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Coronavirus: contagio a Fincantieri nello stabilimento di Palermo

Allarme tra metalmeccanici, dopo il primo caso di contagio a Fincantieri. Le aziende del settore si organizzano attuando i protocolli. Ecco come. “Raggiunti nelle singole aziende accordi per telelavoro, turnazioni, ammortizzatori sociali”.

di Redazione

Il caso di un lavoratore contagiato dal Covid-19 nello stabilimento palermitano di Fincantieri fa salire l’allarme tra i lavoratori metalmeccanici. I sindacati unitariamente  hanno chiesto subito un incontro alla responsabile del personale dello stabilimento paleritano,  “per conoscere l’entità della possibile diffusione e le iniziative che l’azienda sta mettendo in campo a salvaguardia della salute di  tutti i lavoratori di Fincantieri e delle aziende dell’indotto”.    

E intanto in tutte le  aziende metalmeccaniche si attuano le misure di sicurezza, con piani di lavoro a distanza, smartworking e telelavoro, turnazioni, interventi solo per le emergenze e richiesta di ammortizzatori sociali.   “Abbiamo chiesto  a tutte le aziende di applicare il protocollo d’intesa raggiunto con Cgil, Cisl e Uil per la  sicurezza dei luoghi di lavoro e  abbiamo segnalato in una nota a Confindustria che le aziende devono  rigorosamente applicare il protocollo. In caso contrario – dichiarano per la Fiom Cgil Palermo il segretario generale  Angela Biondi e i segretari  Francesco Foti e Rosario Tomaselli  – come Fiom avvieremo  azioni di sciopero e di denuncia di comportamenti omissivi  Queste decisioni sono state prese in stretto raccordo con le Rsu di tutte le aziende, a tutela di tutte le strutture e di tutti i lavoratori”.        

Smart working

Engineering, dopo l’intervento delle Rsu, tutti i suoi  220  lavoratori sono stati messi in smart working con la chiusura totale della sede.  Alla  Sispi, la partecipata del Comune,  il 90 per cento dei suoi 115  dipendenti sta lavorando da casa e solo poche unità sono rimaste in azienda. La Italtel ha attivato il telelavoro da casa per i suoi 120 lavoratori. Alla  Selikab, all’interno di Italtel, sempre a Carini,  continua la produzione con i dispositivi di sicurezza e  le  postazioni a distanza.   Alla Eds, l’azienda che ha la  manutenzione del Tram, è stato raggiunto un accordo per ridurre il personale al lavoro e lasciare in servizio solo gli addetti per gli interventi. Alla Ecocerved,  azienda che  gestisce i servizi di informatica  per la Camera di Commercio,  telelavoro da casa per i 15 dipendenti.    Alla Leonardo (Finmeccanica), che ha sede alla Guadagna, per i 130 dipendenti è stato raggiuto l’accordo per limitare il lavoro e applicare dove possibile lo  smart working.

Da oggi e fino a venerdì chiusa la Omer di Carini per sanificazione. E la Sirti, in accordo con la rsu, ha  anticipato a questo periodo le giornate già previste di solidarietà del mese prossimo, per alleggerire i turni.    Situazione sotto controllo anche per le aziende metalmeccaniche che si occupano di manutenzioni  di impianti nel settore ospedaliero. Dopo le richieste fatte dalle Rsu aziendali, la Sei Energia,  che cura la  manutenzione di impianti in ospedali e Asp,  la società Romano di manutenzione degli  impianti di fornitura gas degli ospedali della provincia, e  la  Sepi, società che si occupa della manutenzione impianti per la fornitura di gas all’Ospedale Civico e all’Ismett,  hanno distribuito a tutti i lavoratori  mascherine, guanti, igienizzanti.     Alle  aziende che curano la manutenzione di ascensori, come la  Kone e la Schindler, con 80 dipendenti in totale nella Sicilia occidentale, e la Tmi, con 40 dipendenti  tra Palermo, Agrigento e Trapani  che lavorano per le stazioni elettriche e telefoniche di Tim, Vodafone e Wawei,  il sindacato ha chiesto di ridurre l’attività lavorativa e  mantenere solo il personale adibito a  emergenze  e riparazione  guasti.      

La Siram, che si  occupa delle manutenzioni all’interno dei penitenziari, ha ridotto l’attività. E tra le aziende del polo Eolico, la  Ges  ha messo in cassa integrazione i suoi 8 lavoratori, che operano nei paesi delle Madonie, la Semvion ha comunicato di avere attivato  i protocolli di sicurezza e di avere ridotto gli spostamenti sul territorio. Stessa situazione alla  Vestas.        “Rimane il nodo Fincantieri, che ha chiuso lo stabilimento per 15 giorni mettendo i lavoratori in ferie. Come Fiom abbiamo espresso anche a livello nazionale la nostra contrarietà a pagare con le ferie la serrata a casa  e abbiamo chieso di fare ricorso agli ammortizzatori sociali – aggiungono Biondi, Foti e Tomaselli – E ci sono le aziende dell’indotto Fincantieri, una trentina di aziende con 500 lavoratori. Per questi lavoratori abbiamo chiesto di attivare  gli ammortizzatori sociali e stanno arrivando le prime risposte”.
Ufficio Stampa: Antonella Romano

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