Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – Testata di approfondimento fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalist* indipendenti

Ciascuno ha il peso che si merita???

di Redazione

 

Il quadro delle prossime elezioni amministrative a Palermo sta segnando la fine della sonnolenza della politica bipolare siciliana degli ultimi anni. La vera sconfitta, in questo clima di scomposizione, è  la logica che ha finora tenuto in piedi la vecchia dialettica Polo-Ulivo. In tutto questo, però, i siciliani non riescono né ad individuare una continuità, né ad identificare i portatori di nuove istanze

di Cristina Lombardo

Si dice che la scelta più facile sia quella di chi non ha scelta: ma in Sicilia, more solito, in vista delle imminenti amministrative, le cose stanno diventando maledettamente complicate, proprio per eccesso di scelta. Un preludio della disarticolazione del bipolarismo? Forse. Di certo il 61 a 0 di undici anni fa è sempre più lontano: adesso, la banalità politica di un centro-destra orfano di quel Miccichè che lo portò al trionfo in Sicilia, imbambolato sul territorio e balbettante nell’alternativa a Lombardo, ha consegnato l’isola in pianta stabile ad un Terzo polo che governa con un terzo dei voti dei siciliani, tratta il Pd da gregario e piazza i suoi uomini dappertutto. Tuttavia, se il Pdl è banale, il Pd è invece votato al masochismo. Vanta il gruppo parlamentare più numeroso a Sala d’Ercole, eppure a livello regionale si accoda senza un minimo distinguo a Lombardo. Persino a Palermo, dove il centro-destra lascia un’eredità pesante, il centro-sinistra è riuscito a rinunciare alla pole position, imponendo ai candidati alle primarie di rifiutare ogni intesa con i partiti del Terzo polo, rei di aver sostenuto Cammarata fino a poco tempo addietro. Una scelta che fa diventare più difficile non solo la posizione del Pd nella contesa, ma finanche la permanenza di Giuseppe Lupo alla segreteria regionale: i filo-governativi, tra i “democrat”, stanno infatti preparando la mozione di sfiducia al segretario regionale. Intanto, negli altri grossi centri, si profila un’intesa tra Pd e Terzo Polo a Trapani, mentre ad Agrigento il Partito Democratico dovrebbe accordarsi con Fli ed Api, lasciando l’Udc e l’Api a sostenere il sindaco uscente Zambuto, fortemente inviso anche al Pdl.

Alle strette, una possibile lettura è che il quadro delle prossime elezioni amministrative stia segnando la fine della sonnolenza della politica bipolare siciliana degli ultimi anni. La vera sconfitta, in questo clima di scomposizione, è quindi la logica che ha finora tenuto in piedi la vecchia dialettica Polo-Ulivo, i quali “simul stabunt vel simul cadent”. In tutto questo, però, i siciliani non riescono né ad individuare una continuità, né ad identificare i portatori di nuove istanze. Il centro-sinistra poteva diventare un protagonista, invece è sempre più marginalizzato e dominato dalla incandescenze di personalità dirompenti come Raffaele Lombardo, che riesce puntualmente a rendere subalterno il Pd alla sua strategia.

La centralità del Movimento per le autonomie è sempre più confermata, ma ciò non implica che il Governatore abbia davvero in mente un piano ed una politica di ampio respiro. L’Udc da un lato sceglie un candidato condiviso con il partito di Lombardo al comune di Palermo, nella persona dell’avvocato Massimo Costa, dall’altro commenta la mozione di sfiducia presentata proprio da Pdl, Pid e Grande Sud, contro il governo guidato dal leader autonomista, con un sibillino “valuteremo…”.

Che sia il preludio per un ritorno di fiamma tra Pdl ed Udc? Difficile prevederlo. D’Alia nei giorni scorsi escludeva ipotesi di intese con il centro-destra, a cui invece il segretario Lorenzo Cesa ha mostrato favore. L’ipotesi di lavoro dei vertici romani dello Scudocrociato sembra quella di proporre ad un Pdl allo sbando, che teme di dover schierare un candidato-agnello sacrificale, una convergenza su Massimo Costa. Il quale, si sa, vanta una solida amicizia con il presidente dell’Ars Francesco Cascio. A questo punto, tutto tornerebbe. Ma se invece i tre poli schierassero ciascuno un candidato sindaco, con la lista di Carlo Vizzini  pronta a presentarne un quarto, ogni ipotesi è ammessa. Specialmente se nelle primarie del centro-sinistra dovesse trionfare Fabrizio Ferrandelli, benedetto dal duo Cracolici-Lumia: si accettano scommesse su quanto tempo impiegherà l’ex capogruppo orlandiano, se investito della leadership del centro-sinistra palermitano, a rimangiarsi la promessa di non fare accordi col Terzo polo. Il quale, a quel punto, avrà buon gioco a riproporre la strategia dei “due forni” di andreottiana memoria. Confermandosi al vertice di importanti comuni con solo un terzo dei voti dei siciliani.

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