sempre in Kenia, le mascherine non si trovano più. I cinesi che lavorano in Kenya ne hanno fatto incetta, esportandoli in Cina.
È giapponese l’uomo risultato positivo in Etiopia.

L’Africa è ricorsa ai ripari

Quasi tutti i governi africani hanno preso misure precauzionali come i controlli agli aeroporti e quarantena per passeggeri provenienti dai Paesi maggiormente colpiti.
Sappiamo che quattro paesi africani hanno imposto la quarantena ai visitatori provenienti dalle zone considerate pericolose. Ma non è servito a molto.
Per molti Paesi europei, l’Africa ha rappresentato un rifugio.

I Paesi africani più colpiti
I Paesi coinvolti sono: Algeria, Egitto, Marocco, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Repubblica Centrafricana, Nigeria, Camerun, Togo, Ghana, Guinea, Gabon, Sudan, Kenya ed Etiopia.
I Paesi a più alto rischio sono Egitto, Algeria e Sudafrica, tra i più attrezzati, seguiti da Nigeria e Etiopia. Marocco, Sudan, Angola, Tanzania, Ghana, Tanzania e Kenya presenterebbero ad oggi un rischio di importazione moderato del virus dalla Cina.

L’Africa è ancora in tempo?
L’Oms spiega che in Africa l’epidemia di coronavirus è ancora gestibile. Forse, è ancora in tempo per evitare il peggio. Ma se dovesse esplodere, i sistemi sanitari del continente non potranno reggere.
La verità è che quando un paese è a rischio, oggi, tutto il mondo è a rischio. E oggi i casi di contagio da Coronavirus, nel mondo superano i 600 mila.

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